I russi conquistano anche il Niger

30 Luglio 2023

Così come era stato per la Guerra Fredda, il confronto tra Oriente ed Occidente si svolge non solo sulla frontiera del Donbass, ma ovunque – ovunque ci siano forze organizzate per rovesciare gli equilibri precari esistenti. Così è stato nel Niger, uno dei paesi più poveri del mondo, da un secolo sfruttato dall’industria francese e, da qualche anno, finito nel mirino di Mosca.

Mercoledì 26 luglio un gruppo armato, appartenente alla Guardia Presidenziale del Niger, occupa il Palazzo Governativo; il colonnello maggiore Amadou Abdramane, affiancato da diversi ufficiali, annuncia ai microfoni della TV nazionale la rimozione dal potere del presidente Mohamed Bazoumun: “Abbiamo deciso di porre fine al regime che conoscete” accusandolo di aver progressivamente peggiorato la sicurezza del Paese, portandolo al disastro economico e sociale[1].

Come di prassi, viene annunciata la sospensione della Costituzione e delle attività politiche, le frontiere vengono chiuse e viene minacciato chiunque tenti di contrastare il colpo di Stato. Sostenitori del golpe, giovedì, appena ricevuta la notizia, hanno saccheggiato e incendiato la sede del Parti Nigérien pour la Démocratie et le Socialisme (PNDS-Tarayya), al potere fino al giorno prima, dopo essersi radunati davanti alla sede dell’Assemblea Nazionale sventolando bandiere russe e gridando slogan contro i francesi[2].

La notte dopo, una nota firmata dal Capo di Stato maggiore dell’esercito fa sapere che l’esercito sostiene l’azione della Guardia Presidenziale con l’unico scopo di evitare spargimenti di sangue, impedire la destabilizzazione del Paese e salvaguardare l’incolumità del Presidente e della sua famiglia. Bazoum è prigioniero nella sua residenza, ma è in buona salute. Ad accertarsene è Emmanuel Macron, che è riuscito a mettersi personalmente in contatto con lui. Lo riferisce la ministra degli esteri francese Catherine Colonna in una conferenza stampa nella quale offre una “via d’uscita” ai golpisti qualora dovessero accettare di negoziare con i francesi, che hanno alle spalle la condanna unanime per gli atti compiuti da parte della comunità internazionale[3].

Venerdì i golpisti hanno annunciato che, a guidare il governo di transizione, sarà il 62enne generale Abdourahmane Tchiani, responsabile della Guardia Presidenziale. È un alleato stretto dell’ex presidente Mahamadou Issoufou e, paradossalmente, l’uomo che ha sventato un altro colpo di Stato nel marzo 2021. Nessuna sorpresa: il colpo di Stato nell’ex colonia francese è il settimo in Africa occidentale e centrale dal 2020 e potrebbe avere gravi conseguenze per il progresso democratico e la lotta contro i gruppi insorgenti islamisti collegati ad al Qaeda e allo Stato Islamico nella regione, dove il Niger è un alleato chiave dell’Occidente. Ma è anche l’ennesimo passo in avanti del progetto di estensione dell’influenza russa nel continente.

Bamako, 7 febbraio 2023: il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov stringe la mano del ministro degli Esteri maliano Abdoulaye Diop – sono i giorni delle trattative della Russia con i apesi del Sahel per cambiarne la storia e l’orientamento internazionale[4]

Il paese era visto come l’ultimo grande alleato contro l’estremismo religioso nella regione del Sahel: “la Francia ha perso il suo più stretto alleato nella regione, l’unico ad essere stato eletto democraticamente nel 2020”, afferma Emmanuel Dupuy, capo del think tank IPSE, specializzato in sicurezza in Europa[5]. Con un accordo di cooperazione la Francia ha recentemente inviato circa 1500 soldati in Niger, trasformandolo in uno degli hub aerei più importanti per le truppe francesi, costrette a trasferirvi l’anno scorso il proprio centro logistico dal Mali dopo il fallimento dell’operazione Barkhane a seguito del crescente sentimento anti francese accompagnato dall’aumento delle violenze nel Sahel[6].

Anche l’Italia è presente in Niger dal 2018 con la missione MISIN, con circa 300 soldati[7]. Il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli dichiara: “Sembra che dietro questo golpe ci sia ancora una volta la Russia”[8], basandosi sul fatto che negli ultimi anni il Niger è stato nel mirino di complesse campagne di disinformazione russe[9]. Dopo il colpo di stato dell’ottobre 2022 in Burkina Faso, i canali Telegram filo-russi suggerivano il Niger come obiettivo futuro[10]. Le reti di disinformazione collegate al gruppo Wagner hanno cercato almeno un paio di volte di alimentare voci di un colpo di stato in Niger, anche attraverso uno schema online accuratamente orchestrato in coincidenza con un viaggio all’estero del presidente Bazoum nel febbraio 2023[11].

