Claudio Baglioni, la sua canzone totale fatta di cinema, musica, danza e cuore

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28 Maggio 2021

Canzoni, musica, ballo, cinema, e tantissimi sentimenti, sono queste le cose saldate magistralmente insieme nello spettacolo “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA”, l’opera-concerto totale registrata presso il Teatro dell’Opera di Roma, tratta dall’omonimo e ultimo album di inediti di Claudio Baglioni e prodotto da Friends & Partners e Fenix Entertainment S.p.A. La regia teatrale è di Giuliano Peparini, la fotografia è di Ivan Pierri, la regia televisiva è di Luigi Antonini. E’ stato definito ‘uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali’, descrizione perfetta, perché a riavvolgere il nastro corto della memoria ricordiamo tutti che questo disco, uscito il 4 dicembre scorso, si è trovato davanti un mondo che ancora per qualche tempo avrebbe dovuto fare i conti con l’impossibilità di vivere la dimensione della musica live. E Claudio Baglioni ha rilanciato subito, inventandosi qualcosa di mai visto prima.

In tempi normali, infatti, non sarebbe mai stato possibile dar vita a un’opera che trasforma in ambiente scenico ogni spazio – retropalco, palchi, golfo mistico, platea, foyer, camerini e corridoi – del Teatro nel quale va in scena. Così il Teatro dell’Opera è diventata la pagina bianca su cui scrivere qualcosa di inedito in cui artista, orchestra, coro e parte del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, insieme a musicisti, vocalist, danzatori, performer e acrobati animano ogni angolo della struttura, dando vita oltre al palcoscenico anche a tutti quegli spazi che, solitamente, non sono luoghi di rappresentazione teatrale. La realizzazione di questo opera moderna ha richiesto quattro giorni di lavorazione, attenendosi in tutte le fasi di ripresa e di prove alle prescrizioni anti-covid del periodo emergenziale durante il quale sono state fatte. Adesso il prodotto è pronto, sarà disponibile in streaming a partire dalle ore 21.00 del 2 giugno per sei mesi sulla nuova piattaforma ItsART.

L’ultimo disco di Claudio Baglioni è la conferma ulteriore, se mai ce ne fosse stato bisogno, di un talento eccezionale e di un’artista sempre alla ricerca di nuove soluzioni espressive della forma canzone. E’ architetturale tutto ciò che lui sa fare con le canzoni, sia nella gestione delle parti, che degli intervalli vocali, che delle allitterazioni del testo. Una volta un maestro di musica da cui andavo mi disse “Baglioni sembra sempre alla ricerca della canzone perfetta”, non vedo come dargli torto. La struttura narrativa del disco, un concept album, gira intorno a una prima lei, la musica, raccontandola dagli esordi fino ai grandi concerti, e a una seconda lei, la donna amata, quella che non lo fa dormire e nel cui desiderio l’artista si strugge. L’opera-concerto presentata alla stampa in anteprima, evidenzia ulteriori strati dell’ultimo disco di Baglioni, mettendone in risalto alcune figure allegoriche da apprezzare a pieno.

Il film “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA” riprende l’idea wagneriana di opera d’arte totale. Arte totale in un intero teatro, dunque – in tutti i significati che il combinarsi di queste due formule è in grado di esprimere – che finisce, però, col rivelare un’estetica cinematografica, tanto da trasformare “IN QUESTA STORIA CHE È LA MIA” in un inedito assoluto. Le diverse scene dello spettacolo sono state riprese da diversi punti di vista – con l’uso di campi e controcampi – in modo da unire al lirismo fisico del teatro, la magia metafisica del cinema. Ne è uscito un vero e proprio film il cui destino sembra essere quello di gareggiare nei prossimi festival del cinema in programma. Un istant event, lo ha definito Claudio Baglioni, un evento che nel momento in cui avviene viene fissato. Novanta minuti di spettacolo che si apre con un monologo evocativo e rapsodico, scritto da Claudio Baglioni e interpretato da Pierfrancesco Favino, e un preludio danzato affidato all’étoile Eleonora Abbagnato. La direzione di orchestra e coro è di Danilo Minotti, mentre la direzione della band di Baglioni è affidata a Paolo Gianolio, che ha firmato gli arrangiamenti e le orchestrazioni di nove dei quattordici brani dell’album. Gli arrangiamenti degli altri sette brani portano, invece, la firma di Celso Valli. I contributi solistici sono di Giancarlo Ciminelli, Alessandro Tomei, Roberto Pagani, Danilo Rea e Giovanni Baglioni, che esegue la suite finale dell’album.

Copyright immagini: Angelo Trani

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CAT: Musica, Roma

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