La musica bisestile. Giorno 6. Elton John

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8 Settembre 2018

Ognuno di noi, nella vita, ha avuto un momento per amare i New Kids of the Block, i Take That, i Bay City Rollers o Céline Dion. Solo che Elton John se li mette in tasca tutti, perché se raschi sotto la superficie trovi un artista vero, rovinato dal suo stesso successo

DON’T SHOOT ME I’M ONLY THE PIANO PLAYER

 

É vero, sono un insopportabile saputello, ma sono anche stato un ragazzino normale, che ha adorato anche cose semplici, commerciali: Canzonissima, Il Corriere dei Piccoli, Braccobaldo Bau, Yoghi e Svicolone, Enrico Montesano (che oggi mi fa rabbrividire di imbarazzo per quanto sia banale). Ed ho amato Elton John. Senza sé e senza ma. Alla TV fecero vedere un suo concerto, lui che saltava come un gatto impazzito intorno e sul pianoforte. E poi, d’un tratto, dal pubblico esce un ragazzo di colore che Elton lascia salire sul palco e cantano insieme. Ero talmente piccolo ed ingenuo, che non capii che la cosa era organizzata e che il ragazzo fosse un famoso cantante di blues. Per me era tutto una sola grande magia. Una magia durata dodici dischi, pubblicati a raffica tra il 1969 ed il 1975, dopodiché arrivò “Blue Move”s ed io, stizzito ed offeso, smisi del tutto di ascoltarlo. Per decenni. Ma oggi sono più maturo, ed ogni tanto metto sul piatto alcune delle vecchie (e, secondo me, bellissime) cose. “Goodbye Yellow Brick Road” è stato certamente il capolavoro più fortunato, “Madman Across the Water” quello musicalmente più complesso (e con Rick Wakeman degli Yes). Ma più di tutti amo il primo che ho sentito, e che secondo me ha solo canzoni meravigliose. Oggi, andare a sentire Elton John è accanimento geriatrico, ed anche allora, se avesse avuto produttori migliori, alcune cose sarebbero state più belle (ascoltate “Levon” fatta da Bon Jovi…). Ma non importa. Reggie Dwight è un pezzo importante della mia vita, e lo ringrazio per questo.

“Don’t shoot me, I’m only the piano player”, 1973

La storia di questo disco è parte dell’assurdo ottovolante con cui la DJM, tra il 1970 ed il 1974, prosciugò Elton John e Bernie Taupin: due album all’anno, almeno 120 date dal vivo – anche se alla fine, contando anche le esibizioni alla radio ed in TV, erano di più. Non c’è tempo per curare gli arrangiamenti, la band è praticamente stabile, anche se non particolarmente brillante, tant’è vero che in brani più complessi, in fase di masterizzazione compaiono Rick Wakeman alle tastiere, Jean-Luc Ponty al violino, John Lennon alla chitarra, che ci danno una ripassatina. Elton e Bernie parlano di ciò che sarebbe bello scrivere, Bernie scrive una decina (sic!) di testi, Elton ci strimpella sopra finché non è contento di una melodia, la scrive, la mattina dopo si registra. In questo disco c’è un brano, “Teenage idol”, che è dedicato a Marc Bolan. I due erano davvero socntenti, non avevano avuto il tempo di lavorarci quanto meritasse, il sound – simile ai T.Rex – che avrebbero voluto avere, non c’era tempo di farlo. Il castello in Francia in cui registravano era affittato per due settimane, poi basta. Assurdo, se si pensa che Elton John già vendeva milioni d dischi in tutto il mondo. Tutto doveva funzionare in quella piccola dimensione. Quanto fosse frustrante si è visto da “Rock of the westies” in poi, quando Elton John, potendolo pagare, fece suonare una seconda tastiera, con un musicista più bravo di lui, che fosse in grado di suonare brani più complessi.

Bernie Taupin & Elton John, verso la metà degli anni 70

Nel suo catalogo sterminato, se una cosa non funzionava subito, veniva buttata via. John Lennon disse che “Elton John ha decine di canzoni meravigliose che nessuno ha mai sentito, e che lui ha dimenticato di aver scritto”. Quando, nel 1991, uscì un album doppio, intitolato “Two rooms”, in cui artisti affermati cantavano le sue canzoni, non si poteva non ammettere che, arrangiate in modo decente, moltissime delle cose smielate e raffazzonate di Elton John divenissero brani strepitosi. Ma non importa, perché Elton e Bernie hanno ugualmente scritto brani indimenticabili, e quelli di questo disco, ne sono certo, sono nel cuore di tantissimi di noi.

 

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CAT: Musica

Un commento

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  1. sorsy 5 anni fa

    Perché Blue Moves ti lasciò offeso e stizzito?

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