La musica bisestile. Giorno 322. Earth, Wind & Fire

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12 Febbraio 2019

Uno straordinario esordio di soul di una band che farà la storia della discomusic, qualche anno prima che nascesse quella musica ed esplodesse la moda delle discoteche

EARTH WIND AND FIRE

 

Il disco me lo regalò papa. Credo che nemmeno lui sapesse di cosa si trattasse, anche perché la discomusic era ancora agli inizi, ed era (lo sentirete) un disco di soul sperimentale, estremamente complesso, pieno di elucubrazioni appena accennate, e tantissimi ritmi ed armonie che incrociano rock, jazz, soul e tendenze etniche provenienti non solo dai Caraibi, ma anche dall’Africa australe. Un disco che è stato possibile solo in quel momento, perché due anni dopo c’erano stati “Saturday Night’s Fever” e la discomusic era esplosa dappertutto, cambiando profondamente le serate dei giovani, introducendo le discoteche come luoghi d’approccio sessuale, ed il ballo come mezzo di ruota pavonale che diventa discrimine.

“Earth, Wind and Fire”, 1970

Negli anni successivi Maurice White cambierà completamente stile e piazzerà alcuni brani indimenticabili nelle classifiche di tutto il mondo, cacciando Don Whitehead e Wade Flemons, che erano stati i musicisti chiave in questo primo disco. I nuovi brani sono scritti da Philip Bailey, che ha anche cantato con Phil Collins (“Easy lover”), e sono brani di successo. Roba spesso dozzinale, purtroppo. Le ho accluse a questa mia scheda, ma vi do anche la possibilità di ascoltare quei primi EW&F, che sono rivoluzionari e stupendi, ma non sono musica da discoteca. La differenza tra la prima o la seconda versione degli EW&F è visibile già dalle biografie dei musicisti. Maurice è cresciuto come turnista della Chess Records, ed ha suonato in oltre 200 dischi di grandi eroi del soul, ma si è occupato anche della co-produzione di dischi di divi del pop come Neil Diamond e Barbra Streisand.

Philip Bailey, invece, viene dal gospel ed è stato corista in band che suonano a party in spiaggia o sulle navi da crociera, e quindi ha un atteggiamento commerciale, non intellettuale con Maurice White. Il suo idolo è Stevie Wonder, quello di Maurice White è Elvis Presley. Bailey introduce anche il falsetto, che diventerà il marchio di fabbrica della band. Anno dopo anno, Bailey cancella tutto della band originale, anche perché Wade Flemons muore di cancro, Maurice White per le conseguenze del morbo di Parkinson. Per questo motivo, di questa straordinaria band rischia di restare solo la parte commerciale.

Maurice raccontava: “Un amico mi fece ascoltare i nastri, più o meno segreti, che Jimi Hendrix aveva registrato su demo prima di morire. Geniali, mi hanno sopraffatto. Ho solo cercato di riprodurre quel suono, senza avere una chitarra potente come la sua, e cercando di usare delle armonie jazz per costruire un soul il più lontano possibile dal blues, una musica per una società integrata, né per neri, né per bianchi. Poi ci siamo messi a guadagnare soldi e ci siamo divertiti, ma il primo disco è stato il nostro vero capolavoro. Sono stato il primo a portare la kalimba ad essere lo strumento leader di una grande orchestra, ho lasciato il mio segno, va bene così”. Per ascoltarla bene, la kalimba, ascoltate l’intero disco, anche la parte che io non ho allegato, e che è comunque disponibile su youtube.

 

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CAT: Musica

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