“Sono vaccinata, ma non posso avere il green pass!”

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31 Luglio 2021

Mentre migliaia di no vax (e boh vax) invadono le piazze di tutta Italia, gridando alla dittatura sanitaria e mettendo in pericolo il futuro del nostro Paese, perché non vogliono sottostare alla legge del Green Pass, c’è chi, vaccinato e con tanto di anticorpi sviluppati, vorrebbe il green pass, ma non riesce a ottenerlo.

Procediamo per punti, raccontando la storia di Luisa che vive a Milano.

Luisa a ottobre 2020 parte per il Brasile, dove, da diversi anni si è trasferito a vivere suo figlio. Il rientro in Italia è previsto ad aprile, ma a gennaio 2021 la situazione pandemica peggiora e il Brasile chiude le frontiere. Nel frattempo Luisa e suo marito, scaduto il visto turistico, riescono ad ottenere un visto provvisorio per due anni e di diritto ottengono anche un codice fiscale che permette loro di accedere alla campagna vaccinale in Brasile. Il vaccino usato in Brasile è il CoronaVac di Sinovac, che funziona su virus intero inattivo, ovvero quando il farmaco viene iniettato, il sistema immunitario attacca il virus in questa versione non dannosa, con il risultato di produrre gli anticorpi che lo combattono e conducendo così all’immunità. L’OMS ha approvato il vaccino per gli stati d’emergenza e ha affermato che i test sull’efficacia hanno mostrato che il vaccino previene la malattia sintomatica nel 51% di quelli vaccinati mentre, per i casi gravi e l’ospedalizzazione, nel 100% della popolazione studiata, a 14 giorni dalla seconda dose. Luisa e il marito in Brasile fanno la prima dose il 15 marzo 2021 e la seconda dose il 5 aprile. Con il loro rientro in Italia, il 17 giugno, inizia il calvario per capire come dovranno muoversi nei prossimi mesi.

Ovviamente il rientro in Italia prevede una serie di step di tamponi molecolari, tamponi rapidi e quarantene, ai quali i due coniugi si sottopongono, risultando sempre negativi. Luisa e il marito non hanno mai contratto il Covid.

Si rivolgono dunque alla Asl di competenza, per sapere come possono ottenere il loro green Pass, disposti anche a ripetere il ciclo vaccinale, ma questo non è possibile o meglio la Asl non può decidere né di ripetere il ciclo vaccinale né di rilasciare il Green Pass. Chi può deciderlo? Non si sa!

Luisa e il marito si sottopongono anche a un test sierologico, per avere un esame in più da mostrare e in effetti gli anticorpi si sono sviluppati e risultano protetti. Sono disposti anche a sottoporsi al test per la ricerca degli anticorpi neutralizzanti verso la proteina Spike di Sars-Cov-2, la cui positività conferirebbe l’immunità, ma anche questo ulteriore test non risolverebbero il loro problema, che a questo punto sembra più legato a un busillis burocratico e a una mancanza di legislazione su questo fronte.

Nel frattempo Luisa ha scritto a tutti: al Ministro Sileri, alla Regione Lombardia, alla Moratti, a Fontana, a Figliuolo. Nessuna risposta!

Manca una settimana all’obbligo del Green Pass, Luisa e il marito da venerdì prossimo, se vorranno uscire a cena, prendere un treno, andare al cinema, dovranno farsi, OGNI VOLTA, un tampone, a loro spese, nonostante siano vaccinati e abbiano sviluppato gli anticorpi, mentre orde di no vax, (e di boh vax)  inneggiano alla libertà di scelta, mettendo in pericolo le vite altrui, con i loro pregiudizi e la loro ignoranza.

Presumo che quello di Luisa non sia un caso isolato purtroppo, chissà quante altre persone si trovano nella stessa situazione e non ottengono risposte. C’è sicuramente un vuoto normativo che andrà al più presto colmato. A chi ci dobbiamo rivolgere?

TAG: coronavac, coronavirus, COVID-19, green pass, vaccino covid
CAT: Medicina, Sanità

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