La musica bisestile. Giorno 91. The Kinks

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20 Ottobre 2018

KINKS

 

Marianne Faithfull, nella sua autobiografia, racconta per circa 100 pagine le decine di artisti con cui è andata a letto. Un elenco sterminato e noioso, con una sola nota dissonante: con i fratelli Davies non ci sarebbe stata mai, sono brutti e non si lavano. I Kinks, dice la bella Marianne, puzzano e sono volgari. E difatti, nello sterminato biotopo del rock’n’roll dei primissimi anni 60, quando le band suonavano uno o due pezzi a sera, in circhi immensi di artisti diversissimi ed in competizione tra loro, i Kinks erano i primi (veri) maledetti.

“Kinks”, 1964

Una band di una borgata di Londra, gente che non ha mai studiato musica, che canta in inglese ma parla in cockney, che considera tutte le mode inglesi “uno schifo per gente che hai soldi e si annoia”, che dice dei i divi che sono “dei matti che non riuscirebbero a sopravvivere nella vita di tutti i giorni”, infamano l’industria musicale come “un girotondo divertente per ragazzi discoli come noi, con cui passar in allegria un paio d’anni di follia prima di tornare in fabbrica o a vendere carne e scarpe”.

Nessuna posa: non aggressivi, non volgari, non brutali, testi assolutamente ligi al mainstream, niente follie nei bar, solo tantissimo lavoro: un disco ed un tour ogni sei mesi. Testi divertenti, oppure appassionati, oppure colmi di uno snobismo proletario che adoro, come in Italia era capace solo un artista: Stefano Rosso. Ogni tanto c’è qualche strizzatina d’occhi ai Beatles, tant’è vero che “Waterloo Sunset”, una delle più belle ballate dei Kinks, non sarebbe esistita senza “Penny Lane”, ma alla fine chi se ne importa. I Kinks avrebbero comunque un posto nella storia, non fosse altro per “Lola”: “L’ho incontrata in un bar giù a Soho, dove bevi champagne ed ha il sapore di Coca-Cola alle ciliege”…

E siccome i tour sono sempre più lunghi e faticosi, i dischi vengono registrati in pochi giorni, in un carosello pazzesco che ha un solo artista analogo: Frank Zappa. Questa, che è la band più importante della storia dello skiffle, e che se non ci fossero stati i Beatles sarebbe probabilmente la band più importante della storia del rock’n’roll, ha scritto una cinquantina di canzoni indimenticabili, sparse per decine di dischi, per cui scegliere un album come il migliore è quasi impossibile. Per questo vi offro il primo, quando eravamo ancora completamente privi di sovrastrutture, suonavano tutto in maggiore e svelto, gran baccano, e tanta allegria.

 

 

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CAT: Musica

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