Elly, vai a cena a casa La Russa

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26 Agosto 2023

Ormai non si contano più. Le dichiarazioni imbarazzanti degli esponenti di questo vero e proprio regime, scelto dagli italiani, sono talmente grottesche che è difficile starci dietro. Ogni giorno ci si chiede se sia una parodia di Crozza oppure sia la realtà.

Ma fanno a gara a chi le spara più grosse, e forse, è proprio per il suo silenzio che spicca il signor Meloni, il quale ha imparato a poco a poco quanto sia più virtuoso, perché almeno stando zitti non si incappa in facilissime critiche.

Ma i suoi famigli, si salvi chi può. Il suo cerchio magico, ognuno ne ha uno, formato soprattutto dal cognato e da persone a lei vicine e vicinissime, e anche meno vicine ma loquacissime, è un gioco di fuoco i cui botti raggiungono distanze siderali e riescono a propagarsi, cosa che va al di là delle leggi della fisica, soprattutto nel vuoto. Perché siamo immersi nel vuoto istituzionale, vuoto pneumatico d’intelligenze, di riflessioni, di provvedimenti.

L’ultima del cognato e ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (da chiedersi cosa capisca di botanica e di ecosistemi), e della quale parlano tutti, incluso il presidente del Senato che anche lui non sa mai tenere la bocca chiusa, è che i poveri mangiano meglio dei ricchi. Dopo quella delle sostituzioni etniche e di tante altre, non è mica un caso isolato. Queste le sue parole:

“In Italia abbiamo un’educazione alimentare interclassista: spesso i poveri mangiano meglio, perché comprano dal produttore e a basso costo prodotti di qualità”. Chissà quali sono ‘sti poveri che vanno direttamente dai produttori. In genere questa del chilometro 0 e del prodotto di qualità è stata un’iniziativa borghese degli anni scorsi, dove le famiglie si riunivano in associazioni e andavano a visitare a turno nelle campagne i produttori per scegliere quelli che coltivavano senza pesticidi per poi comprare i loro prodotti sicuri, stagionali, e pure a un prezzo elevato, proprio perché i prodotti senza pesticidi od ormoni costano di più, rendendo meno rispetto alle coltivazioni imbottite di prodotti chimici. E possono essere, ovviamente, solo prodotti locali, non frutta esotica o che non cresce sul posto. Diciamo che le arance a Milano diventano frutta esotica, per fare un esempio, così come le mele della Val di Non a Palermo. I poveri tutto questo non lo possono fare e vanno al supermercato dove arrivano i prodotti della grande distribuzione che provengono da chissà dove, probabilmente senza tutti quei controlli a cui è sottoposta la merce edibile in Italia. Perfino Bruno Vespa, il quale chissà se è mai andato a fare la spesa da sé, e dove, si è detto stupito di quest’attacco alle parole del ministro. Senza parole, pur di giustificare l’ingiustificabile.

Si può cercare di limitare l’inopportuna boutade dicendo che la Lollo del parlamento intendesse che i menù dei ricchi sono talmente raffinati che poi alla fine mangiano male e che invece i menù dei poveri contengono cibi basilari che sono più sani, ma il concetto è già sbagliato in partenza. Cosa che dimostra come la Lollo parlamentare non abbia la più pallida idea di cosa significhi l’alimentazione sana e di come si possa raggiungere, e soprattutto alla portata di chi sia.

Meglio significa tante cose, prima di tutto sano, perché se mangio porcherie facilmente reperibili ma trattate con pesticidi o altri veleni, meglio proprio non è. Il che dimostra anche un’altra cosa, ossia che il ministro non conosce il valore dei termini in italiano, come pure tante altre persone.

Si sono disturbati perfino dei medici, ossia persone laureate, per discutere, difendendo o attaccando il ministro per questa sua epocale dichiarazione che chiarifica i dubbi di un intero popolo, che quando va al ristorante si vede aggiunto sullo scontrino qualche supplemento. Sono certo che da qualche parte spunterà la voce “+20% per genuinità dei cibi”, anzi, perché no, il 30%. Mangiare meglio è un lusso da poveri, d’altro canto.

Mettere insieme gli ingredienti per farsi una buona pasta alla Norma, come suggerisce La Russa, che vuole pure invitare Elly Schlein da lui, un piatto che sarebbe, secondo lui la quintessenza del mangiare meglio e quindi sano, questo bisogna fare. I poveri, che poi sono quelli che, sempre più numerosi vanno alla Caritas o altre mense benefiche perché o non hanno più una casa, o se ce l’hanno magari non hanno più il gas perché o glielo hanno bloccato perché non pagavano le bollette o, se vivono in luoghi dove il gas di città non arriva, non possono comprare la bombola, per poter approntare un piatto di pasta alla Norma devono avere innanzitutto gli ingredienti: pasta, melanzane, olio di semi, passata di pomodoro, ricotta salata. La pasta, se si vuole mangiare proprio sano, dev’essere fatta con farina o a chilometro 0, possibilmente senza glifosati, come trovati in Agnesi, Divella, Rummo, Lidl, Esselunga, Garofalo, anche se al di sotto dei limiti consentiti dalla legge, ma ce li hanno. E ultimamente anche il costo della pasta è aumentato, almeno 2 € al kg. Le melanzane a seconda di dove le compri variano da 1,70 € a 4,00 € e anche lì senza la certezza che non abbiano usato pesticidi. L’olio di semi, meglio quello di arachide perché altrimenti la frittura potrebbe diventare un attentato al fegato, costa dai 3€ in su. La passata di pomodoro, magari di pomodori italiani (anche perché non dimentichiamo che Lollo cognato include nel suo dicastero la sovranità alimentare), si spera non trattati, parte da 1,40 € per 400 g. La ricotta salata parte dai 4 € al kg. Mettiamoci, per i privilegiati che possono permettersi di cucinarlo in casa, anche il costo del gas per cucinare prima il sugo, poi friggere le melanzane (e buttare via l’olio residuo, perché non si può riutilizzare), il costo della carta assorbente per far scolare l’olio in eccesso, visto che le melanzane assorbono moltissimo olio (fritto), l’acqua da far bollire, ecc. Alla fine, per un povero non è una spesa così indifferente. Meglio un uovo sodo o al tegame e un po’ di pane duro, di qualche giorno prima. O, ancora più comodo, un hamburger da MacDonald’s, che costa poco più di 1 € , 2 € se ne mangi 2, e magari se prendi il menù completo, con patatine fritte, ti viene a costare meno di un piatto di pasta alla Norma.

