Il Tortellante: il cibo come strumento di inclusione

:
12 Aprile 2021

Sono composti da una pasta ripiena, dalla tipica forma che la leggenda vuole simile all’ombelico di Venere: stiamo parlando dei celebri tortellini. Da questo cibo tradizionale dell’Emilia nasce “Il tortellante”, un laboratorio terapeutico-abilitativo dove giovani e adulti autistici producono pasta fresca, realizzata a mano. Avviato nel gennaio 2016, il progetto è promosso dall’Associazione Aut Aut di Modena; durante il primo anno di attività, ragazze e ragazzi tra i 15 e i 27 anni, con diversi livelli di abilità, sono stati divisi in tre gruppi di lavoro e hanno svolto le mansioni assegnate per due ore alla settimana: in molti casi, le persone autistiche si sono rivelate più abili e costanti dei loro coetanei senza autismo; tutti i partecipanti hanno potenziato la propria autostima e migliorato alcuni aspetti fino ad allora critici, quali: lavorare in gruppo, rispettare le regole, gestire i tempi, etc.

Il laboratorio si pone proprio obiettivi che riguardano percorsi formativi per agevolare l’inserimento lavorativo delle persone affette da autismo, migliorare l’autonomia e la condizione di vita in vista del “dopo di noi”, sostenere le famiglie nella transizione verso l’età più adulta, sensibilizzare la comunità sul tema dell’autismo.

Oltre a “Il Tortellante”, l’associazione organizza altre attività vòlte al raggiungimento degli obiettivi di cui sopra e, tra queste, possiamo citare: Stasera usciamo Noi e Stasera festeggiamo: uscite serali o al sabato per gustare una pizza in compagnia, ballare, guardare un film. L’intento è migliorare la socializzazione e le autonomie; Abitare sicuro, Week end in autonomia, durante il fine settimana, i ragazzi vivono fuori casa e si impegnano a occuparsi di un appartamento (pulire, fare i letti, ma poi anche fare la spesa, cucinare, etc,); Vacanze invernali o estive, presso località di montagna o al mare, vengono organizzate settimane di vacanza per divertirsi e riposare; inoltre, si cerca per i ragazzi un lavoro come camerieri, per favorire inclusone sociale in occasione di feste, cene, eventi aziendali; e, infine ma non meno importante, un progetto sanitario (in fase di realizzazione) per avvicinare le persone autistiche ad un percorso medico-sanitario: andare dal dentista, fare prelievi, visite specialistiche.

Prendersi cura degli altri è prendersi anche cura di sé: dagli insegnamenti delle “rezdore” emiliane – mamme e nonne – che cucinavano con amore fino alla società intera che, con la stessa attenzione, deve prendersi cura di tutte e tutti.

TAG: autismo, cibo, inclusione, inclusione sociale, sociale, società
CAT: cibo & vino, discriminazioni

Nessun commento

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

CARICAMENTO...