La Philip Morris va alla guerra al fianco di suprematisti, populisti e sceicchi

9 Gennaio 2021

Questo articolo è collegato ad un altro già pubblicato in agosto: https://www.glistatigenerali.com/america-mondo_medio-oriente/quando-abu-dhabi-sognava-di-manipolare-donald-trump/

COAUTORI: GELENA KATKOVA E SIMONE COCCIA

 

Un brutto palazzo di uffici al civico 1 di Bulevardul Republicii, una via periferica di Baia Mare, nel Maramureș, più sperduto e selvaggio della Transilvania… 100’000 anime a 30 km dall’Ucraina ed a 45 km dall’Ungheria, ad oltre 600 km da Bucarest: qui, dove nessuno avrebbe mai dovuto cercarla, il 27 settembre del 2011 nasce la SC Strategic Communications Laboratories Srl. Una società in cui convergono i capi di Cambridge Analytica – la società che, sfruttando Facebook, e producendo milioni di “fake news”, ha profondamente influenzato l’elezione di Donald Trump; i capi dell’esercito degli Emirati Arabi Uniti; i manager della multinazionale Philip Morris ed i loro alleati, una società di lobbysti di estrema destra di nome ALEC. In quel misero appartamento, oggi, si decide molto delle sorti del mondo. E probabilmente non è un bene per nessuno.

In questo progetto confluiscono le ambizioni e gli interessi di un mondo che è uscito sconfitto dalla sua più grande avventura: a) la presidenza Trump, con cui l’estrema destra americana credeva di prendere in mano il potere per sempre; b) gli sceicchi degli Emirati di vincere la loro guerra contro il Qatar, la Turchia e l’Iran; c) la Philip Morris di invertire la tendenza inesorabile a restringere sempre più gli spazi in cui sia lecito fumare, sia lecito fare pubblicità per il fumo, sia possibile mantenere un colosso multimiliardario che, negli ultimi vent’anni, ha evitato perdite colossali solo grazie all’aumento dei prezzi al consumo.

Trump, per fortuna, ha fallito, ed ha potuto soltanto lasciare un ultimo regalo ai suoi fedeli sponsor: dare la grazia a tutti i leali alleati della sua presidenza che, in un modo o nell’altro (falsificazione delle elezioni, truffa fiscale, spionaggio, falsa testimonianza, cospirazione contro la nazione, spaccio di cocaina) negli ultimi mesi erano finiti in prigione[1] – un episodio vergognoso, che non ha precedenti nella storia degli Stati Uniti d’America.

Il Piano di Rinascita Globale parte dalla Romania

Il palazzo sede degli uffici della SC Strategic Communication Laboratories Srl baia Mare, in Romania

Il gesto di Trump è l’ultimo segnale di battaglia di uno che ancora non crede di aver perso, e si prepara forse a ricandidarsi tra quattro anni – per cui ha bisogno di tutti i vecchi amici, ed ha bisogno che costoro lavorino tranquilli, sotto copertura, finché la pubblica opinione non sarà pronta per dimenticare le loro malefatte. La Romania è un’idea geniale: niente paradisi fiscali, dove oramai tutti vanno a mettere il naso. Meglio un Paese povero e periferico, che non interessa a nessuno, e nel quale è difficile che qualcuno vada a mettere il naso o a fare domande.

L’idea è della famiglia Mercer e della famiglia Oakes, che sono tra i fondatori ed i principali azionisti e manager di Cambridge Analytica e della sua holding, il SCL Group[2]. Alexander Oakes fonda la SC Strategic Communication Laboratories Srl Baia Mare (SC Baia Mare), il cui scopo è di preparare ed accompagnare progetti politici ed industriali in Romania, e nomina direttore generale Dan Avram Sabin Mureșan[3], figlio dell’ex Ministro dell’agricoltura rumeno Ioan Avram Mureșan – condannato a sette anni di prigione poche settimane dopo la fondazione di SC Baia Mare, e poi condannato ad ulteriori tre anni di carcere alcuni anni più tardi[4].

Il giovane Muresan viene mandato in missione a Nairobi, dove collabora alla campagna presidenziale di Uhuru Kenyatta, figlio del primo grande presidente del paese, Jomo Kenyatta, ed arrivato alle elezioni avendo più volte cambiato partito allo scopo di mantenere la posizione di primo ministro[5]. Il suo principale avversario è il controverso ex ministro George Saitoti (uomo dell’ex presidente Daniel Arap Moi[6], coinvolto in numerosi scandali politici e finanziari[7]), che nei sondaggi, un anno prima del voto, appare in vantaggio.

Ufficialmente, il capo delegazione di Cambridge Analytica a Nairobi è Mark Turnbull, ma i kenioti si accorgono presto che i due uomini hanno compiti e metodi diversi[8]. Come dimostrato da un documentario del canale TV inglese Channel 4, Muresan e SC Baia Mare non si limitano alla corruzione ed alla propaganda sui social networks, ma usano il ricatto, lo spionaggio, la minaccia fisica[9]. Alla fine, Uhuru Kenyatta vincerà le elezioni del 2013[10].

Per diversi motivi, Saitoti e Muresan non vi parteciperanno. Il 10 giugno del 2012 l’elicottero Eurocopter AS350 della polizia keniota in cui viaggia Saitoti, con tutto il suo staff, da Nairobi a Ratang’a, un villaggio in cui avrebbe dovuto tenersi un comizio elettorale, cade nella foresta ed esplode[11]. La polizia ha buoni motivi per sospettare che si tratti di un attentato ed apre un’inchiesta, questa però viene archiviata dopo la nomina di Kenyatta[12]. Pochi giorni dopo, Muresan viene trovato morto ammazzato nella sua stanza d’albergo. A parte l’estremo imbarazzo delle autorità keniote, di questa morte non si saprà mai nulla di ufficiale[13].

Il posto di Muresan alla testa di SC Baia Mare viene preso da Petre Ludovic Imre, che ha passato i venti anni precedenti alla testa di Philip Morris Romania con l’incarico di consulente per le campagne lobbystiche di PMI nel Parlamento rumeno[14]. SC Baia Mare e Imre fondano una comune società di consulenza, la Compania de Soluţii Impala Srl, il cui cliente principale è, ovviamente, PMI, che garantisce a CS Impala incarichi per circa 250’000 euro all’anno[15].

In SC Baia Mare, Imre è solo un manager: l’unico azionista di SC Baia Mare è la SC Strategic Communication Laboratories Ltd. Tunbridge Wells[16] che, in seguito all’esplosione dello scandalo Cambridge Analytica, nell’agosto del 2015 cambia nome in SCL Group Ltd. Tunbridge Wells[17], dopodiché, nell’aprile del 2019, verrà messa in liquidazione[18], mentre le società da lei controllate vengono trasferite sotto il controllo della Emerdata Ltd. West Malling[19]. Ma Imre non sta con le mani in mano, e fonda una miriade di società operative nel campo della comunicazione, della produzione radiotelevisiva, della gestione di consulenze commerciali e politiche, più una tipografia – tutte società controllate da SC Baia Mare[20].

L’impianto di Philip Morris International a Otopeni, un sobborgo a nord di Bucarest – una fabbrica nella quale sono stati investiti 490 milioni di euro[21]

Nel marzo del 2017, SC Baia Mare firma un contratto di lobbying per 60’000 dollari l’anno con Andrae & Associates Inc. Washinton[22], cui viene chiesto di provvedere a “relazioni con il governo, consulenza in materia di comunicazione e servizi di pubbliche relazioni per conto di SCL Social relativamente ai suoi sforzi negli ambienti contro la corruzione in Romania”[23]. La società in questione è la SCL Social Ltd. Tunbridge Wells, ovvero l’entità del gruppo SCL/Cambridge Analytica che ha in mano il contratto di collaborazione con il governo degli Emirati Arabi Uniti per la campagna di propaganda, di spionaggio e militare contro il Qatar[24].

Il contratto recita anche: “Le attività possono includere comunicazioni con membri del Congresso degli Stati Uniti e il loro personale e/o membri del ramo esecutivo, in merito agli sforzi contro la corruzione in Romania, nonché la potenziale partecipazione a dei meeting organizzati da SCL Social. Le attività possono includere comunicazioni con i rappresentanti di diverse organizzazioni (…) per conto di SCL Social”[25]. Non sappiamo chi sono i clienti rumeni che avrebbero ingaggiato SCL. Sulla stampa girava il nome del Partito Socialdemocratico, che ha sorprendentemente vinto le ultime elezioni, ma il PSD ha seccamente ed ufficialmente smentito di aver mai collaborato con Cambridge Analytica o una delle società ad essa collegata[26].

