Il NO stravince tra chi non conosce la riforma costituzionale

5 Novembre 2016

Secondo appuntamento settimanale, in avvicinamento al voto referendario del 4 dicembre, in cui cerco di rendere conto dello stato delle cose sulle tendenze di voto. Settimana scorsa abbiamo visto come sia fondamentale il “fattore partecipazione” sugli esiti finali della consultazione: un’alta astensione favorisce il SI, mentre una bassa astensione favorisce il NO. Quanti sono allora, attualmente, quelli che sono sicuri di recarsi alle urne?

Le stime presentate da alcuni istituti di ricerca non paiono del tutto verosimili, visto che si ipotizza un’affluenza vicina a quella che si registrerebbe in caso di elezioni politiche. Nel 2013 aveva votato circa il 75% degli italiani, mentre se si votasse oggi per il rinnovo del parlamento andrebbe circa il 70%. Impossibile quindi che al referendum vada una quota intorno al 65% degli italiani, come viene ipotizzato da qualcuno.

Secondo altre stime più credibili, oggi l’elettorato si dividerebbe in tre fasce: quelli sicuri di partecipare al referendum (il 39%), quelli incerti se partecipare o meno (il 23%) e quelli certi di non andare alle urne (il restante 38%). Vediamo di capire allora come sono fatti i primi due tipi di italiani, quelli che ci importano di più.

Tra i sicuri di partecipare, la battaglia tra il SI ed il NO è molto aspra: il SI è di poco sotto il 35%, il NO è di poco sopra il 35%, mentre il restante 30% non ha ancora deciso la propria scelta di voto. Una competizione serrata, come si vede, dove decisiva sarà la scelta di quel 30% di elettori che andranno sicuramente alle urne, ma ancora non hanno preso la propria decisione su quale parte appoggiare.

Tra coloro la cui partecipazione è invece incerta, le cose cambiano radicalmente. I NO prevalgono in maniera massiccia, sopravanzando i SI di almeno 15-20 punti percentuali, e confermando di fatto quanto si diceva la scorsa settimana: più votano, più il NO ne trae un vantaggio competitivo.

Ma ancora più interessante è l’analisi che si può effettuare prendendo in considerazione il livello di conoscenza della riforma elettorale che, come ho sottolineato, appare piuttosto bassino: soltanto poco più del 10-12% degli elettori si ritiene infatti ben informato sui quesiti, mentre un ulteriore 55% dichiara di conoscerne i contenuti soltanto “a grandi linee”.

Ebbene, tra chi conosce bene la riforma, la scelta tra NO e SI appare di nuovo in bilico, più o meno come tra chi è sicuro di andare a votare. Ma il dato più stupefacente riguarda coloro che la riforma la conoscono poco: una maggioranza nettissima tra loro (oltre il 60%) dichiara infatti che voterebbe NO, mentre solo il 30% propende per il SI.

Un dato che, ancora una volta, ci dimostra come la capacità comunicativa del governo sia altamente deficitaria. Così come era accaduto mesi fa per l’Italicum, pare che lo “storytelling” di Renzi non funzioni proprio: i cittadini italiani si mostrano infatti, quasi “a prescindere”, in netto disaccordo con le sue principali iniziative. Quando non le conoscono adeguatamente nel merito, non hanno dubbi e si dichiarano apertamente contrari. Per il governo, sarebbe probabilmente utile un’adeguata riflessione su questa costante alterità della popolazione nei suoi confronti.

TAG: Referendum costituzionale
CAT: Partiti e politici

8 Commenti

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  1. evoque 7 anni fa

    Anche la Brexit ha spopolato fra i meno acculturati. Tradizionalmente, chi è meno acculturato possiede meno strumenti per contrastare i venditori di fumo.: Grillo, Farage, Le Pen… Un interessante servizo di Quattroruote sui brexiter – i fautori dell’uscita dalla Ue – ha inequivocabilmente mostrato come l’ignoranza pervada le loro menti. Un esempio significativo, sono state intervistate, nel nord dell’Inghilterra dove i brexiter sono la stragande maggioranza, diverse persone ferocemente contrarie alla Ue; ironia della sorte, tutto ciò accadeva nella sede di un centro per l’impiego e la professionalizazione dei disoccupati su cui campeggiava la scritta: “Questo centro è finanziato con i fondi UE”. Attualmente, comunque, ben l’11 % dei brexiter è pentito della propria scelta. Abbasso dunque la democrazia referendaria, viva quella parlamentare. Per ovvie ragioni. Ne sanno qualcosa anche gli svizzeri con il risultato del dissennato referendum sui frontalieri.

