Nasce il primo motore di ricerca per l’economia circolare

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5 Giugno 2020

Nasce il primo motore di ricerca dedicato all’economia circolare. Il progetto è della start up innovativa e società benefit Circularity. Il motore di ricerca servirà a raccogliere informazioni e concludere transazioni che consentono alle imprese industriali di attivare processi di economia circolare e gestire i rifiuti come una risorsa e non soltanto come un costo e un materiale da smaltire.

La start up è stata fondata nel 2018 con l’obiettivo di rivoluzionare il mondo dei rifiuti in Italia. La società ha sviluppato la prima e unica piattaforma in Italia che mette in rete gli attori del processo di produzione, trasformazione e gestione dei rifiuti, per avviare percorsi di economia circolare. Inoltre, sviluppa e gestisce progetti di consulenza mirati per accompagnare le aziende nel percorso di integrazione della sostenibilità ambientale, e in particolare dell’economica circolare, all’interno del proprio modello di business.

La piattaforma digitale ideata da Circularity permette di trovare in pochi passaggi i partner migliori per dare nuova vita ai propri rifiuti e abilita la collaborazione e lo scambio peer to peer dei materiali, grazie al suo network geo referenziato di imprese industriali che producono scarti, imprese che possono riutilizzare quegli scarti nei loro processi di produzione, impianti di trasformazione dei rifiuti, che li fanno diventare materie prime seconde per nuovi prodotti, e trasportatori autorizzati. Attraverso la piattaforma, e con il supporto del team di professionisti esperti di sostenibilità e di ingegneria dei materiali, in pochi clic le imprese riescono ad avviare dei circoli virtuosi per riutilizzare i materiali e ridurre al massimo gli sprechi. Questo porta un triplice vantaggio: la riduzione del proprio impatto ambientale, l’ottimizzazione dei costi di gestione dei propri rifiuti e la valorizzazione dei materiali all’interno del ciclo produttivo contribuendo attivamente alla transizione verso l’economia circolare.

Nel Rapporto 2020 Ispra sui rifiuti speciali, ossia gli scarti delle attività economiche e produttive, emerge che lo smaltimento dei rifiuti delle imprese italiane in discarica e da altre operazioni, corrisponde a oltre il 19% del totale dei rifiuti speciali gestiti nel 2018, pari a 29,5 milioni di tonnellate di materiali di scarto. Un dato ancora troppo elevato, insostenibile dal punto di vista ambientale e che genera costi di gestione molto alti per le imprese.

«Questo spreco di risorse e la considerazione che nella pratica i manager che si occupano della gestione dei rifiuti lo fanno nell’ottica dello smaltimento, nel rispetto delle normative, ma raramente con l’obiettivo della valorizzazione e dell’economia circolare, sono alla base del nostro progetto e della nostra piattaforma», commenta Alessandra Fornasiero, co-founder e eo di Circularity. «Gli imprenditori non hanno piena consapevolezza di cosa accade dei materiali di scarto fuori dai cancelli della propria azienda e molto spesso sottovalutano la responsabilità estesa del produttore del rifiuto, che ha anche risvolti penali. Circularity punta ad aiutarli, diventando un punto di riferimento unico per le aziende nel loro percorso di integrazione della sostenibilità nel business, in particolare nella sua dimensione ambientale».

Come funziona la piattaforma per l’economia circolare

La piattaforma parte con un database geo-referenziato di oltre 20.000 operatori suddivisi in imprese industriali produttrici e utilizzatrici, impianti di recupero-trasformazione e trasportatori in grado di garantire lo scambio dei materiali tra i diversi operatori nel percorso circolare di riutilizzo attivato. Il servizio è fruibile sottoscrivendo un abbonamento e permette di avere accesso alla piattaforma per il “calcolo” del proprio percorso circolare.  Una volta inserita la posizione, l’azienda seleziona l’oggetto della sua ricerca scegliendo tra rifiuto, sottoprodotto o End of Waste. A questo punto la piattaforma consente di definire le categorie di utenti da includere nella ricerca: produttore di scarti in forma di rifiuti o di sottoprodotti; utilizzatori di sottoprodotti o End of Waste; impianti autorizzati al trattamento di rifiuti speciali; trasportatori autorizzati di rifiuti. Infine, si imposta l’area geografica e si avvia la ricerca. La piattaforma restituisce quindi sulla mappa le informazioni dei soggetti che soddisfano i criteri di ricerca con il relativo rating, un punteggio attribuito da Circularity che permette di sapere di più sulla loro sostenibilità, in modo che la scelta dei propri partner tenga conto non solo di variabili come la vicinanza o i costi, ma anche del loro impatto sociale o ambientale. La piattaforma genera così tutte le informazioni che servono all’azienda per la scelta del proprio percorso circolare. I consulenti inoltre affiancano e aiutano le imprese abbonate. L’abbonamento ha durata annuale.

«Per la mia generazione, il passaggio all’economia circolare non è un’opzione ma una necessità», ha dichiarato Camilla Colucci, 25 anni, co-founder e amministratore di Circularity. «La natura, dove i rifiuti diventano risorse in cicli circolari e rigenerativi che si autoalimentano, è la nostra maestra. Oggi la tecnologia può darci un grande aiuto nel condividere le best practice e nell’attivare percorsi di recupero, riciclo e riuso nelle imprese italiane».

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TAG: ambiente, Circularity, Economia circolare, rifiuti
CAT: economia circolare

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