È importante sapere che, al momento della stipula di questo contratto, lo scandalo relativo a Cambridge Analytica era già esploso in tutti i principali media mondiali ed internazionali, tant’è vero che, nei mesi successivi, SCL Social è stata messa in liquidazione[27] ed i suoi contratti sono passati a SCL Analytics Ltd. Tunbridge Wells che, a sua volta, dopo essere stata posta in liquidazione ha trasferito tutti i propri assets a Emerdata Ltd. West Malling[28].

Il Presidente di Andrae & Associates è l’americano di origine rumena Charles N. Andrae III, che ha lavorato per 13 anni in Capitol Hill, inclusi i quattro anni nel Senate Select Committee on Intelligence ed i cinque anni come Chief of Staff per il Senatore repubblicano dell’Indiana Richard Lugar[29] – uno degli uomini politici più influenti dell’era Reagan, eletto al Congresso ininterrottamente dal 1976 al 2012, candidato alla Casa Bianca nelle presidenziali del 1996, esperto di politica internazionale, rigido conservatore antiabortista, ma fautore degli accordi con Cuba, degli accordi USA-URSS sul reciproco smantellamento dei missili nucleari, sostenitore dell’alleanza militare con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti così come fiero oppositore dell’Apartheid in Sudafrica[30]. Charles N. Andrae III ha collaborato attivamente alla campagna di Lugar per sostenere lo sviluppo del sistema multipartitico in Bulgaria, in Romania ed in Sudafrica e poi, dal 2004 al 2008, ha fatto parte di un programma del Ministero della Difesa, tuttora classificato come “segreto di Stato”, relativo alla politica militare americana in Medio Oriente[31].

Nemmeno poi tanto segreto, perché Andrae lavora per la Lapis Communications Ltd. Dubai, su incarico del ministero degli affari esteri e la cooperazione internazionale degli Emirati[32] nella campagna mediatica intitolata “Qatar: A dangerous alliance”[33], nell’ambito della quale Andrae & Associates ha prodotto un documentario che cerca di dimostrare legami del Qatar col terrorismo, finanziato dagli Emirati[34].

Lapis Communications è una società di lobbying e campaigning[35] controllata dal Moby Media Group di Kabul[36], il primo e più importante gruppo radiotelevisivo del nuovo Afghanistan, di proprietà della famiglia Mohseni, legata da una salda amicizia con il mogul americano Rupert Murdoch[37]. Tra le varie attività comuni di Lapis. Moby Group e del programma USAID per l’Afghanistan, c’è la promozione di un’alleanza commerciale con la Habib Gulzar International Llc Kabul per la distribuzione dei prodotti della Philip Morris e di Kraft Foods in Afghanistan[38].

L’intero progetto SCL Social presenta una differenza da quello legato a Cambridge Analytica: viene applicato in paesi poveri o controllati da una monarchia, da una dittatura, da una teocrazia, iniziando con l’India[39], il Kenya[40], Malta[41], il Messico, la Romania[42], la Nigeria[43], la Repubblica Ceca[44], Trinidad[45] e l’Argentina[46]. Nel resto di questo dossier si legge in quale modo la strategia differisca profondamente tra paesi ricchi e paesi poveri: in quelli in cui esiste un consolidato sistema democratico, il progetto SCL usa il lobbying e cerca di influenzare l’opinione pubblica attraverso l’uso dei social networks e delle fale news[47]. In altri paesi, invece, SCL si allea con una forza interna e procede a conquistare anche il controllo dell’esercito e del commercio al dettaglio[48] – ed è per questo che il secondo mercato appare più appetitoso per multinazionali come Philip Morris, che non anelano al potere politico, ma al successo economico. La partecipazione di questa azienda ai traffici di Cambridge Analytica è così nuova e strana, che va spiegata dall’inizio.

Storia di un grande successo globale

Il negozio al 22 di Bond Street, a Londra, da dove, nel 1847, è iniziata l’avventura della Philip Morris, il più grande produttore di sigarette del mondo

Bond Street, a metà del 19° secolo, era una strada commerciale alla fine della centralissima Oxford Street, girando a sinistra dopo Piccadilly, costruita all’inizio del 1700 nei terreni del Duca di Albemarle, che viveva nell’immensa Clarendon House, fatta costruire un secolo prima da Edward Hyde, il principale consigliere politico di Re Carlo II[49]. Il Re, che era stato aiutato da Hyde durante la guerra civile che ha portato alla restaurazione della monarchia, ha concesso al Duca gran parte dei terreni che hanno reso quella famiglia ricchissima[50], permettendole di costruire il quartiere di Mayfair – che è tuttora il vero centro pulsante della capitale inglese[51].

È lì che, nella primavera del 1847, un commerciante di tabacco, Philip Morris, che vanta saldi legami con la Compagnia delle Indie, apre un negozio che vende sigari e sigarette d’importazione[52], che in cinquant’anni diventa tanto famoso da essere scelto come fornitore ufficiale della Casa Reale Britannica, seppure in una situazione di difficilissima concorrenza con uno dei negozi vicini, Benson & Hedges (i cui brands, dal 2008, appartengono al gruppo Philip Morris[53]), che, alla fine del secolo, costringeranno la famiglia Morris a cedere l’attività ad un uomo d’affari americano, William Curtis Thomson, che decide di mantenere il negozio a Londra, ma di spostare l’epicentro dell’attività manufatturiera e commerciale a New York[54].

Restare a Bond Street è necessario, se si vuole far parte della crema del commercio internazionale: già allora era una strada nota per i suoi negozi che offrono prodotti di tutto il mondo e di qualità esclusiva, e che conservano tuttora una reputazione immarcescibile: Sotheby’s, Bonhams, Fenwick, Tiffany’s e gli altri fanno in modo che Bond Street sia ancora oggi la più costosa e frequentata via commerciale d’Europa[55].

Grazie all’esclusività ed alla qualità, in cento anni Philip Morris è divenuta un gigante: una multinazionale che, per evitare problemi con le regole Antitrust americane ed europee[56], ed impedire procedimenti civili miliardari da parte della clientela di tutto il mondo, dopo che i tribunali avevano iniziato a riconoscere e compensare economicamente i fumatori malati di cancro[57], tra il 2003 ed il 2007 si è divisa in tre multinazionali: Altria, PMI e Mondelēz.

La prima, Altria, è negli Stati Uniti (25 miliardi di dollari di ricavi e 7300 dipendenti nel 2019[58]); la seconda conserva il nome di PMI Philip Morris International ed ha ufficialmente sede a Losanna (29,8 miliardi di dollari di ricavi e 73’500 dipendenti nel 2019[59]), anche se continua ad essere diretta da un Quartier Generale situato a New York[60]; la divisione è talmente impalpabile che, cambiato il vento a Washington, visto che i procedimenti sono oggi contemporaneamente contro Altria e PMI[61], ora si parla con insistenza di una possibile riunificazione dei due gruppi[62]; la terza, comprata nel 1988 e rivenduta nel 2007[63], è attualmente uno dei cinque più grandi gruppi agroalimentari del mondo[64]: la Kraft Foods (80’000 dipendenti e 25,9 miliardi di ricavi nel 2018[65]), che dal 2012 si chiama Mondelēz International[66].

Si fa presto a fare la somma: si tratta di una cifra totale superiore agli 80 miliardi di dollari annui – niente male, considerando che il ricco Lussemburgo non supera i 63 miliardi di ricavi netti annui[67]. Se mai vi venisse in mente di immaginare qualche gruppo industriale che potrebbe far parte di una gigantesca cospirazione mondiale, il cerchio che unisce queste tre aziende è sicuramente un candidato tra i più appetibili – anche perché, come detto, non si arriva a crescere così tanto, peraltro in settori merceologici così sensibili, senza essere scalfiti da delle noie giudiziarie.

Rifiuti tossici, deforestazione, prodotti cancerogeni: un incubo multinazionale

L’industria del cacao della Mondelēz coltiva segretamente nei Parchi Nazionali del Ghana e della Costa d’Avorio, e distrugge poi migliaia di piante ogni anno, sterminando elefanti e scimpanzé là dove avrebbero dovuto essere protetti[68]

Queste sono di diversa natura. Kraft Foods, ad esempio, è stata giudicata colpevole di inquinamento con le sue fabbriche dell’Ontario, che scaricano nell’acqua fosforo ed altri liquidi tossici[69]; è stata poi costretta a cambiare sistema per confezionare i suoi prodotti, dopo che Greenpeace ha dimostrato che Kraft partecipasse ad una gigantesca opera di deforestazione in Asia[70]; ma la maggior parte dei guai li ha passati a causa di ingredienti chimici aggiunti ai prodotti alimentari – una lista abbastanza lunga ed inquietante[71]. Molte delle proteste sono finite in Tribunale, perché i vari brands di Kraft sono stati riconosciuti colpevoli di procurare gravi disturbi cardiovascolari, di generare diabete o cancro ed altre malattie gravissime[72].

