La guerra civile ai tempi della Boschi no, per favore no
Il titolo di questo appuntamento settimanale é, idealmente, ” compagno si, compagno no, compagno un caz” ed e’ ripreso da una canzone del 1978 di Richy Gianco, noto cantautore milanese che si aggiro anche dalle parti del Clan di Celentano. Il titolo, come si può ben capire, non va spiegato e probabilmente si intuisce anche la ragione della mia scelta. Parto dalla convinzione, che cercherò’ settimanalmente di mettere a raffronto con la realtà , che in Italia abbiamo la sinistra più pazza del mondo.
Questa sinistra e’ la mia casa da oltre cinquant’anni, una casa molto amata, da cui, talvolta, ho pensato di fuggire restandone, invece, ancorato come una cozza, in cui abitano i miei affetti ma che oggi e’ uno strano edificio in parte diroccato in parte con impalcature provvisorie create da nuovi personaggi che cercano di tirar su nuove mura. Non esiste più la sinistra come comunità , non esiste più da tempo. Ma non esistono neppure più le cosiddette due sinistre. C’è’ qualcosa che tuttavia sopravvive e che viene un passato lontano e tristissimo, ed e’ la sinistra che giudica l’altra un coagulo di traditori, portatrice di idee di destra (come non pensare , a questo proposito, allo staliniano “social fascismo”?) e c’è’ una sinistra che fa coincidere la storia del mondo con la propria data di nascita ed è convinta , come la giovane ministra Boschi, che siano comparabili Fanfani e Berlinguer.
Intendiamoci, Fanfani e’ stato un riformatore cattolico prima di diventare l’alfiere della battaglia conservatrice contro il divorzio. Ed Enrico Berlinguer ha sostenuto tesi che oggi non sentiremmo come nostre. Tuttavia colpisce la confusione di linguaggi che è giunta a un punto tale che stalinismo e nuovismo invecchiato stanno assieme, si combattono ma si assomigliano. E addirittura si combattono in nome nostro. L’altro paradosso di questa sinistra litigiosa e un po’ demente è che non riesce a separarsi come accade alla coppie che davvero non si amano. Il troppo amore dà vita a sentimenti forti che portano persino al distacco. La freddezza reciproca non vuole la passione della rottura. Leggiamo così che Renzi vorrebbe tenersi in casa i suoi oppositori più feroci e che D’Alema, in singolare sintonia con lui , prometta battaglie muscolari tutte interne ma condanna chi pensa di andar via. Insomma è la guerra civile della sinistra del XXI secolo, anch’essa una guerra mondiale a pezzi, come direbbe il nostro caro papa.
Perché siamo giunti a questo? Non voglio farla facile ma l’impressione è che questo accade perché la sinistra ha perso, nel suo insieme, il suo ancoraggio, la sua visione, il suo stato di necessità che in origine l’aveva portata a essere nel mondo. Per la prima volta in Italia, paese di sinistre operaiste, riformiste, produttiviste, quella roba che chiamiamo sinistra non sa immaginare una società’. Non un ordinamento, non un modo di produzione, ma una società come comunità di produttori. La sinistra, tutta insieme, si e’ ammalata di politicismo. Se Lenin rivivesse sarebbe scandalizzato, avendo passato la sua vita a combattere l’economicismo.
In questa sinistra è in corso anche una sacrosanta battaglia generazionale. Fatevelo dire da un vecchio: e’ bene che sia così. Non critico la Boschi, ai suoi tempi la Bindi o la Turco non erano migliori, venivano anche loro da una scelta dall’alto, anch’esse non erano nate “imparate” nel mestiere di ministre . Tuttavia la battaglia generazionale sta diventando quasi una forma di pulizia etnica che riguarda le persone e la loro cultura. Se il renzismo si rivelasse solo questo sarebbe un vecchio film, anche molto brutto. E’ un vecchio film sicuramente il modo in cui si combatte Renzi come fosse il rinnegato Kautsky, oppure Saragat, oppure Nenni, oppure Craxi. C’è un rigurgito di superiorità morale che viene espresso da ambienti di sinistra che dovrebbero lealmente ammettere che una storia è finita per manifesto fallimento.
Invece assistiamo al penoso scambio di battute cretine fra una giovane demitiana come la Picierno che dice alla Camusso che si è’ comprata la segreteria con tessere false e una anziana socialista, la Camusso, forse craxiana, che reagisce come avrebbe parlato un esponente della Terza Internazionale. No, il comunismo senza i comunisti è insopportabile. Lo era anche prima, ma questo ultimo spettacolo vorrei evitarlo. Se ci sarà una guerra civile a sinistra, fatevela da soli. Not in my nome.
Un commento
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Vecchio di sicuro, ma che bello essere vecchi e con la testa funzionante.