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  2. evoque 7 anni fa

    Quindi, la sbobba che viene cucinata dai talk show, soprattutto di Telegrillo, in onda quotidianamente e tutte le ore, e palesemente orientati, non è servita granché, quanto a conoscenza dell’argomento, ai fan(atici), che se la bevono come fosse rosolio.

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  3. salvatore-clemente 7 anni fa

    Secondo il titolo di questo pezzo allora l’autore Paolo Natale dovrebbe essere il più ignorante di tutti perché non ha capito per niente di questa riforma! Mi ricordo di recente Severgnini da Lilli Grubber che disse addirittura: “Mi turerò il naso ma voterò Sì”. Quindi mi sa che tutta l’ignoranza degli italiani sta per lo più a sinistra. Poveri illusi, chi credete di infinocchiare? Altri fessi come voi?

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  4. giancarlo-anselmi 7 anni fa

    Il signor Salvatore Clemente appartiene a quella folta schiera di cittadini che danno dei fessi a quelli che non la pensano come loro. Se fosse un cittadino turco inneggerebbe ad Erdogan. Personalmente non sono di “sinistra”, ma ho un cervello che, nonostante appartenga alla categoria dei “fessi” (secondo il signor Salvatore Clemente), ho voluto, Costituzione vigente alla mano, analizzare il testo della proposta di revisione. Mi sono fatto un’idea per la quale voterò SI a dispetto di tutti coloro i quali affermano che “si sarebbe dovuto fare meglio”. Mi domando perché in trent’anni nessuno “ha fatto meglio”. Non so come sarà l’esito del voto referendario che, in ogni caso, non provocherà immani tragedie, ma solo un’occasione perduta o colta, ma continuerò a diffidare dai molti signori Salvatore Clemente che, beati loro, sono i depositari della verità. Buona domenica a tutti, anche al Signor Salvatore Clemente.

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  5. evoque 7 anni fa

    Caro Salvatore, lo sai che non è necessario essere maleducati per esprimere il proprio pensiero? Lo fai forse per sentirti in sintonia con pentastellati, di cui mi pari un sostenitore, i quali riempono il loro vuoto politico con l’insulto?

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  6. filippo-cusumano 7 anni fa

    Salvatore Clemente essere maleducato e offensivo non serve, però aiuta.
    A classificarti.

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  7. silvia-bianchi 7 anni fa

    Il titolo è piuttosto fuorviante, perché in realtà il no stravince tra coloro che dichiarano di non conoscere la riforma: può darsi benissimo che anche tra chi vota sì e si definisce “bene informato” non ci sia poi questa grande consapevolezza reale dei contenuti della legge Renzi-Boschi (“conoscere la riforma” è cosa MOLTO diversa dal “conoscere il quesito referendario”, ad esempio)… chi vota sì probabilmente tende a considerare il proprio voto più “informato” e “di merito” di quello, sinceramente ed esplicitamente strumentale, di chi dice “voto no per mandare a casa Renzi”; ma, se questa presunta consapevolezza è basata solo sull’adesione agli slogan della campagna “basta un sì”, direi che siamo comunque di fronte a un voto “personalizzzato” e strumentale

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  8. giorgio-cannella 7 anni fa

    Ecco due miei contributi sul referendum del 4 dicembre 2016. Spero che siano utili a fare chiarezza. Buona lettura.
    http://giorgiocannella.com/index.php/2016/06/03/referendum-costituzionale-italiano-ottobre-2016/ http://giorgiocannella.com/index.php/2016/10/29/referendum-4-dicembre-2016-parte-seconda/

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