Quanto a Mondelēz, le accuse di danneggiamento dell’ambiente sono davvero gravi. Nel 2017, una ONG di Washington, Mighty Earth[73], ha dimostrato che il cacao usato in diversi prodotti del gruppo, raccolto in Ghana ed in Costa d’Avorio, viene prodotto e raccolto segretamente ed illegalmente all’interno dei Parchi Nazionali[74] – un modus operandi che ha prodotto un gravissimo depauperamento delle foreste protette, ed il conseguente sterminio, per fame, degli elefanti e degli scimpanzé che, in teoria, in quei Parchi Nazionali avrebbero dovuto essere severamente protetti[75].

Secondo ulteriori inchieste, in soli tre anni, tra il 2015 ed il 2017, i produttori di olio di palma che, nel mondo, lavorano in esclusiva per Mondelēz, avrebbero distrutto 70’000 ettari di foresta vergine[76] – un’area più grande della metà della municipalità di Roma, Parigi o Madrid. Oltre a ciò, Kraft Foods, nel 2015, ha comprato farina per svariati milioni con l’obiettivo non di venderla, ma di farla sparire dal mercato e di far crescere in modo scorretto i prezzi al consumo[77].

La lista delle condanne subite dalla Philip Morris è impressionante: in Australia, dopo una battaglia legale durata un decennio, nel 2017 PMI è stata condannata a pagare una multa di 50 milioni di dollari[78]; una battaglia simile è stata persa anche nel Regno Unito nel 2014[79]; nell’Unione Europea, PMI è stata condannata ad una multa di 1,25 miliardi di euro per essersi macchiata della colpa di contrabbandare le proprie sigarette aggirando le regole fiscali[80]; in Norvegia, le sigarette della Philip Morris sono proibite, e l’azienda ha perduto un lungo e costoso processo nel tentativo di far abrogare il divieto[81]; lo stesso è accaduto nel 2016 in Uruguay[82].

Ma la condanna più importante, quella che ha cambiato profondamente l’approccio delle tre multinazionali alla politica, all’osservanza della legge ed alla strategia di mercato, è quella inflitta dal giudice Gladys Kessler, che nell’agosto 2006 ha condannato Altria e PMI per aver organizzato un racket, per frode e falso in comunicazioni sociali – una scelta strategica fatta nel 1953, quando gli scienziati della Philip Morris avevano documentato il fatto che il fumo fosse gravemente nocivo alla salute ed hanno deciso di tacerlo e, al contrario, di spendere miliardi in propaganda per affermare il contrario[83].

Milioni di dollari tra lobbysmo e corruzione

L’Assemblea Annuale di ALEC, un’organizzazione amante della segretezza, che riceve ogni anno decine di milioni di dollari per far approvare leggi razziste, discriminatorie, antidemocratiche, contro i diritti dei consumatori ed a favore di fabbriche d’armi, banche e multinazionali[84]

Questa condanna ha effetti immediati. Tra il 2008 ed il 2014 Altria spende 101 milioni di dollari per una campagna di lobbying tra i politici americani, allo scopo di mitigare quanto possibile le leggi contro il fumo in pubblico[85]. Sul libro paga di Altria ci sono entrambi i partiti storici e decine di membri del Congresso, Commissioni di Inchiesta ed Associazioni Civiche[86] – per una cifra che, nel solo 2019, ha superato i 10,4 milioni di dollari[87]. Altria e PMI hanno fondato nel 1993, e tuttora (insieme a diverse industrie siderurgiche e petrolifere) sponsorizzano un’associazione, la TASSC (The Advancement of Sound Science Coalition), che si batte contro tutte le misure di protezione della salute, della sicurezza sul lavoro e dell’ambiente proposte al Congresso dall’agenzia governativa US Environmental Protection Agency[88].

Uno dei manager di Altria, Daniel Smith, è un membro del Private Enterprise Board di un’organizzazione di fondamentalisti conservatori, quasi tutti militanti nel Partito Repubblicano[89]: l’American Legislative Exchange Council (ALEC). Nel 2011, all’interno di ALEC, ha preso il posto di Toby Spangler, il capo dell’ufficio di lobbying di Altria[90], che aveva lasciato l’azienda per una migliore posizione in Diageo[91], un produttore di liquori scozzese[92].

Un altro manager di Altria, Amanda Klump, faceva parte fino ad un anno fa della Task Force sulla politica fiscale[93]. Brandie Davis, capo dei lobbysti di Altria, è anche capo della ALEC International Relations Task Force, che si occupa di trovare clienti per ALEC al di fuori degli Stati Uniti[94]. Tra i membri del consiglio esecutivo di ALEC ci sono stati Scott Walker, ex direttore dello State Government Affairs Division del gruppo PMI, e W. Preston Baldwin III, che oggi dirige la US Tobacco Inc. South Bend (Indiana), una compagnia del gruppo Altria[95].

Non è Philip Morris ad aver cercato ALEC, ma il contrario. Nel 1979, quando ALEC era da poco stata fondata, la direttrice esecutiva Kathleen Teague aveva scritto a tutti i capi delle multinazionali del tabacco per spiegare loro cosa ALEC avrebbe potuto fare per loro – e due anni dopo, Samuel Chilcote, l’allora presidente della lobby TI Tobacco Industry era stato invitato ad un incontro confidenziale dei vertici di ALEC con il presidente Ronald Reagan[96].

Negli anni successivi, uno dei membri del Board of Scholars di ALEC, Victor Schwarz, che già dai tempi di Reagan era un influente associato di ALI American Law Institute – una delle più antiche ed efficiento società di lobbying d’America – ha lavorato soprattutto per gli interessi della Philip Morris, tanto da essere considerato tuttora il maggiore referente della multinazionale del tabacco[97].

Lo stesso vale per altri due manager di ALEC, il senatore dell’Ohio Bill Seitz[98] ed il senatore della Pennsylvania Seth Grove[99] – entrambi repubblicani. Un altro membro dello stesso Board, il Professor Richard Kent Vedder, lavora per l’industria del tabacco da oltre 35 anni, e dirige un’altra associazione, il Buckeye Institute, una sorta di “braccio destro” di ALEC[100], cui Philip Morris e Kraft Foods donano spesso denaro per finanziare specifiche campagne orchestrate dal Professor Vedder[101].

Da quel momento in poi il gruppo Philip Morris, spesso con l’intermediazione di quella che è tutto la principale azienda di lobbying Burson-Marsteller, ha iniziato a collaborare attivamente con l’Associazione: “ALEC ha usato il suo prestigio e la sua autorevolezza per trasmettere le opinioni politiche di Philip Morris ai vertici del governo. Nel 1995, Jim Ramsay, uno scrittore di discorsi di PMI, redige (…) una lettera da inviare all’allora presidente Bill Clinton in cui si esprime l’opposizione di ALEC alla regolamentazione della Food and Drug Administration (FDA) statunitense sul tabacco. Allo stesso modo, una presentazione interna di Philip Morris del 2001 intitolata “Legislators, Policy Makers and Allies 2001 Planning” discute la necessità dell’azienda di espandere le alleanze con i partiti politici, e menziona specificamente ALEC come alleato che potrebbe aiutare il PMI “a prendere l’iniziativa” (al posto dei consumatori e dei gruppi di difesa della salute) e “riformulare il dibattito” sui rischi per la salute del fumo passivo, spostando il fulcro della questione dalla salute a uno della “scelta informata”[102].

All’interno di ALEC, i dirigenti di Altria e PMI hanno progettato e lanciato una campagna di persuasione politica chiamata “Can Tobacco Cure Smoking?”, lanciato dieci anni fa e pagato con fondi provenienti per la maggior parte da associazioni che combattono il fumo e che sostengono ALEC per motivi ovviamente diversi da quelli di questa campagna[103]. L’obiettivo principale delle multinazionali del tabacco è far approvare una serie di programmi raccolti sotto l’ombrello lobbystico chiamato YSP Youth Smoking Prevention Programs[104] che, nonostante il nome, cercano di impedire la proibizione di fumare ai giovani sotto i 21 anni[105].

