Prendere la residenza a Milano: storia di un calvario

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28 Marzo 2023

A Milano la gente se ne va, pur apprezzandola, deve fare i conti con la metropoli più costosa della penisola, i prezzi delle abitazioni sono cresciuti più che in qualsiasi altra piazza italiana e così anche il costo della vita. Città aperta? Città per tutti? Non è proprio così, molti sono costretti a ricercare in provincia un luogo adatto alle proprie tasche. Ma c’è ancora qualcuno che permettendoselo, pur rinunciando a qualche metro quadro a disposizione, decide di fare il contrario. È il caso di un mio caro amico, oserei dire fraterno, che decide di rinunciare alla sua vecchia abitazione a vantaggio di uno spazio più piccolo però a Milano, questione di gusti ognuno ha i suoi e così inizia l’odissea del cambio di residenza nella città più evoluta a parole, ma non nei fatti. Claudio, sua moglie e due figli ancora in pre adolescenza, decidono di trasferirsi da Caronno Pertusella all’amata metropoli milanese.

A settembre del 2022 prendono possesso della nuova abitazione e iniziano le pratiche per il cambio di residenza, l’operazione si può effettuare online apparentemente il metodo più veloce, si deve compilare un format, ma il sistema si blocca  se manca qualche informazione. Claudio commette un errore, sua moglie è francese (vive in Italia da oltre 20 anni) e lui sceglie l’opzione riservata ai cittadini italiani, ad un certo punto il sistema non gli permette di proseguire perché la sezione è riservata solamente a chi ha la cittadinanza italiana e Claudio (mannaggia a lui) dimentica che la sua consorte vive in Italia da soli 4 lustri. Poco male, la procedura non gli permette di proseguire e dopo essersi auto insultato dirige il mouse verso l’opzione corretta. Deve dirigersi sulla schermata che prevede il trasferimento tra comuni italiani, però di cittadini stranieri. Completata la procedura ricca di documenti allegati riceve la conferma della corretta compilazione e dopo qualche giorno una mail del comune gli comunica che la pratica è stata protocollata con un bel numero identificativo. Bingo! È fatta! Il comune afferma di aver preso in carico la richiesta.

Passano due mesi e non ricevendo risposta decide di scrivere, tempestivamente il comune di milano risponde che a causa delle forti richieste (ma non era il contrario?) l’ufficio preposto è in ritardo per cui bisogna avere pazienza, perché l’operazione potrebbe richiedere anche 5 mesi di tempo per essere presa in carico, allo stato è solamente protocollata. Passano cinque mesi e dal comune non si hanno notizie, Claudio scrive nuovamente ma questa volta rimane senza risposta, decide di affidarsi ai vecchi sistemi; comincia a telefonare, cosa non facile, finalmente dopo molti tentativi risponde un operatore che dopo averlo ascoltato sostiene che la cosa non è possibile visto che la pratica è stata protocollata oramai sei mesi prima, alla fine forse per liberarsi della questione decide di fissargli un appuntamento all’ufficio anagrafe, dopo qualche giorno, alle ore 9.30 raccomandando la puntualità.

Per non rischiare Claudio, ligio alle indicazioni, alle ore 9.00 è già presente, alle 9.30 si rivolge ad un operatore che recita: deve munirsi del biglietto e aspettare il suo turno, ma come avevo l’appuntamento, ma non importa non stiamo a sottigliare, finalmente si trova allo sportello e spiega all’operatrice l’accaduto.

Lei: “ma qui è nel posto sbagliato lei non deve venire all’ufficio protocollo, deve andare all’anagrafe”

-“ma veramente il suo collega mi ha detto…”

-“lasci stare, quelli rispondono da un call center, guardi le faccio un favore, le faccio un nuovo modulo, ma non avendo la prenotazione deve fare la fila”.

Con calma olimpica si avventura presso la stanza indicata sul modulo denominata “stanza multiservizi”.

Si rende conto che il suo numero non appare nonostante il lungo tempo di attesa, si rivolge nuovamente ad un altro operatore: -“ma lei non deve stare qui la stanza è da un’altra parte”

-“ma come qui c’è scritto multiservizi…”

-“qui sono tutti multiservizi”

-“allora mi faccia un favore, mi controlli che il mio numero non sia ancora stato chiamato”

-“non si preoccupi siamo indietro c’è ancora tempo”.

Altra fila da un’ora e mezza e finalmente raggiunge l’agognato sportello e via a rispiegare di nuovo. L’operatore forse per stanchezza, forse perché il caso è complicato sentenzia: “la sua pratica non è completata, lei non ha protocollato nulla, guardi porti pazienza”.

Lungimirante Claudio aveva fatto lo screen shot della pratica e del relativo numero di protocollo “allora questo numero a che cosa si riferisce?” L’operatore oramai con le spalle al muro e preso dai morsi della fame visto l’avvicinarsi dell’ora di pausa ha un colpo di genio, gira il monitor verso l’esausto cittadino desideroso di risiedere a Milano, che si accorge che la pratica era quella riferita ai cittadini italiani, non completata e per questo verosimilmente cestinata, ma non è andata così, eccola riapparire nella sua incompletezza. “Ma la nuova? Quella corretta e protocollata?” Sparita.

Sparisce per una buona mezz’ora anche l’operatore che al suo ritorno dichiara: “guardi io non le so dire che cosa sia successo, però dovremmo aver risolto la questione ora le rilascio un documento dove risulta che la richiesta è stata presa in carico, non le resta che attendere l’uscita del messo comunale prevista entro 45 giorni”. Galvanizzato dal successo Claudio fa presente che il suo documento d’identità e quello dei suoi figli sono scaduti, chiede quindi un appuntamento per rinnovarli: “questo non lo posso fare, deve farlo lei da casa è possibile solo online”. Procede a casa con la richiesta, che va a buon fine per lui, ma non per i ragazzi, la procedura si blocca. Altra telefonata, altra attesa, altri operatori,  altra risposta:

“è impossibile, facciamolo insieme… Effettivamente mi risultano errati i codici fiscali”,

“ma guardi sono gli stessi dalla nascita, utilizzati anche attraverso la tessera sanitaria, mi lasci guardare – dice – la richiamo io”. Viene fissato un nuovo appuntamento in via Larga pare finalmente per rifare i documenti di identità (ma quindi l’errore sui codici fiscali? Forse è meglio non farsi troppe domande) nella speranza che nel frattempo il messo comunale arrivi.

TAG: anagrafe, Comune Milano, pubblica amministrazione
CAT: Milano, P.A.

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