Il ricordo di Ennio Morricone, unico momento alto del festival triste

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4 Marzo 2021

Il festival non decolla e non è difficile immaginare il motivo. Non è un evento che si può organizzare a prescindere dal pubblico in platea, il rutilante mondo delle feste post kermesse, l’emozione dei presentatori per un appuntamento in diretta e completamente sotto i riflettori. Questo festival triste scorre come una diretta streaming improvvisata da casa propria e da una carrellata di volenterosi cantanti, ma non è questo Sanremo.

Unico momento toccante quando dopo l’esibizione di Laura Pausini l’orchestra ha suonato due brani dell’indimenticabile Ennio Morricone “Metti una sera a cena” e “Your love” interpretata da Il Volo. Se  il festival quest’anno non rappresenta l’eccellenza italiana  e mai l’ha rappresentata ma si poteva far finta,  ora più che mai sono i titani  come il maestro Morricone che ci  fanno intravedere una luce in fondo al tunnel.

Lo chiamavano il ragioniere della musica. Componeva in modo metodico, come un contabile che ogni giorno si siede alla scrivania per computare note con orari stabiliti. “Sono un impiegato della composizione” confidò anni fa ad un giornalista in un eccesso di modestia. Sposato con la stessa donna da sempre, medesimi ritmi , pochissimi uscite mondane, nessun atteggiamento istrionico che pure avrebbe potuto permettersi, è stato uno dei più grandi e versatili compositori del novecento e ha creato colonne sonore che hanno messo in subbuglio i nostri sentimenti profondi, almeno una volta nella nostra vita. Nato a Roma nel 1928, compagno di classe alle elementari del regista Sergio Leone, dopo il diploma al Conservatorio di Santa Cecilia già a metà degli anni 50 iniziò la collaborazione con la RCA, per poi debuttare in quello che sarà il suo percorso artistico principe: il cinema dove iniziò con Luciano Salce e la colonna sonora de Il federale nel 1961, dopo di che arrivò Sergio Leone e il resto è storia della musica.

IL 25 febbraio 2007 ha ricevuto il premio Oscar alla carriera, e a consegnarglielo è stato il celebre attore Clint Eastwood, protagonista degli indimenticabili film di Sergio Leone. Il 26 febbraio 2016, Il maestro ha guadagnato una stella la numero 2574 nella celebre Hollywood Walk of Fame e sempre in quella data, dopo aver ricevuto in passato 5 nomination agli Oscar, riesce a vincerlo per la miglior colonna sonora, del film The Hateful Eight di Quentin Tarantino. E pensare che al compimento del quarantesimo anno di età Ennio Morricone  voleva dedicarsi esclusivamente alla composizione di musica assoluta, però dopo aver disatteso questa promessa era solito dire “mai precludersi nessuna possibilità, perché non si è mai certi di quello che la vita può riservarci “

Morricone era tifoso della Roma aveva una passione per gli scacchi, per la privacy e per sua famiglia. E’ stato sposato dal 1956 fino a questa mattina con Maria Travia. Nessun gossip, 60 anni di unione e quattro figli: Andrea, Giovanni, Marco e Alessandra. Il primogenito è diventato anche lui compositore. La signora Morricone gli è stata accanto per 63 anni, e ha scritto anche alcuni testi delle sue musiche, meritandosi i ringraziamenti pubblici del grande artista. Tanto che la notte degli l’Oscar del 2016 fu definita dal marito il “suo mentore”. Si conobbero nel 1950, perché lei era amica di una delle sorelle del compositore che raccontò poi in un’intervista a Il Corriere della Sera come fece innamorare la futura moglie anche se in circostanze non proprio felice: “ “Maria ebbe un incidente, con la macchina di suo papà. Un attimo di distrazione, e andò a sbattere. La ingessarono dal collo alla vita, come si faceva allora. Soffriva moltissimo. Io le sono rimasto vicino. E così, giorno per giorno, goccia dopo goccia, l’ho fatta innamorare“.

Negli ultimi anni, memorabili i suoi concerti nelle arene più importanti del paese che per l’occasione registrarono il tutto esaurito. Ennio Morricone non temeva la morte, soleva affermare che tanto prima o poi dobbiamo andarcene e con pacatezza e lucidità così come è vissuto si è spento all’alba del 6 luglio circondato dai cari, la moglie Maria, i figli e i nipoti. “”Ha conservato sino all’ultimo grande dignità. Ha salutato l’amata moglie Maria, ha ringraziato i figli e i nipoti per l’amore e la cura  che gli hanno donato. Ha dedicato un commosso ricordo  al suo pubblico dal cui affettuoso sostegno ha sempre tratto  la forza della propria creatività” come ha fatto sapere  all’indomani della sua morte, l’amico Giorgio Assumma.

Qualcuno, lo ha accusato di sacrificare la vera musica per esigenze commerciali cinematografiche ma non è stato così. Morricone ha saputo dare libero sfogo alla propria creatività di arrangiatore inconfondibile tenendo conto della contingenza e dei gusti del pubblico. Le sue composizioni sono voli di gabbiano, uniscono cielo e terra, sanno farci librare in aria persino controvento per poi atterrare più liberi e leggeri davanti allo schermo di un cinema. Nell’attesa dei vaccini, un rimedio per alleggerire l’impressione di vivere  l’incubo, potrebbe essere sicuramente l’ascolto della musica di Ennio Morricone. 

TAG: ennio morricone, Festival di Sanremo
CAT: Musica

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