Ronald Reagan e la sua prima moglie Jean Wyman, prima che fosse eletto presidente, ed era ancora attore e testimonial del gruppo Philip Morris[106]

Persino Mark Bordas, un manager di Juul, il brand di sigarette elettroniche del gruppo Altria, è divenuto un frequentatore dei meetings di ALEC in cui si discutono le strategie[107]. Il portavoce ufficiale di ALEC, Tim Jones, è stato invece, fino al 2017, il vicepresidente delle televendite di Mondelēz[108]. Non è un club esclusivo: nella lista dei soci ci sono le aziende più importanti d’America e parlamentari di tutti gli Stati degli USA – a volte in numero sufficiente per la maggioranza nel Parlamento locale[109].

ALEC è famosa per promuovere leggi contro l’immigrazione, contro la tutela sindacale dei lavoratori, contro i regolamenti di protezione ambientale, contro l’introduzione di un divieto di acquistare armi senza controlli, a favore della pena di morte, contro i diritti degli omosessuali, contro le leggi che permettano ai poveri di accedere alla protezione medica, ospedaliera e pensionistica, contro l’integrazione razziale, contro la regolamentazione dei cartelli commerciali, contro le leggi sulla trasparenza bancaria, contro le leggi sulla limitazione del fumo[110] – and last, but not least, questa potentissima lobby si fa pagare somme milionarie per trasformare in legge qualsiasi proposta proveniente da chi abbia abbastanza soldi per imporla[111].

L’organizzazione è da anni un punto di riferimento politico per il leader della Lega Matteo Salvini, che ama citare Arthur Betz Laffer, ex consulente economico dell’ex ministro della difesa Donald Rumsfeld, dell’ex ministro del tesoro George Shultz, e dei presidenti Ronald Reagan, George W. Bush e Donald Trump[112], e che è da un quarto di secolo uno dei membri più influenti di ALEC, come il suo mentore nelle questioni di politica economica[113]. Un altro membro del consiglio d’amministrazione di ALEC, la parlamentare della Virginia Kathy Byron[114], da oltre vent’anni guida il Research and Development Committee della Tobacco Community Revitalization Commission, che si batte, in nome dei coltivatori della Virginia, ed in collaborazione (tra l’altro) con Altria e PMI, per la fine dei divieti sul fumo in America[115].

ALEC ha un vero e proprio tariffario per accedere non ai servizi, ma alle riunioni in cui si offrono i servizi. Altria versa una somma annuale di 50’000 dollari per avere accesso ai meeting di ALEC – il pagamento per le campagne, però, si paga poi a parte[116]. ALEC si muove come un’organizzazione segreta: le liste dei clienti, dei politici sul suo libro paga, dei suoi consulenti e dei suoi finanziatori non vengono divulgate[117], nonostante, con il passare degli anni, cresca il numero di iniziative legali per cercare di costringerli ad introdurre strumenti di trasparenza[118].

Il gruppo PMI, invece, è attivo soprattutto in Europa, e spende (ufficialmente) 1,5 milioni di euro e 4,7 milioni di dollari all’anno[119] (nel 2019, in totale, 5,2 milioni di dollari[120]) in donazioni – gran parte delle quali vanno ad associazioni politiche nell’Est europeo, ad alcuni partiti politici tedeschi (socialdemocratici, democristiani, liberali e cristiano-sociali[121]), e ad associazioni caritatevoli (come la Caritas in Svizzera o l’Antoniano Onlus di Bologna, l’associazione che organizza il Festival dello Zecchino d’Oro – è sorprendente, che una multinazionale del tabacco finanzi un evento canoro per bambini in età prescolastica)[122]. A Bruxelles PMI ha un capo del lobbying, Kristof Doms, che ha a disposizione un budget di 1,5 milioni di euro[123].

Non a caso, parlando delle cifre investite da Altria e PMI, le definiamo “ufficiali”: da anni, le autorità di controllo dell’Unione Europea, indagano su possibili emolumenti segreti molto più consistenti (e, quindi illeciti) di quelli dichiarati pubblicamente[124]. Ne parliamo in altri articoli di questo dossier: ci sono ben altre cifre versate a singoli partiti o personaggi politici in Italia ed in Francia[125]. Anche tenendo conto solo delle cifre ammesse pubblicamente, per l’Unione Europea PMI è il primo e più generoso lobbysta sul mercato[126]. Lo scopo di questa generosità è dichiarato[127]: boicottare le leggi europee sulle limitazioni del fumo e la loro periodica revisione[128].

Quanto a Mondelēz, il calcolo è più difficile, perché l’azienda riconosce diversi contributi a fine lobbystico[129], ma questi sono elencati, nelle pagine ufficiali del congresso, divisi per singola società del gruppo: nel 2019 parliamo di 1,35 milioni di dollari per Kraft Heinz Company[130], 680’000 dollari per Mondelēz International e Mondelēz Global[131]. A Bruxelles Mondelēz ha un responsabile del lobbying, Francesco Tramontin, il cui budget annuale è di poco più di 200’000 euro[132]. Il bilancio a disposizione del capo del lobbying di Kraft Heinz, Nigel Dickie, è infinitesimale: solo 25’000 euro nel 2019[133]. Quasi nulla, in confronto alle spese di Altria e di PMI. Quanto ai destinatari politici ufficiali dei contributi, solo Mondelēz li dichiara, correttamente, in una speciale pubblicazione annuale[134].

La grande guerra contro il fumo ed il cibo nocivo

Mappa del proibizionismo contro il fumo: i Paesi colorati in bianco, in giallo e in rosa sono quelli con nessuna restrizione o quasi; quelli in arancione hanno divieti in pubblico ma il permesso di fumare nei bar, nei ristoranti e nelle sale da ballo; quelli in rosso e marrone sono quelli con divieti generali o assoluti di fumare in pubblico[135]

Queste cifre spese si sono rese necessarie, perché, soprattutto nel secondo dopoguerra, la consapevolezza politica globale dei danni arrecati dal fumo (1962[136]) e dall’adulterazione dei cibi industriali ha provocato una crescente serie di divieti e di controlli[137]. La storia della lotta al fumo è nata insieme alla commercializzazione del tabacco in Europa, iniziando con il Papa Urbano VII nel 1590 (che scomunica chi fuma o mastica tabacco in chiesa[138]), nelle nazioni di lingua tedesca ed in Inghilterra nel 1604, con un editto del Re Giacomo I[139], a sua volta seguito dalla pubblicazione di un trattato (1623) del filosofo inglese Francis Bacon, che per primo analizzava gli effetti nefasti dell’uso del tabacco sulla salute e sulla vita sociale[140].

Questa lotta ha portato, in tutto il mondo, ad una significativa riduzione del numero di fumatori e di sigarette vendute. Tra il 1990 ed il 2004, la cifra di sigarette vendute è sempre stata intorno ai 5600 miliardi di pezzi[141]; questa cifra è salita fino a 6320 miliardi nel 2012, e poi è andata calando, raggiungendo nel 2020 il record negativo di 5426 miliardi di sigarette – in una situazione in cui i maggiori mercati nazionali, quello cinese e quello americano, continuano (nonostante tutto) a crescere[142].

La media di sigarette fumate pro capite è scesa da 825 (2012) a 678 (2020), ed i ricavi delle multinazionali del tabacco hanno potuto resistere ai livello di venti anni fa perché il prezzo medio di una sigaretta è cresciuto da 30 centesimi di dollaro (2012) a 43 centesimi (2020) – tra il 2012 ed il 2020 il fatturato del mercato globale delle sigarette è cresciuto da 647 a 767 miliardi, sostenuto dalle vendite per 234 miliardi di dollari in Cina (il 30,5% del totale) – un mercato che, 25 anni fa, era completamente inaccessibile per le multinazionali del tabacco[143].

Questo significa che nel mondo occidentale, nel 21° secolo, il consumo pro-capite è sceso da 825 sigarette a sole 471… Si tratta di un crollo, fragoroso, del 57%, e la tendenza per i prossimi anni è positiva solo per la Cina e gli Stati Uniti[144]. Se si guarda l’evoluzione dei gusti dei consumatori, il risultato, per Altria e PMI è terrorizzante. Nel 2002 Marlboro (il più importante brand del gruppo) controllava il 38% del mercato mondiale[145] – oggi, l’intero gruppo Altria + Philip Morris non arriva nemmeno al 14%[146], e l’unica area del mondo in cui il consumo sia veramente cresciuto è l’Asia, con la Cina in testa[147].

