Passa la risoluzione sull’autonomia in lombardia, ma l’intesa non c’è

:
7 Novembre 2017

Dopo il voto favorevole con 67 Sì 4 No e 1 astenuto, la Lega Nord festeggia questo primo traguardo: La Lombardia avrà un documento comune da presentare a Roma sul tema dell’autonomia. La Lega tuttavia è l’unica che può veramente festeggiare: Massimiliano Romeo, il capogruppo della Lega Nord, nome che a breve sarà cambiato con l’abolizione della parola Nord, pur dicendosi soddisfatto aggiunge in aula che i lombardi “vogliono vedere i risultati”. Insomma: la soddisfazione c’è ma è moderata. A ruota della Lega ci sono i Cinque Stelle: anche loro vanno all’incasso. In aula votano a favore “perché  noi seguiamo la volontà  del popolo” mi dice Dario Violi.

Dove invece emergono le differenze e soprattutto le diverse visioni politiche è tra il PD e la Lega; in particolar modo sui contenuti della risoluzione. Se infatti il PD sostiene che la risoluzione è stata depurata della “demagogia” che prima la contrassegnava, la Lega smentisce che sia accaduto. Enrico Brambilla, capogruppo del PD, dichiara in un post su Facebook che l’accordo condiviso tra tutte le forze politiche non riguarda residuo fiscale, sanità e mercato del lavoro. Alessandro Alfieri, coordinatore regionale del PD,  specifica che neppure rientra nell’accordo “la materia tributaria e quella sulla sicurezza” e che “c’è l’accordo ma potevamo farlo due anni fa e senza spendere 50 milioni di Euro”.

Roberto Maroni smentisce che non si parlerà  di fiscalità e di sanità “perché per ogni materia (tutte e 23 conferma il Governatore) ci sarà la necessaria copertura che la Lombardia intende chiedere”.

E sempre gli stessi PD e Lega contrappongono visioni diametralmente opposte sulla questione bancaria. Pietro Foroni avvocato e presidente della Commissione Attività produttive, leghista, propone di fare come in Trentino e in Germania: dare competenze anche sulla banche del territorio, su quelle rurali che “possono contribuire allo sviluppo del territorio”.

A stretto giro di posta gli risponde ancora Alfieri: “Non scherziamo, e non dimentichiamo cos’è accaduto con le banche venete in cui lo Stato è dovuto intervenire ripianando le perdite”.

Infine c’è la questione di Alternativa Popolare: in Lombardia è sempre stata con il centrodestra ma negli ultimi 5 anni a Roma è  stata alleata del PD. Dopo aver perso “voti e seggi” in Sicilia, come ha ribadito il Presidente del Consiglio della regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, “o Alternativa Popolare cambia strategia o un pò di persone dovranno trarre le dovute conseguenze”. Una situazione “liquida”, per azzardare una citazione alla Baumann. Dunque l’accordo sull’autonomia c’è ma non c’è, visto che in questo momento la frammentazione dentro molti partiti potrebbe portare a nuovi smottamenti, cambi di rotta e di leadership. Renzi deve fare i conti con Mdp di Bersani – a proposito: in Lombardia il consigliere Onorio Rosati ha votato “No” alla risoluzione; di Ap abbiamo detto, mentre Salvini consolida la sua leadership nella Lega Nord, ma l’eliminazione della parola Nord dal simbolo del partito ha già generato la nascita di “Grande Nord”: reduci della vecchia Lega pronti a tornare in battaglia sulla “questione settentrionale”. Se Umberto Bossi decidesse di “strappare” andando via dal Caroccio (e potrebbe accadere se non gli venisse proposto un seggio a Roma per la prossima legislatura) allora potrebbe esserci qualche problema anche per la forza politica traino del centrodestra. Quindi ricapitolando: in Lombardia sull’autonomia si firma una risoluzione in cui i distinguo sono maggiori delle cose che si condividono (paradigmatico lo scontro in aula tra il Consigliere Fabio Pizzul del PD e Stefano Bruno Galli capogruppo della Lista Maroni che battibeccano niente meno che su Gianfranco Miglio). Permane una scollatura evidente tra chi vuole una forma di accentuato decentramento (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lombardia Popolare) e chi invece al decentramento preferisce un centralismo ammorbidito  (Partito democratico su tutti) con Mdp contrario invece in toto.

Eccovi il resoconto di giornata nei riflessi filmati:

Maroni: “Sarà una trattativa interessante, vogliamo più competenze e più  risorse” e poi attacca il Pd

Massimiliano Romeo capogruppo Lega Nord: “L’autonomia è utile a tutti”

Dario Violi, Cinque Stelle: “Rispettata la volontà del Popolo”. Voto favorevole in aula per i Cinque Stelle  (a livello locale trionfatori del voto in Sicilia)

Interviene il Presidente della IV commissione, Attività  produttive. L’Avvocato Pietro Foroni della Lega. E rivendica autonomia sulle banche rurali

Gli risponde Alessandro Alfieri coordinatore Regionale del PD: “Autonomia sulle banche rurali? Non scherziamo….”

Raffaele Cattaneo Presidente del Consiglio Regionale Lombardo: “Abbiamo fatto un buon lavoro insieme. Ap cambi alleanze, fisiologicamente siamo nel centrodestra”

Onorio Rosati, Mdp è parte della sinistra che non vuole l’autonomia che “porterebbe un neo centralismo regionale nel caso del fondo dello spettacolo o la procedura dell’impatto ambientale che prima era di competenza degli enti locali”

 

 

 

 

 

TAG: alessandro alfieri, Dario Violi, lega nord, lombardia, Lombardia Popolare, maroni, Massimiliano Romeo, Pd, Raffaele Cattaneo, referendum
CAT: Milano

Nessun commento

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

CARICAMENTO...