Anche l’Italia guida la rivoluzione della Visione Artificiale

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2 Marzo 2023

Negli ultimi tempi sui media (e sui social media) di tutto il mondo si discute della Visione Artificiale (Artificial Vision), che si preannuncia come una grande rivoluzione tecnologica che avrà un impatto tangibile sui più svariati settori: dall’Agricoltura 4.0 al manifatturiero innovativo, dal turismo ai trasporti. Secondo un’autorevole stima il mercato dell’Intelligenza Artificiale nella Visione Artificiale dovrebbe sfiorare i 170 miliardi di dollari entro il 2030, e un business del genere fa gola a innumerevoli attori, come si può facilmente immaginare.

Per esempio è arduo immaginare l’automotive del futuro, e in particolare la cosiddetta auto che si guida da sola, escludendo dall’equazione la Visione Artificiale. E il medesimo discorso può essere fatto per la robotica: un operaio-robot come quelli prodotti dalla Boston Dynamics necessita, per forza di cose, di un avanzatissimo sistema di Visione Artificiale. Gli Stati Uniti, come spesso accade, sono all’avanguardia anche in questo settore strategico, grazie al consueto, formidabile mix di atenei di successo, grandissime aziende, abbondanza di giovani talentuosi pronti a scommettere su nuove tecnologie dirompenti. La Visione Artificiale appassiona anche cinesi, giapponesi e sudcoreani, ad esempio per applicazioni nei trasporti, nella salute e nell’assistenza domestica automatizzata.

In Estremo Oriente hanno ben compreso, a titolo di esempio, che la Visione Artificiale è essenziale in un ambito che sta conoscendo una crescita davvero impetuosa, e che sino a ieri era giudicato futuristico: quello degli UAV (comunemente detti droni), che grazie alla Visione Artificiale possono acquisire sempre più autonomia ed efficienza, e generare ancora più valore.

Per fortuna anche in Italia si è venuto a formare un ecosistema della Visione Artificiale vitale e dinamico, dall’enorme potenziale. Sono diverse le università italiane che offrono ottimi corsi di tale disciplina, da Milano a Bologna, da Torino a Pavia, sino agli atenei campani. Nel 2021 un team di bravissimi ricercatori dell’Università di Udine ha trionfato al “campionato del mondo” per le più sofisticate tecniche di IA nel Visual Tracking.

L’eccellenza accademica è affiancata da quella imprenditoriale, sia a livello di startup che di aziende. Nel 2020 ha fatto scalpore la notizia dell’acquisizione da parte di SEA Vision di Pavia della totalità delle quote di ARGO Vision, startup di Milano specializzata proprio nello sviluppo di soluzioni di IA con un focus su Visione Artificiale e Machine Learning. E proprio SEA Vision è celebre per aver sviluppato Harlequin, il primo sistema a colori al mondo per l’ispezione di compresse in blister, che ha avuto un grandissimo e immediato successo (prova della leadership che le aziende italiane possono esercitare nella Visione Artificiale). Gruppo internazionale, con una forte presenza ad esempio in America Latina, è comunque molto radicato nel territorio; lo stesso CEO Michele Cei ha dichiarato che “nonostante il Gruppo SEA Vision abbia consolidato la sua presenza su tutti i principali mercati internazionali, è nostra ferma intenzione mantenere il cuore produttivo dell’azienda a Pavia, la città in cui tutto è iniziato”.

Nel 2015 invece si è parlato molto dell’acquisizione, da parte della celebre Ambarella (che ha sede in California ed è quotata al Nasdaq), del VisLab di Parma, fondata da un luminare, il professor Alberto Broggi, che oggi del VisLab è general manager. Qualche anno prima, nel 2008, il Corriere della Sera ha dedicato a Broggi e al VisLab un bellissimo articolo dove la lungimiranza dallo scienziato e imprenditore emerge in purezza.

Solo pochi mesi fa, a ottobre, è stato annunciato che il VisLab, vero centro di eccellenza per la progettazione e realizzazione di guida autonoma per i veicoli, in fortissima crescita, raddoppierà lo spazio nel Campus Scienze e Tecnologie dell’Università di Parma. Una buona nuova, per Parma così come per il resto della regione Emilia-Romagna, che sta sempre più emergendo come il campione italiano dell’innovazione tecnologica, specialmente in ambiti collegati a specializzazioni risalenti nel tempo quale l’automotive e la farmaceutica.

La Visione Artificiale è relativamente giovane, se si pensa che si colloca la sua data di nascita alla fine degli anni Cinquanta, quando venne creata la primissima tecnologia di scansione di immagini attraverso calcolatori, e tuttavia è evidente che di strada ne ha fatta parecchia. Ma il futuro riserva senza dubbio molte sorprese, ed anche enormi opportunità alle imprese che le sapranno, le vorranno cogliere.

 

TAG: Artificial Vision, aziende, futuro, innovazione, Visione Artificiale
CAT: Hardware e macchine, manifattura

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