Per Mondelēz le cose non vanno meglio. Se Nestlé ha chiuso il 2019 al primo posto tra le aziende alimentari globali con un fatturato di 93,2 miliardi di dollari, Kraft Heinz ha chiuso al decimo posto (26,2 miliardi) e Mondelēz all’undicesimo (25,9 miliardi)[148]. Per Mondelēz si tratta di una perdita, rispetto all’anno precedente, dello 0,3%, ottenuta grazie all’acquisto di diversi concorrenti e ad operazioni finanziarie speculative di successo[149]. Nel 2020, secondo i primi calcoli, Kraft Heinz ha subito una debacle, scendendo dal 126° al 548° posto nella classifica delle grandi aziende stilata da Forbes[150]. Soltanto cinque anni fa, nel 2015, Kraft ed Altria erano la meta preferita dei managers di tutto il mondo[151].

Migliaia e migliaia di polli tenuti in vita e macellati in condizioni terrificanti di “forced molting”[152]

La storia dei controlli sulla filiera alimentare è vecchia quanto il mondo, ma è in questi ultimi vent’anni che le normative sono state armonizzate in quasi tutti i paesi del pianeta e sono diventate difficilmente eludibili. In Mesopotamia, tra il 2000 ed il 1600 avanti Cristo[153], la dinastia Hammurabi aveva regnato sull’area dell’odierno Iraq e, nella capitale Babilonia, intorno al 1750 aveva pubblicato il primo grande corpus legislativo: un’opera ciclopica nella quale, tra le mille questioni, venivano regolate la produzione, la conservazione e la vendita del grano, dell’olio, della birra, della carne animale, con pene severissime per chi avesse venduto senza licenza o senza rispettare le leggi – ad esempio, chi avesse annacquato la birra con l’acqua rischiava la morte per impiccagione[154].

Nell’Impero Romano l’attenzione maggiore era posta sulle gravi conseguenze per la salute della popolazione nei casi di mancanza di igiene nella macellazione e nello spaccio di carne[155] – un’attenzione ed una severità che sono cresciute nel Medioevo, essendo cresciuto il consumo di carne e vegetali e cresciuta la distanza geografica tra produttore e consumatore. In Italia, prima che altrove, attorno al 1200 sono nate le prime corporazioni – una forma di autoregolamentazione associazionistica (i beccai) che sovrintendeva ai controlli sulla macellazione, lo stoccaggio, la qualità e la conservazione del cibo[156]. I controlli, specie sui macelli, dall’Italia si sono estesi a tutta l’Europa nel corso del 19° secolo: Austria, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Polonia, Regno Unito, Grecia, Egitto, Persia, Turchia, Scandinavia, Spagna e Russia[157].

Nel secondo dopoguerra, la nascita e l’affermazione globale delle multinazionali alimentari ha reso necessaria un’armonizzazione internazionale delle leggi e delle garanzie igieniche – anche questa sviluppatasi dapprima in Europa, negli anni 60, e solo successivamente altrove – e che ha avuto nella storia legislativa del Mercato Comune Europeo e, successivamente, dell’Unione Europea, l’evoluzione di normative dettagliate fino ai più piccoli particolari[158].

È una disciplina, all’interno della quale le multinazionali trovano spazio di manovra per esercitare pressione politica in settori critici, come la modificazione genetica, l’allevamento in batteria, l’agricoltura intensiva, la sintetizzazione e la modificazione genetica di cibi prodotti industrialmente[159]. Ovunque nel mondo, la legislazione è divenuta estremamente complessa ed è continuamente in evoluzione, ed il segno dell’influenza delle multinazionali è visibile non solo nelle legislazioni comunitarie, ma anche nella nascita e nell’affermazione a livello planetario di agenzie di certificazione private – e, quindi, a loro volta non soggette a nessun controllo indipendente[160].

L’influenza delle multinazionali sulla vita quotidiana

Due delle idee pubblicitarie più famose della storia: quella delle sigarette Marlboro come simbolo di mascolinità, selvaticità e libertà[161], e come sponsor della Formula Uno, con la Ferrari e la McLaren[162]

Il brand Marlboro, quello con gli aitanti cowboys, è stato originariamente lanciato sul mercato, nel 1924, essendo una sigaretta con il filtro (che a quei tempi veniva considerata un prodotto da effeminati[163]) come lo status-symbol “giusto” per le ragazze emancipate ed alla moda. Solo nel 1954 il pubblicitario Leo Burnett, lanciando la campagna con l’uomo a cavallo, ha creato la campagna di maggior successo e penetrazione sociale al mondo dopo quella della Coca-Cola[164]. In quegli anni, lo spazio legislativo era quasi vuoto, e la pubblicità aveva la libertà di suggerire qualsiasi associazione mentale, se necessario mentendo.

Le strategie delle multinazionali, specie quelle del cibo e del tabacco, da sempre all’avanguardia, già in quei tempi avevano puntato non più sul bisogno primario (compralo, perché ne hai bisogno per sopravvivere), ma sull’associazione tra il consumo e la felicità (compralo, perché ti dà un’immagine vincente e ti regala il successo)[165]. In questo quadro, una delle strategie più efficaci è diventata quella delle sponsorizzazioni di prodotti appartenenti ad altri segmenti, ma di grande successo – ed anche in questo campo Marlboro è sempre stato un brand all’avanguardia, con la decisione di sponsorizzare la Ferrari[166].

Il gruppo Kraft ha scelto un’altra strada: quello di trasformare la pubblicità in un evento mediatico, producendo per anni (dal 1947 al 1955 con il nome di Kraft Television theatre[167], dal 1956 al 1965 con il nome di Kraft Suspense Theatre[168]) una serie televisiva nazionale di successo, mettendo sotto contratto i migliori registi ed i più famosi attori di Hollywood.

Più della qualità dei prodotti, la società opulenta nella quale viviamo noi occidentali (e che influenza enormemente anche i consumi nei Paesi in via di sviluppo) bada alla sublimazione, attraverso l’acquisto, di bisogni quasi esclusivamente psicologici – ma non per questo percepiti come meno urgenti, come dimostra il dilagare dei costosissimi devices di comunicazione moderna, che chiedono di essere rinnovati quasi ogni anno. Questo crea dei problemi crescenti di frustrazione, depressione e devianza, cosa che da 50 anni ha convinto i governi a limitare l’effetto della pubblicità attraverso regole che divengono via via più severe, ed il cui antesignano è il divieto della pubblicità sul fumo introdotto negli Stati Uniti nel 1970[169].

A questo divieto ne sono seguiti altri, specialmente in seno all’Unione Europea[170] e su iniziativa del WHO (Organizzazione mondiale della sanità)[171]: quello sullo sponsoring sportivo, quello sulla pubblicità ingannevole, poi quelli sul fumo in pubblico tout-court. Ciò nonostante, Altria e Philip Morris restano assoluta avanguardia, perché hanno iniziato a sponsorizzare in modo crescente teatri, musei, mostre d’arte ed eventi cinematografici[172]. Non basta. Come abbiamo visto, le vendite calano, le spese legali crescono. Influenzare chi compra non basta, bisogna influenzare chi decide cosa possa essere comprato.

Il neo-lobbysmo dell’estrema destra americana

Steve Bannon, leader della destra fondamentalista e nazional-populista mondiale, ex consulente politico di Donald Trump, fondatore di Cambridge Analytica, e Kellyanne Fitzpatrick Conway, ex responsabile della campagna elettorale e, successivamente, addetta stampa di Donald Trump, inventrice delle “verità alternative”, azionista di PMI Philip Morris International e di Kraft Heinz[173]

La corruzione di personaggi politici è vecchia quanto il mondo. Ha un grave difetto: la popolazione la subisce come un affronto, una violenza, un’umiliazione, un fatto grave. L’esplosione dei social networks e la globalizzazione del dibattito politico offrono una nuova possibilità: quella di influenzare allo stesso tempo i cittadini ed i loro rappresentanti politici e militari. Negli Stati Uniti cresce una generazione di imprenditori tecnologicamente in grado di offrire un servizio completo: mercenari, guardaspalle, tecnologia di spionaggio, sistemi di organizzazione dei dati capaci di dividere la popolazione per gusti, opinioni, passioni e propensioni, in modo da creare una linea politica di opportunismo e cinismo estremo che non tenga conto di alcuna ideologia, ma serva solamente a creare consenso, da gestire poi in favore dei committenti.

