Valentina
Saini

bio

Appassionata del Mediterraneo, ho vissuto per lungo tempo in Spagna e trascorso vari periodi di studio in Medio Oriente. Ho conseguito un DEA in comunicazione e giornalismo all’Università Autonoma di Barcellona. Scrivo o ho scritto di MENA, Sudamerica e Mediterraneo per Linkiesta, EastWest, Donneuropa, pagina99 e Corriere Innovazione. Da mio nonno agricoltore ho ereditato l’amore [...] per la terra. Da mio nonno generale (e mio padre Cavaliere della Repubblica) la passione per la legge e la giustizia.

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Ultimi commenti

Pubblicato il 15/09/2017

in: Educhiamo le ragazze alla diffidenza

Gentile Signora Martino, in quest'epoca di manicheismi e di aut-aut, si tende a dimenticare che spesso è una questione di sfumature. Esiste una diffidenza positiva, buona, che è l'espressione di saggezza antica: quella, tanto per intenderci, che mia nonna (settant'anni, con alle spalle fame, emigrazioni internazionali, due figlie e molto altro) cercava di trasmetter anni [...] fa a me, ragazzina ancora "diseducata" dai film hollywoodiani e da un certo ottimismo forzato-zuccheroso. Conosco molta gente che è diffidente ma non per questo vive nella paura o nel terrore: mio marito, per esempio, da buon siciliano è un po' diffidente (diffidenza che l'ha salvato da innumerevoli truffe e tentativi di raggiri) ma non per questo non è una persona ottimista, serena e positiva. Come lui, immagino, ce ne saranno tante altre - uomini e donne - da Nord a Sud. D'altro canto, può esistere anche un ottimismo un po' ottundente che ci fa guardare il mondo con degli occhiali rosa e una fiducia eccessiva che ci può indurre a credere che le favole raccontate da film, telefim e tv sempre con l'happy end incorporato... e questo vale soprattutto per le categorie più esposte a questo continuo bombardamento di fandonie, come appunto molte ragazzine (e ragazzini, ovviamente) (ricordando bene la giovinezza mia, e di tante amiche e cugine, sono cresciuta con il mito dell'uomo maturo ma sempre da giustificare, col principe azzurro, con quello che ti fa soffrire ma poi alla fine si pente e torna sempre: roba che neanche il Manzoni con l'Innominato...). In questo articolo MAI ho voluto deresponsabilizzare i maschietti, anzi. Ho auspicato interventi a livello politico, giuridico e sociale. Certo che bisogna educare tutti - maschi e femmine - ma l'educazione di massa ha tempi lunghi (quasi una longue durée braudeliana) e lo dimostrano i numeri purtroppo. Cosa crede che sia più facile? Mettere in guardia una brava ragazzina, in gamba e fiduciosa, di 13 anni a essere diffidente nei confronti dei compagni cretini o cattivi, o educare il giovane femminicida di Lecce?

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Pubblicato il 15/09/2017

in: Educhiamo le ragazze alla diffidenza

Buongiorno Tatiana. Forse non ha letto con attenzione il mio post: del resto capita, in questi tempi frenetici. Il post si concentrava su relazioni affettive e sentimentali, che dovrebbero essere contraddistinte da amore e rispetto ma che, talvolta, diventano pericolose. Relazioni dove il “fidanzatino”, il compagno, il marito, l'amico insultano, minacciano, abusano, uccidono. E infatti [...] nel post scrivo di “fidanzati, amici, compagni e mariti che picchiano, violentano, ricattano, abusano.” Esperti come la criminologa linkata alla fine dell’articolo ci insegnano che nessun segnale di minaccia deve essere sottovalutato. Ho conosciuto (e io stessa ci sono passata) troppe donne che, per amore, hanno lasciato correre e hanno tollerato troppo. Questo non significa, ovviamente, “andarsela a cercare”: la colpa ricade esclusivamente su chi abusa, insulta, minaccia, uccide. E questo non esclude, ovviamente, il lavoro che bisogna fare a livello collettivo (il che include l'educazione dei ragazzi), come del resto ho scritto: "Sono convinta che la politica debba fare di più, molto di più. Che ci voglia un impegno di tutta la società per mettere in moto il cambiamento culturale necessario affinché il maschilismo e la violenza sulle donne, in Italia, abbiano fine." Il punto è che quando si finisce involontariamente intrappolate in certi tipi di relazione è difficilissimo uscirne. Basta chiederlo a un/a psicologo/a specializzato in dipendenze affettive. Ecco perché quando avrò una figlia, voglio trasmetterle il valore della diffidenza. Non per colpa sua, ma per colpa di certi maschi stronzi che girano. Se avrò un figlio invece, stia pur certa che gli insegnerò a dare alle donne il rispetto che lui vuole per se stesso. Non dubito che gran parte degli uomini siano ottime persone. Ma i femminicidi non sono un’invenzione dei giornali. PS: non era un post sulle violenze sessuali (stupri e altro) commessi da sconosciuti. Ma, se lo fosse stato, come dimostra il mio lavoro, di sicuro non avrei responsabilizzato in nessun modo le donne. Ripeto, forse non ha avuto modo di leggere bene il post.

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