La destabilizzazione del Niger rappresenterebbe un ennesimo passo in avanti per i mercenari russi che imperversano in diverse zone della regione. La crisi delle relazioni tra Putin ed il capo del Wagner Group, Yevgeny Prigozhin, non cambia nulla: il gruppo mercenario ha semplicemente cambiato capo, ed il gruppo in questi luoghi è talmente radicato da poter vivere di linfa propria, e continua ad essere un hub bellico della Federazione russa[12]. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, pur condannando il colpo di Stato e auspicando il ristabilimento dell’ordine[13], ha riferito che l’assistenza alla sicurezza ai paesi africani continuerà, menzionando specificamente la Repubblica Centrafricana e il Mali.

Nel mirino delle superpotenze ci sono le miniere di uranio, fonte strategica ed essenziale per la vasta rete delle centrali nucleari soprattutto francesi: senza di loro, ad esempio, sono a rischio le attività estrattive dove Orano[14], la società mineraria francese, è in prima linea. Il Niger è il settimo produttore mondiale di uranio, assicura il fabbisogno dell’elemento radioattivo per il 5% del mercato totale con 2020 tonnellate (2022)[15]. La quasi totalità entra nel mercato europeo, al punto da rappresentarne quasi un quarto del totale[16] – quindi molto più di quanto venga acquistato dal Kazakistan, il primo esportatore del mondo.

Niamey, 28 luglio 2023: dimostranti favorevoli al colpo di Stato festeggiano la vittoria con una bandiera russa[17]

Diversi siti minerari a cielo aperto si trovano vicino alla città di Arlit, nel nord-ovest, e sono gestiti da Somair (Société des Mines de l’Aïr), una joint venture tra la francese Orano con il 63,4% e Sopamin (Société du Patrimoine des Mines du Niger di proprietà statale del Niger) con il 36,66%. Il sito di Imouraren, a circa 80 km a sud di Arlit, secondo Orano contiene una delle più grandi riserve del mondo[18]: le attività estrattive, malgrado ci siano le licenze per operare, sono in standby in attesa che il prezzo dell’uranio migliori. In termini monetari l’uranio per il Niger è la voce che nell’esportazione occupa, dopo l’oro, il secondo posto.

Il presidente Mohamed Bazoum aveva vinto le elezioni presidenziali con il 56% dei voti nel febbraio 2021, elezioni ampiamente considerate libere ed eque dopo una lunga quanto drammatica storia di governi militari, una vera speranza per uno dei Paesi più poveri del mondo che ha visto contrarre il proprio reddito pro-capite, negli ultimi 35 anni di stagnazione, del 29%. Ma nel nuovo quadro geopolitico infuocato dalla guerra di Ucraina e dall’incapacità mondiale di trasformare il vecchio equilibrio bipolare in un nuovo ordine multipolare, il massacro del Niger conta meno di un acquazzone in una dimenticata valle europea. La copertura mediatica di quest’ultima è molto più grande e competente.

 

 

 

[1] https://edition.cnn.com/2023/07/26/africa/niger-presidency-attempted-coup-intl/index.html
[2] https://www.dw.com/en/niger-coup-not-final-says-france-as-army-backs-putsch/a-66373715
[3] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/niger-il-volto-del-golpe-137684
[4] https://www.france24.com/en/africa/20230207-lavrov-says-russia-to-help-mali-improve-military-capabilities
[5] https://twitter.com/emdupuy
[6] https://www.rfi.fr/en/africa/20220328-complex-redeployment-as-french-forces-in-mali-retreat-to-niger-operation-barkhane-sahel
[7] https://www.analisidifesa.it/2023/07/golpe-in-niger-il-sahel-ci-presenta-il-conto-per-la-guerra-alla-libia-del-2011/#:~:text=L’Italia%20schiera%20300%20militari,Libia%20e%20poi%20in%20Italia.
[8] https://www.analisidifesa.it/2023/07/golpe-in-niger-il-sahel-ci-presenta-il-conto-per-la-guerra-alla-libia-del-2011/#:~:text=L’Italia%20schiera%20300%20militari,Libia%20e%20poi%20in%20Italia.
[9] https://africacenter.org/spotlight/mapping-disinformation-in-africa/
[10] https://twitter.com/casusbellii_cb/status/1627003037079183361
[11] https://www.jeuneafrique.com/1444605/politique/mohamed-bazoum-armer-les-civils-pour-combattre-les-terroristes-est-une-tragique-erreur/
[12] https://apnews.com/article/wagner-group-mali-putin-russia-sanctions-e467af004ff9286629460455eb42b100
[13] https://www.reuters.com/article/niger-security-russia-lavrov-idAFS8N39B06R
[14] https://www.orano.group/en
[15] https://world-nuclear.org/information-library/country-profiles/countries-g-n/niger.aspx
[16] https://world-nuclear-news.org/Articles/A-guide-Uranium-in-Niger
[17] https://www.bbc.com/news/world-africa-66322914
[18] https://www.reuters.com/markets/commodities/uranium-mines-niger-worlds-7th-biggest-producer-2023-07-28/

TAG: #GrupopoWagner, #MohamedBazoum, #russia, golpe, Niger
CAT: Africa, Geopolitica

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