Il primo manager di questa nuova generazione è Erik Prince, un ex ufficiale della marina militare americana ed ex pompiere[174], che ha lavorato per George Bush e per l’autore dei discorsi di Ronald Reagan, il senatore californiano Dana Rohrabacher, prima di essere scelto per un commando suicida in diversi teatri di guerra (è lui a sostenerlo in un libro di memorie) – un’esperienza che gli avrebbe fatto nascere l’idea di una moderna impresa di spie, mercenari e bodyguards a fianco dell’esercito regolare, dei servizi segreti o magari per usi esclusivamente privati[175].

Questa azienda si chiamerà Blackwater Worldwide e, avrà un campo di allenamento segreto in cui verranno preparati migliaia di mercenari tecnologicamente e fisicamente superspecializzati[176], con cui Prince, tra il 1997 (anno di nascita di Blackwater) ed il 2010 (anno in cui il governo americano la dichiarerà fuorilegge) guadagnerà oltre 2 miliardi di dollari di contratti dell’esercito, più 600 milioni di dollari da parte della CIA, più altri denari di cui non si saprà mai nulla, perché si tratta di operazioni classificate come strettamente riservate[177].

Blackwater sfugge a qualunque controllo dell’esercito regolare, Prince si vanta di aver operato degli assassinii su commissione nei punti più pericolosi del pianeta[178], e questo porterà alla crisi, obbligherà Prince a vendere l’azienda, il governo USA a bloccare tutti i pagamenti, e convincerà i nuovi proprietari a cambiare il nome di Blackwater in Academi[179]: il 16 settembre del 2007 i mercenari di Blackwater entrano sparando all’impazzata della Nisour Square di Baghdad, piena di gente, come in tutti i giorni di mercato – ammazzano 17 civili inermi e ne feriscono gravemente altri 20[180]. La strage non ha senso, anche perché gli Iracheni, dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, sono alleati degli Stati Uniti ed i mercenari di Blackwater si trovano laggiù per appoggiare ed istruire la nuova polizia nazionale[181].

I responsabili del massacro verranno poi condannati da un Tribunale americano, ma poi graziati da Donald Trump[182]. Prince viene salvato da Mohammed Bin Zayed Al-Nahyan, il ministro della difesa e reggente degli Emirati Arabi Uniti, che lo chiama a formare R2[183]: un esercito mercenario che sia in grado, se necessario, di operare azioni militari in territorio nemico, senza che ci sia stata una formale dichiarazione di guerra, o può eliminare avversari ed oppositori politici, o magari solo concorrenti industriali[184]. Con i soldi guadagnati a Dubai, Prince si espande come imprenditore e, tra l’altro, sbarca in Kenya, dove il suo neonato Frontier Service Group (FSG) compra due linee aeree private, la Kijipwa Aviation e la Phoenix Aviation, cui il presidente Kenyatta rifiuta la licenza di volo – dietro l’acquisto di Prince non c’è un progetto di aviazione civile, ma un servizio che esporti petrolio dal Sud Sudan in guerra[185].

Ma Erik Prince è uno che, se messo con le spalle al muro, si fa venire una nuova idea. Invece di cambiare atteggiamento per rientrare nelle grazie del governo americano, decide di partecipare ad una trasformazione radicale di quel governo, per fare in modo che si adegui a lui. Nel corso degli ultimi 15 anni, a causa degli interessi convergenti, nasce una strana ed inedita alleanza – nasce presumibilmente dal fatto che a difendere Prince ed i suoi mercenari durante inchieste estenuanti e processi umilianti siano gli stessi studi legali della Philip Morris – lo studio di David Boies, avvocato di molte stelle di Hollywood e da anni amico fraterno di Prince ed legale della PMI[186]; e lo studio Burson-Marsteller, uno dei cui associati, l’avvocato Robert Tappan, ha dapprima lavorato per il Dipartimento di Stato americano a Baghdad, e poi è divenuto capo di Blackwater in Iraq e membro di uno dei più grandi studi legali d’America, portando con sé due grandi clienti: Blackwater e Philip Morris[187]. Ad occuparsi di questi clienti, oltre a Tappan, c’è un membro del consiglio d’amministrazione di Burson-Marsteller, Mark Penn, che prima di arrivare alla guida dello Studio Legale era lo stratega della campagna elettorale di Bill Clinton[188].

Una delle cose che accomuna molte delle persone qui citate è la loro appartenenza ad organizzazioni del suprematismo bianco e del fondamentalismo cristiano[189] – ragione della nascita dell’amicizia e collaborazione tra Erik Prince e Steve Bannon[190], il grande stratega della campagna elettorale di Donald Trump ed il cofondatore di SCL Group e Cambridge Analytica[191]. Del resto, tra i grandi sostenitori finanziari della campagna elettorale di Donald Trump, oltre alla Philip Morris, c’è anche Rebekah Mercer, figlia del fondatore di Cambridge Analytica (Robert Mercer) ed azionista di maggioranza del SCL Group[192]. La loro è un’alleanza che, una volta eletto alla presidenza, ha portato Trump a nominare Betsy Prince DeVos, la sorella di Erik, alla testa di un programma di cristianizzazione delle scuole pubbliche americane[193].

Un’alleanza che ha portato alla Casa Bianca, come consigliere economico del presidente Trump, il banchiere Gary Cohn, ex CEO della Goldman Sachs, un uomo che dichiara 675 milioni di dollari di guadagni all’anno. Alle riunioni dello staff del presidente, Cohn era in buona compagnia, insieme a Steve Bannon (consigliere politico) e Kellyanne Conway (portavoce e capo ufficio stampa)[194]. Un’alleanza nata molto tempo prima, quando Cohn e Conway sono divenuti azionisti rilevanti di alcune aziende: Philip Morris[195], Altria, Mondelēz e Kraft Heinz[196].

Conway è associata dello Studio Legale Wachtell, Lipton, Rosen & Katz, uno dei quali principali clienti è, da un quarto di secolo, la Philip Morris International, spesso rappresentato personalmente dalla signora Conway[197]. La stessa signora Conway, che ha diretto la campagna elettorale di Trump, è stata pagata (1,1 milioni di dollari) con i fondi della campagna stessa, ma anche 325’000 dollari dall’associazione Make America Number One, il cui principale sponsor è Robert Mercer, il fondatore di Cambridge Analytica e SCL Group[198]. Tutti collegamenti che non si limitano agli Stati Uniti: tra i sostenitori finanziari della campagna elettorale inglese 2015, David Cameron ha ricevuto donazioni sia da Alexander Nix, direttore esecutivo di Cambridge Analytica, sia dalla Philip Morris International[199].

Tutti questi legami rischiano di danneggiare questo gruppo di persone e, in alcuni casi, possono essere persino pregiudizievoli in caso di inchieste penali. Dopo le decisioni dei Tribunali contro Blackwater, contro Philip Morris, contro Cambridge Analytica, contro i principali collaboratori e lobbysti di Donald Trump, contro Steve Bannon e gli altri estremisti Theocon (ovvero della teoria di un capitalismo teocratico ed antidemocratico[200]), era necessario ripartire da zero, facendo tesoro degli insegnamenti delle sconfitte. Magari iniziando con un misero ufficio in un brutto palazzo di una periferia di una piccola città al confine tra Romania ed Ucraina – là dove a nessuno venga in mente di cercare.

 