Questo, probabilmente, La Russa, Lollobrigida, Vespa, lo ignorano. O forse, più facilmente, ignorano cosa significhi essere poveri. Chiedete a La Russa se è mai andato a fare a spesa, soprattutto in questi ultimi tempi.

Naturalmente poi, anche se la pasta alla Norma è buonissima, proprio a causa delle fritture e del sale, proprio sana sana non è. Diciamo che è un piatto per chi sta bene e non ha problemi di sorta. Ma i poveri, in generale, proprio perché sono poveri, hanno anche tutti i problemi di salute del mondo. Quando sei povero non hai scelta, non puoi scegliere la carotina bio o l’uovo della gallina felice alimentata a vermi della terra che lei stessa si tira su dall’aia. Scegli, per forza, quelle da polli d’allevamento intensivo. E non risultano proprio sane sane, anche se le vendono al supermercato. Non scegli i grassi migliori, non scegli la carne e il pesce se ti hanno tolto il reddito di cittadinanza, ma scegli cibi rielaborati a basso costo, provenienti da chissà dove. Spesso Report ci ha illuminati sul percorso che compie il latte da paesi lontani, per poi essere spacciato come latte italiano. Il concetto di mangiare meglio se si è poveri, scappato di bocca come un peto irrefrenabile al ministro cognato, ha una quantità di falle che nessuno si immagina.

Fila chilometrica all’ingresso del ristorante “Al boccone del prete”, rinomato tre stelle Michelin per i poveri. Certo che mangiano meglio dei ricchi!

Possiamo quindi dedurre, dall’enunciato della Lollo parlamentare, che i ristoranti per ricchi, ossia quelli di Cracco, Briatore (e quindi anche quello del ministro Santanchè o del suo falso Dimitri, visto che gli ha generosamente ceduto le quote), Cannavacciuolo e molti altri, siano ristoranti dove si mangia malissimo, anche se paghi cifre spropositate. Questo si deduce sillogisticamente dall’aforisma lollobrigidiano diffuso con tanta perizia e generosità, senza pensarci su tanto.

Mangiare meglio significa anche vivere meglio, perché l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella salute. Essere poveri garantisce quindi una salute di ferro.

Le parole sono importanti, Lollobrigida. Così come sono importanti le dichiarazioni tanto discusse del generale Vannacci, così osannate e sostenute da Donzelli, Salvini, Sgarbi e altri sciagurati che cercano di far leva, come sempre, sulla gente ignorante e piena di pregiudizi che, sentendosi spalleggiata dai potenti, li voterà sicuramente alle prossime elezioni. Vili. Vili e in mala fede. Vili, in mala fede e perniciosi. E, soprattutto, sempre travisati, mai un esame di coscienza e chiedere scusa per essersi espressi male.

Perfino il presidente Mattarella, che, al contrario di tutti gli altri, conosce benissimo il peso delle parole, perché, appunto, sono importanti, dopo il suo chiarissimo intervento a Rimini, viene pure criticato dal generale Vannacci, che dice di approvare al mille per mille ciò che il presidente dice tranne poi precisare che è “un’ovvietà”  e rifiutandosi di pensare che siamo tutti uguali, come ha scritto nel suo capolavoro letterario che sta vendendo più del Premio Strega. Dimostrando così anche lui di non conoscere il valore dei termini della lingua italiana, a dispetto delle tre lauree militari conseguite in Italia e in Romania. Chissà chi glielo ha scritto, il libro.

Meloni tace. Chissà che cosa pensa. Meglio tacere anziché fare le figuracce, per di più in sede internazionale, come quella del significato dei colori della bandiera italiana. È una tattica anche quella, chi non fa non falla.

Nel frattempo il paese precipita. Le campagne d’odio, contro gay, migranti, eccetera, fomentate da Salvini, Meloni, e resto della corte dei miracoli negli anni passati e assorbite da gran parte della popolazione ignorante, producono aggressioni, stupri (anche blasonati, vedi il caso La Russa, in corso d’indagine), discriminazioni, facendo scivolare il paese verso il terzo mondo. La sanità è a livelli sempre più bassi e, per i famosi poveri, un pianeta proibito. Sentiremo dire tra non molto che i ricchi muoiono perché sono curati peggio dei poveri. Magari lo dirà sempre Lollobrigida, c’è da aspettarselo. La Scuola non ne parliamo. I servizi ci si chiede che servizi siano, visto che funzionano poco e male. I costi aumentano, per tutto. Per spostarsi oggi si spende molto più di poco tempo fa. Le famose accise sui carburanti, così vituperate in campagna elettorale dalle destre, sono sempre lì a dimostrare che l’attuale governo è inetto e in mala fede.

Carunchio, i ricchi sono meglio perché sono ricchi. Punto e basta.

E io pago.

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CAT: agroalimentare, salute e benessere

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