Turismo, al palo gli arrivi internazionali in Italia nel primo trimestre

17 Luglio 2018

L’Italia si conferma fanalino di coda in Europa nel trend di crescita del turismo internazionale con un dato, relativo ai primi tre mesi dell’anno, clamoroso: nessuna variazione positiva nel confronto con l’analogo periodo dello scorso anno. È ciò che emerge dal nuovo rapporto della European Travel Commission (ETC),  l’organizzazione che raccoglie gli enti di promozione turistica di 32 Paesi europei, Italia compresa.

Dopo aver chiuso il 2017 in fondo alla classifica, con un incremento degli arrivi internazionali pari al 3,5% a fronte di una media dell’8,4% – e con un segno più attorno al 10% da parte, ad esempio, di Paesi come il Portogallo, la Grecia o la Spagna – l’Italia inanella un altro risultato deludente. Confermando così l’incapacità di agganciare  il generalizzato andamento positivo di arrivi e presenze internazionali che dura da almeno un decennio.

Il confronto, poi, con il resto del panorama europeo è impietoso: senza considerare il “caso” della Turchia (+32% di arrivi), la Croazia – forte di un piano di investimenti settennale pari a 7 miliardi di euro avviato nel 2013 che ha permesso di attrarre nuovi target, mercati e di destagionalizzare la domanda – cresce del 26,9%, Malta del 18,1%, la Grecia del 12,8%, l’Irlanda del 7,3%, la Germania del 5,1%, la Spagna del 2,3%, il Portogallo del 3,6%, la Polonia del 9,6%, l’Austria del 5%.

I ricercatori di ETC che hanno realizzato l’ultima osservazione sottolineano correttamente come il turismo in Europa cresca in modo in parte indipendente dalla bontà ed efficacia delle politiche messe in campo dai singoli Paesi: le ragioni sono riconducibili ad un contesto macroeconomico ancora favorevole, alla fuga di molti turisti da destinazioni quali, ad esempio, l’intera sponda sud del Mediterraneo, nonché allo sviluppo di Paesi estremamente popolosi come la Cina e l’India, dai quali arrivano verso le capitali europee flussi crescenti di visitatori.

Per l’Italia l’immagine che si può trarre dai numeri di ETC è sempre la medesima da anni, simile al finale in volata di una gara ciclistica: ci sono nazioni che scattano davanti a tutti, e si giocano la vittoria, e altre che si fanno risucchiare nel gruppo, accontentandosi di giungere al traguardo senza accusare distacchi clamorosi. L’Italia sembra essere appunto fra queste.

I dati elaborati da ETC devono poi fare riflettere anche sotto un altro profilo perché non sono un buon traino per l’andamento della stagione estiva: solo a fine anno, al netto degli attesi e consueti comunicati stampa sfornati dalle associazioni di categoria con cui verrà diffuso un bilancio da tutto esaurito e raffigurato un contesto straordinariamente positivo per tutte le categorie interessate, vedremo e capiremo se il sistema turistico italiano sarà stato capace di invertire la rotta.

Nel frattempo, in un quadro nel quale sta prendendo faticosamente forma l’accorpamento del Turismo al Ministero delle Politiche Agricole fortemente voluto dal numero tre della Lega Gian Marco Centinaio, tra gli addetti ai lavori si fa sempre più pressante l’aspettativa di un nuovo corso nel governo delle politiche turistiche. Un cambio di passo che nell’ambiente si spera possa concretizzarsi innanzitutto con l’azzeramento di Enit promesso sia da Lega che da M5S ed il cui consiglio di amministrazione è di fatto scaduto; l’archiviazione definitiva della stagione dei due dirigenti scelti dall’ex ministro Dario Franceschini a presidio del turismo – Francesco Palumbo e Francesco Tapinassi – a cui può essere ascritto l’unico e discutibile merito di aver varato l’ennesimo piano strategico, rimasto in gran parte privo di attuazione; la messa alla porta di tutto quel sottobosco romano pronto a riciclarsi con il nuovo Governo e che fu suggeritore, promotore e attuatore della sciagurata messa in liquidazione di Promuovitalia unita alla contestuale trasformazione di Enit e dunque dell’inizio del disastro per il governo del turismo.

Ma la più grande attesa, dopo anni di catapultamenti e cooptazioni di troppe persone sbagliate nei posti giusti, riguarda l’arrivo di competenze inattaccabili e riconosciute nei ruoli chiave del turismo e del nuovo ministero retto da Gian Marco Centinaio.

@albcrepaldi

TAG: ENIT, european travel commission, gian marco centinaio, lega, m5s, turismo
CAT: Governo, Turismo

2 Commenti

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  1. marcogiov 6 anni fa

    Non sono d’accordo. Il turismo cresce in Paesi che avevano avuto in precedenza un crollo, come la Turchia e la Grecia o in Paesi che d’inverno hanno numeri assoluti irrilevanti, come Croazia, Montenegro, Cipro, Malta, Slovenia, Lettonia. La Spagna va marginalmente meglio e non ci sono Francia e UK,

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  2. dionysos41 6 anni fa

    C’è poco dall’essere o no d’accordo, con i dati. Il fenomeno dura da decenni, com’è scritto nell’articolo. E per chi non è cieco il declino italiano, non solo nel turismo, ma in tutti settori, economici e culturali, è evidente. In letteratura, per esempio, direi addirittura catastrofico (con qualche bella eccezione, ma che non arriva alla cronaca nazione dei premi paluidati. Tra i musicisti, favoriti dall’asemanticità del loro campo d’azione, prevale la scelta dell’espatrio). A non percepire il fenomeno, al solito, c’è la politica, e i patrioti vanitosi, ma che si accontentano delle parole e dei luoghi comuni pregiudiziali.

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