[1] https://www.justice.gov/pardon/pardons-granted-president-donald-trump
[2] 2008.07.21 SCL Group Ltd. Tunbridge Wells
[3] 2011.09.27 SC Strategic Communication Laboratories Srl Baia Mare, pages 19-21
[4] https://www.gandul.ro/news/fostul-ministru-al-agriculturii-ioan-avram-muresan-condamnat-la-7-ani-de-detentie-pentru-coruptie-8196559 ; https://www.gandul.ro/news/dosarul-caltabosul-decebal-traian-remes-si-ioan-muresan-condamnati-la-trei-ani-de-inchisoare-cu-executare-9234261
[5] https://edition.cnn.com/2013/03/10/world/africa/uhuru-kenyatta-profile/index.html
[6] https://nairobichronicle.wordpress.com/2009/03/01/saitotis-elusive-presidency/
[7] B. Badejo, “Raila Odinga: An Enigma in Kenyan Politics”, Yintab Books, Lagos / Nairobi 2006; http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/4676690.stm
[8] https://www.the-star.co.ke/news/2018-03-20-jubilee-hired-consultancy-linked-to-cambridge-analytica-david-murathe/
[9] https://www.channel4.com/news/cambridge-analytica-revealed-trumps-election-consultants-filmed-saying-they-use-bribes-and-sex-workers-to-entrap-politicians-investigation
[10] https://www.bbc.com/news/world-africa-21723488 ; https://www.theguardian.com/world/2013/mar/09/kenyatta-declared-victor-in-kenyan-elections ; https://studies.aljazeera.net/en/reports/2012/05/20125171220389752.html
[11] https://www.bbc.com/news/world-africa-18384861
[12] https://www.capitalfm.co.ke/news/2012/06/kenya-sets-up-inquiry-into-chopper-crash/ ; https://www.capitalfm.co.ke/news/2013/02/eurocopter-blamed-for-saitoti-crash/
[13] 2018.03.21 Daily Nation on Kenya
[14] https://www.riseproject.ro/firma-de-strategie-din-spatele-lui-trump-si-al-brexit-in-romania-inca-din-2011/
[15] https://sorinamatei.ro/exclusiv-lupta-anticoruptie-din-romania-tinta-unui-contract-de-consultanta-strategica-comandat-de-cea-cea-mai-puternica-si-influenta-masinarie-de-psy-ops-date-si-profiling-din-lum/
[16] 2011.09.27 SC Strategic Communication Laboratories Srl Baia Mare, pages 9-11
[17] 2015.08.19 SCL Group Ltd. Tunbridge Wells
[18] 2019.04.17 SCL Group Ltd. Tunbridge Wells, pages 3-6
[19] 2018.08.31 Emerdata Ltd. West Malling, page 7
[20] SC My Coffee Distribution Line Srl, SC Adevărul Holding Srl, SC Adevărul Digital Media Srl, SC Satiricon Srl, SC Adevărul Distribuţie Srl, SC Foto Adevărul Srl, SC Historia Srl, SC Garamond Tipografie Srl, SC Adevărul SA, SC Standard Press Distribution Srl, SC Mediatim Srl, West Tipo International SA, Tipomedia Prod Srl, SC Radio City FM Bucureşti Srl, East Europe Media Distribution Srl, East Europe Media NV Amsterdam, SC Media Promovalores Srl, SC Adevărul Shop Srl, SC Adevărul Multimedia Srl, SC Cărțile Adevărul Srl, SC News & More Srl. Peter Imre è il genero del ministro degli affari esteri rumeno Teodor Meleşcanu, ex amministratore del gruppo Rompetrol, guidato da Dinu Patriciu, socio di Imre – see also https://sorinamatei.ro/exclusiv-lupta-anticoruptie-din-romania-tinta-unui-contract-de-consultanta-strategica-comandat-de-cea-cea-mai-puternica-si-influenta-masinarie-de-psy-ops-date-si-profiling-din-lum/
[21] https://www.amcham.ro/company/philip-morris-romania ; http://www.piatafinanciara.ro/philip-morris-international-anunta-investitii-de-490-de-milioane-de-euro-si-300-de-noi-locuri-de-munca/
[22] http://globalstrat.net/who_we_are.php
[23] https://sorinamatei.ro/exclusiv-lupta-anticoruptie-din-romania-tinta-unui-contract-de-consultanta-strategica-comandat-de-cea-cea-mai-puternica-si-influenta-masinarie-de-psy-ops-date-si-profiling-din-lum/
[24] Articolo non ancora pubblicato
[25] https://sorinamatei.ro/exclusiv-lupta-anticoruptie-din-romania-tinta-unui-contract-de-consultanta-strategica-comandat-de-cea-cea-mai-puternica-si-influenta-masinarie-de-psy-ops-date-si-profiling-din-lum/
[26] https://www.romania-insider.com/psd-denies-collaboration-cambridge-analytica ; https://www.wcjb.com/content/news/Cambridge-Analytica-sought-work-in-Romania-477510743.html
[27] 2017.03.06 SCL Social Ltd. Tunbridge Wells; 2018.05.03 SCL Social Ltd. Tunbridge Wells
[28] 2020.06.15 SCL Analytics Ltd. Tunbridge Wells, pages 8, 10 and 19
[29] http://globalstrat.net/who_we_are.php
[30] https://www.britannica.com/biography/Richard-Lugar ; https://edition.cnn.com/2009/POLITICS/03/31/cuba.travel/ ; https://www.nytimes.com/1986/05/07/world/senate-rejects-saudi-arms-sale-73-22.html ; https://www.upi.com/Archives/1986/05/30/Showdown-over-Saudi-arms-deal-Reagans-own-clout/3565517809600/ ; http://www.heinzawards.net/recipients/richard-lugar-sam-nunn ; https://eu.indystar.com/story/opinion/2013/12/10/indianas-richard-lugar-helped-mandelas-anti-apartheid-cause/3957833/
[31] http://globalstrat.net/who_we_are.php
[32] https://www.justice.gov/nsd-fara/page/file/1282136/download
[33] http://www.adangerousalliance.com/index.html ; http://www.adangerousalliance.com/documentaries.html
[34] https://www.justice.gov/nsd-fara/page/file/1282136/download
[35] https://www.lapis-communications.com/explore
[36] https://mobygroup.com/
[37] https://www.npr.org/sections/thetwo-way/2010/06/28/128175646/with-u-s-help-saad-mohseni-became-afghanistan-s-first-media-mogul ; https://www.nytimes.com/2013/07/28/business/an-afghan-media-mogul-pushing-boundaries.html
[38] http://ask.org.az/wp-content/uploads/2018/09/1_Fortune-20-Profiles-for-Foreign-Investors.pdf, page 6 ; http://imcalerts.org/IMCAdmin/Uploads/Passage-to-Prosperity.pdf, page 6
[39] https://qz.com/1239561/cambridge-analyticas-parent-firm-proposed-a-massive-political-machine-for-indias-2014-elections/ ; https://qz.com/india/1233040/cambridge-analytica-was-eager-to-play-in-the-worlds-largest-democracy/ ; https://qz.com/india/1245515/facebook-admits-cambridge-analytica-may-have-accessed-the-data-of-over-560000-users-in-india/ ; https://economictimes.indiatimes.com/news/politics-and-nation/believe-congress-was-a-client-says-cambridge-analytica-whistleblower/articleshow/63491061.cms ; https://www.dnaindia.com/india/report-bbc-documentary-clip-goes-viral-shows-congress-poster-in-office-of-cambridge-analytica-s-ex-ceo-alexander-nix-2598837 ; https://timesofindia.indiatimes.com/city/lucknow/cambridge-analytica-made-2019-roadmap-for-congress-party-denies-any-deal/articleshow/63823483.cms
[40] https://www.bbc.com/news/world-africa-43471707 ; http://nairobilawmonthly.com/index.php/2018/06/05/media-like-false-preachers/ ; https://qz.com/africa/1233084/channel-4-news-films-cambridge-analytica-execs-saying-they-staged-kenya-uhuru-kenyatta-elections/
[41] https://www.imidaily.com/editors-picks/hpsclcambridge2/ ; https://www.dominicavibes.dm/international/print-248315/ ; https://www.gov.mt/en/Government/DOI/Press%20Releases/Pages/2018/July/30/pr181687.aspx ; https://www.maltatoday.com.mt/news/world/85644/passportsellers_henley_and_cambridge_analyticas_nix_exchanged_ideas_on_caribbean_election#.X_BmvRbSLIV
[42] https://emerging-europe.com/news/cambridge-analytica-sights-2016-romanian-election/ ; https://balkaninsight.com/2018/03/22/facebook-data-row-makes-waves-in-romania-03-21-2018/ ; https://www.romania-insider.com/cambridge-analytica-scandal-expands-to-romania
[43] https://publications.parliament.uk/pa/cm201719/cmselect/cmcumeds/363/36309.htm#_idTextAnchor053
[44] https://www.channel4.com/news/cambridge-analytica-revealed-trumps-election-consultants-filmed-saying-they-use-bribes-and-sex-workers-to-entrap-politicians-investigation
[45] https://publications.parliament.uk/pa/cm201719/cmselect/cmcumeds/363/36309.htm#_idTextAnchor053
[46] https://www.channel4.com/news/cambridge-analytica-revealed-trumps-election-consultants-filmed-saying-they-use-bribes-and-sex-workers-to-entrap-politicians-investigation
[47] Articolo non ancora pubblicato
[48] Articolo non ancora pubblicato
[49] Tim Moore, “Do not pass, go”, Penguin / Yellow Jersey, London 2002, pages 263-268
[50] Richard Ollard, “Clarendon and his friends”, Macmillans, London 1987, pages 266-276
