Steve Bannon, l’estremista di destra fan di Evola che dà la linea a Trump

12 Febbraio 2017

Se la nomina di The Donald a Presidente degli Stati Uniti viene salutata con un agghiacciante «Heil Trump!» – con tanto di braccio alzato – da Richard Spencer e dai suoi seguaci di estrema destra del cosiddetto Alt-Right movement si può anche pensare che si tratti di una sorta di squallido folklore mortifero. Se poi The Donald si mette a fianco come sommo consigliere politico Steve Bannon e immediatamente l’Anti-Defamation League, una delle più potenti associazioni ebraiche americane che si occupa di discriminazione, dice chiaramente che Bannon «deve andarsene» e il suo CEO Jonathan Greenblatt afferma che «se un giorno i musulmani-americani saranno costretti a registrare le loro identità, allora quello sarà il giorno in cui ogni ebreo orgoglioso del proprio ebraismo si dirà musulmano» ci sarà senz’altro chi sosterrà che, si sa, ’sti ebrei sono ipersensibili e vedono antisemiti e fascisti dappertutto.

Già. Resta il fatto che Bannon, fondatore di Breitbart News, sito ultraconservatore di tendenza populista, è e sarà lo stratega della linea politica di Trump. Lui, Bannon, il cui sito è stato accostato al nazionalismo suprematista bianco. Lui, Bannon, che due giorni fa il New York Times, in una corrispondenza da Roma di Jason Horowitz, ha svelato essere un fan nientepopodimeno che di Julius Evola. Racconta Horowitz che le radici della visione apocalittica e buia di Bannon si trovano in una conferenza su islam, populismo e capitalismo che tenne in Vaticano nel 2014. Ed è in quella occasione che il guru di Trump dimostra di conoscere molto bene Evola, filosofo, pensatore, affiliato al nazismo. Grande propugnatore del Tradizionalismo, la sua è una visione generale di estrema destra che vede il progresso e l’uguaglianza come illusioni avvelenate.

L’Italia fascista fu il suo humus, ma chi ha buona memoria se lo ricorda come padrino spirituale dei terroristi dell’Italia post fascista degli anni ’60 e ’70. Non a caso adesso il movimento neo-nazista greco, Alba Dorata, lo include nelle letture preferite e anche l’Ungheria antisemita e anti-migranti lo ammira e lo cita spesso.

Prendete dunque Spencer e Evola, mixate bene il tutto, versate il cocktail nel calice Bannon e avrete una idea (terrificante) della struttura ideologica dell’amministrazione attuale americana. Qualcuno è poi andato a ripescare un articolo, “An Establishment Conservative’s Guide to the Alt Right”, in cui Bannon indica Evola come uno dei pensatori nei cui scritti si ritrovano le origini della alternativa di destra (la sua Alt right). Un articolo in cui, tra l’altro, si loda la gioventù internet dei trolls che ha dato energia e forza al movimento Alt Right: «hanno forte senso dell’umorismo, usano linguaggio anti semita e godono di un’innegabile moda».

Horowitz racconta infine come Mr Bannon abbia sottolineato, nel suo speech in Vaticano, che il fascismo è venuto fuori dalle idee di Evola, e Evola ha usato il fascismo per espandere e far conoscere le sue idee. Ha anche aggiunto che Putin rappresenta una cleptocrazia e ha ben compreso il rischio di un esistente pericolo per un potenziale nuovo califfato e l’importanza perciò di usare il nazionalismo per rafforzare le istituzioni tradizionali. Da ricordare che il pensatore più vicino a Putin è Aleksandr Gel’evič Dugin, politologo e scrittore ultranazionalista e anti liberale discendente intellettuale di Evola. Dugin suggerisce una teoria geografica basata sull’Eurasianesimo e ciò ha fornito al Cremlino una struttura filosofica per l’espansionismo e la politica di ingerenza nell’Europa Orientale.

Insomma, dalla Casa Bianca suggeriscono un mondo dove le bestie nere sono la democrazia liberale, la libertà individuale, il materialismo. Il tutto in nome del Tradizionalismo.

Auguri a tutti noi.

TAG: Donald Trump, julius evola, steve bannon
CAT: America

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