Alitalia rinazionalizzata: ancora tu, ma non dovevamo vederci più?

14 Febbraio 2019

Il governo del cambiamento ha trovato chi pagherà le perdite di Alitalia dei prossimi anni, tanto per cambiare sei ancora tu contribuente

Ancora tu non mi sorprende lo sai
ancora tu ma non dovevamo vederci più?

Ponendo termine alla privatizzazione decisa da Silvio Berlusconi, la compagnia aerea tricolore rientra sotto l’ala protettiva del MEF, che parteciperà al capitale dell’ennesima NEWCO in compagnia delle riluttanti Ferrovie dello Stato e, sperabilmente, di easyJet e Delta con cui vengono avviate trattative in esclusiva.

E allora il PD? È stato il governo Gentiloni a dare ad Alitalia 600 milioni di prestito ponte da restituire entro sei mesi e a concedere invece ulteriori 300 milioni alla scadenza, che viene di volta in volta rinviata. Ora quella dote di 900 milioni si avvia all’esaurimento ed è ora di una soluzione più stabile, di una nuova Alitalia, dopo Alitalia LAI, quella storica, Alitalia CAI, quella di Berlusconi e Colaninno e l’attuale Alitalia SAI.

Per ubbidire alle regole dell’Unione Europea lo Stato può mettere soldi nella linea aerea soltanto “a condizioni di mercato”, soddisfatte se nel capitale entra almeno un socio privato. Le Ferrovie sono dello Stato, ma formalmente sono una SpA, una società privata e le due compagnie aeree estere con cui si tratta sarebbero inattaccabilmente “soci privati”.

La nostra domanda  come contribuenti chiamati all’ennesimo esborso è se prima o poi Alitalia starà in piedi da sola, senza i nostri soldi. Non si conosce il piano industriale, quindi non abbiamo la risposta. Sappiamo solo che dall’unione con le FS possono risultare nel migliore dei casi sinergie trascurabili, nel peggiore un aumento dei prezzi dei biglietti sia aerei che ferroviari dove Alitalia e Trenitalia ora si fanno concorrenza.

Diverso è il caso di Delta e easyJet, il cui impegno finanziario è ancora da definire. Se da un lato probabilmente perderebbero come soci della nuova Alitalia, dall’altro potrebbero controbilanciare le perdite tramite gli accordi commerciali o con uno “spezzatino” che solo a parole oggi è tabù.

Delta tiene molto a mantenere Alitalia nel gruppo dei suoi alleati europei, Air France KLM e Virgin Atlantic, con cui condivide una lucrativa Joint Venture sui voli transatlantici. easyJet ha sicuramente messo gli occhi sugli slot che Alitalia ha a Milano Linate e che ben meglio di Alitalia saprebbe far fruttare.

L’ammucchiata fra una linea aerea tradizionale moribonda come Alitalia, un’impresa ferroviaria come Trenitalia, un gigante dei cieli come Delta e una low cost come easyJet non ha precedenti e ci tocca preparare il popcorn e sederci sul divano per scoprire come andrà a finire.

Fuori dai giochi sono invece i due colossi europei Air France KLM e Lufthansa con cui si sarebbe potuto avviare un più normale consolidamento, a prezzo di un robusto taglio occupazionale che l’intervento dello Stato vuole scongiurare, non perché ci siano motivazioni strategiche o una favorevole Analisi Costi Benefici dello sparagnino professor Ponti, ma solo per acchiappare voti clientelari e propagandare l’idea che spendendo i soldi del nostro Stato superindebitato si possano sovvertire le dure leggi dell’economia.

Né Lufthansa, né Air France hanno accettato le condizioni che pone il Governo italiano e la stessa sua presenza nel capitale, che considerano sicura garanzia che Alitalia non smetterà mai di essere in perdita.

La rinazionalizzazione di una linea aerea è davvero una prima europea, solo l’Italia non è riuscita a privatizzare con successo la sua. Ricordiamocelo prima di abbandonarci a entusiasmi sovranisti fuori luogo.

Sei ancora tu l’incorreggibile
Ma lasciarti non è possibile

 

 

TAG: alitalia, Delta, easyJet, lufthansa, mef
CAT: Governo, trasporti (aerei, ferrovie, navi, bus)

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