[51] Tim Moore, “Do not pass, go”, Penguin / Yellow Jersey, London 2002, pages 269-287
[52] https://www.referenceforbusiness.com/history2/72/Philip-Morris-Companies-Inc.html ; https://www.pmi.com/who-we-are/key-milestones
[53] https://www.reuters.com/article/us-rothmans-philipmorris/philip-morris-to-buy-rothmans-for-c2-billion-idUSWNA544220080731 ; https://www.cronista.com/negocios/Philip-Morris-se-quedo-con-Rothmans-Benson–Hedges-20080731-0129.html
[54] https://www.sourcewatch.org/index.php/Philip_Morris,_Ltd.
[55] http://europe-re.com/new-bond-street-crowned-the-most-expensive-retail-street-in-europe/65879 ; https://www.bloomberg.com/news/articles/2011-11-28/bonhams-auction-house-gets-approval-for-new-london-headquarters
[56] https://casetext.com/case/ad-bedell-wholesale-v-philip-morris-inc ; https://www.latimes.com/archives/la-xpm-1999-mar-13-fi-16784-story.html ;  https://www.justice.gov/atr/comparative-antitrust-enforcement-and-business-history ; https://ec.europa.eu/competition/elojade/isef/case_details.cfm?proc_code=1_37629 ; https://thesedonaconference.org/sites/default/files/publications/81%2092.pdf
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[58] https://www.altria.com/about-altria/who-we-are/corporate-profile ; https://www.statista.com/statistics/500121/number-of-employees-altria/
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[61] https://tobacco.ucsf.edu/class-action-lawsuit-filed-against-juul-and-altriaphilip-morris-builds-past-litigation-against-big-tobacco
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[67] https://data.worldbank.org/indicator/NY.GDP.MKTP.CD?year_high_desc=true
[68] https://www.theguardian.com/environment/2017/sep/13/chocolate-industry-drives-rainforest-disaster-in-ivory-coast
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[125] Articolo non ancora pubblicato
[126] https://www.forbes.com/sites/greatspeculations/2014/10/03/why-did-philip-morris-spend-more-than-anyone-else-lobbying-the-e-u/?sh=6d7414d62963
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[130] https://soprweb.senate.gov/index.cfm?event=processSearchCriteria
[131] https://soprweb.senate.gov/index.cfm?event=processSearchCriteria
[132] https://ec.europa.eu/transparencyregister/public/consultation/displaylobbyist.do?id=19807921101-45
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[140] Sir Francis Bacon, “Historia vitae et mortis”, Ravenstein, Amsterdam/London 1623-1636
[141] http://www.longwood.edu/cleanva/cigbutthowmany.htm
[142] https://www.statista.com/outlook/50000000/100/tobacco-products/worldwide#market-onlineRevenueShare
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[144] https://www.statista.com/outlook/50000000/100/tobacco-products/worldwide#market-onlineRevenueShare
[145] 2016.01.01 BMJ – Anushree Sharma, Brian V. Fix, Cristine Delnevo, K. Michael Cummings, Richard J. O’Connor, “Trends in market share of leading cigarette brands in the USA: National survey on drug use and health 2002-2013”, BMJ Open Publishing Group, London 2016, page 2 – see also in https://www.researchgate.net/publication/292344662_Trends_in_market_share_of_leading_cigarette_brands_in_the_USA_National_survey_on_drug_use_and_health_2002-2013
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[154] Federica Maria Sessa, “L’evoluzione della nozione di “sicurezza alimentare”: dalla normativa italiana a quella comunitaria”, Università di Pisa, Tesi di laurea della Facoltà di Medicina Veterinaria, Pisa 2015, page 2 – see also in https://core.ac.uk/download/pdf/79621505.pdf
[155] Tiziana Civera, Milo Julini, “Dal naso alle nanotecnologie: evoluzione millenaria delle metodologie ispettive”, Università di Torino, Facoltà di Medicina Veterinaria, Torino 2008, page 1
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[173] https://www.newsweek.com/white-house-staffers-financial-disclosure-forms-steve-bannon-kellyanne-conway-578060
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[175] Erik Prince, “Civilian Warriors: The Inside Story of Blackwater and the Unsung Heroes of the War on Terror”, Portfolio / Penguin, Wilmington (Delaware, USA) 2013; https://www.spiegel.de/international/world/blackwater-hearing-white-collar-mercenary-under-fire-a-509264.html ; https://archive.vn/20120903214004/http://archive.mensjournal.com/an-american-commando-in-exile/2
[176] 2007.10.22 Newsweek on Blackwater
[177] https://www.nytimes.com/2011/05/15/world/middleeast/15prince.html?ref=global-home&pagewanted=all ; https://www.vanityfair.com/news/2010/01/blackwater-201001?currentPage=1 https://web.archive.org/web/20070829031125/http://content.hamptonroads.com/story.cfm?story=108028&ran=144012 ; https://www.independent.co.uk/news/world/americas/blackwater-founder-sell-criticism-takes-its-toll-1994967.html ; https://www.brookings.edu/articles/the-dark-truth-about-blackwater/ ; https://web.archive.org/web/20160303183150/http://www.mlive.com/grpress/frontpage/pdfs/A1_Saturday.pdf ; https://web.archive.org/web/20110124104252/https://www.google.com/hostednews/ap/article/ALeqM5hAHZ9HxuT6KA1abfLIClhXK_ajuQ?docId=bdc6713a3eee4b46803879f8d75639dc
[178] https://www.vanityfair.com/news/2010/01/blackwater-201001?currentPage=1
[179] https://www.huffpost.com/entry/blackwater-name-change-private-security-firm-academi_n_1143789
[180] https://www.nytimes.com/2007/11/14/world/middleeast/14blackwater.html ; https://web.archive.org/web/20071223061009/http://www.foxnews.com/story/0,2933,297719,00.html
[181] https://www.nytimes.com/2007/09/18/world/middleeast/18iraq.html?pagewanted=all&_r=0 ; https://www.theguardian.com/world/2012/jun/05/blackwater-guards-lose-appeal-iraq-shooting ; https://web.archive.org/web/20071102214433/http://www.foxnews.com/story/0,2933,298152,00.html
[182] https://www.nytimes.com/2014/10/23/us/blackwater-verdict.html ; https://web.archive.org/web/20121102082529/http://www.foxnews.com/story/0,2933,299370,00.html ; https://www.nytimes.com/2020/12/22/us/politics/trump-pardons.html ; https://web.archive.org/web/20120322090628/http://www.charlotteobserver.com/2012/01/06/2904465/blackwater-settles-with-families.html ; https://www.thenation.com/article/archive/blackwater-settles-massacre-lawsuit/ ; https://edition.cnn.com/2007/WORLD/meast/09/23/blackwater.probe/index.html ; https://abcnews.go.com/Blotter/FedCrimes/story?id=6417440&page=1
[183] 2011.05.16 NYT on Erik Prince
[184] 2011.05.15 NYT on Erik Prince
[185] https://www.ch-aviation.com/portal/news/32355-kenya-refuses-to-renew-blackwater-founders-kijipwa-aviation-asl ; https://www.bloomberg.com/news/articles/2014-05-22/south-sudan-chaos-puts-ex-blackwater-ceo-s-refinery-plan-on-hold ; https://web.archive.org/web/20141028074301/http://www.businessdailyafrica.com/Corporate-News/Kenya-denies-US-company-aviation-licence/-/539550/2501642/-/dc7ccd/-/index.html ; https://web.archive.org/web/20141111090146/http://www.washingtonpost.com/news/checkpoint/wp/2014/10/28/blackwater-founder-erik-prince-combative-secretive-and-expanding-in-africa/
[186] 2018.10.01 NYM on PMI and David Boies
[187] 2007.10.05 Burson and Prince
[188] 2007.10.05 PMI and Mark Penn
[189] 2007.10.22 Newsweek on Blackwater
[190] PMI and Kellyanne Conway, pages 1, 7, 9, 11, 13, 14, 16, 17, 20, 22, 24, 26, 28, 42, etc.
[191] 2017.04.01 CNN on PMI and Gary Cohn
[192] 2018.01.19 INS on PMI and Rebekah Mercer
[193] 2016.11.24 Trump and Prince
[194] 2017.04.01 CNN on PMI and Gary Cohn
[195] Articolo non ancora pubblicato
[196] 2017.04.01 CNN on PMI and Gary Cohn; 2017.04.02 ABC on Conway and PMI and Kraft
[197] PMI and Kellyanne Conway, pages 9, 11, 13, 16, 17, 20, 22, 24, 26, 28, etc.
[198] PMI and Robert Mercer, pages 24-25
[199] 2015.04.27 PMI and Alexander Nix – No. 3895 e No. 4629
[200] https://www.dictionary.com/browse/theocon

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CAT: Grandi imprese

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