Sen. Esposito, molti bianconeri godono pensando alla moglie con un altro
A tutti quelli che hanno festeggiato la sconfitta della Juventus nella finale di Champions contro il Barcellona (peraltro inevitabile come si era serenamente immaginato in vigilia), il pregiatissimo senatore della Repubblica e del Partito Democratico nonché tifoso bianconero, Stefano Esposito, ha spedito idealmente questo tweet: «Godere per la sconfitta della #Juventusfc è come essere impotenti ed esultare se qualcuno fa godere la tua donna».
Buttarla sul sesso è un vecchio, vecchissimo artifizio che ha sempre una sua immediatezza, soprattutto se comprende quella porta spalancata sull’orrore machista che sarebbe l’impotenza. La quale impotenza porta con sè l’idea di fallimento, di una vita solennemente inutile qualunque altra cosa, anche nobile, tu possa avere costruito. Eserciti di barzellettieri si sono applicati alla bisogna, ma come tutte le cose che evolvono, e anche la barzelletta ha una sua evoluzione sociale, quel meccanismo sadico-dissacratorio si è un po’ perso nel tempo.
Per cui, il tweet del senatore Esposito, più che scandalizzare sul piano sessista, come è capitato tra le altre a Silvia Ballestra, che ha ritwittato a sua volta, investendo le istituzioni («Scusi presidente #Matteorenzi, questa è la nuova classe dirigente con cui vuole modernizzare il Paese?»), interroga sulla modernità del Pd, sulla capacità di vivere il suo tempo con la consapevolezza del caso. Perché il sesso è spesso un termometro della nostra evoluzione.
Uno scorcio a Wikipedia ci racconta che il senatore Esposito non è un vecchio barbogio, o meglio non lo è anagraficamente, essendo nato a Moncalieri nel ’69. Non sappiamo naturalmente nulla della vita privata del nostro protagonista, nè possiamo immaginare proiezioni men che caste, pensando alla sua vita sessuale. Ma la notizia che gli andrà certificata, e che forse gli produrrà anche un certo mancamento, è che ciò che egli ha pensato per noi come terribile offesa – l’idea che tutti gli anti-juventini godano enormemente nel vedere la propria donna al massimo del sollazzo per via di un simpatico signore che non è nè il marito, nè tanto meno il fidanzato – è nella gran parte dei casi una proiezione felice e popolare della vita sessuale degli italiani stessi, almeno di quelli che riconducono il sesso a una gioiosa ed estesa illustrazione dei pensieri anche più estremi e (solo apparentemente) scandalosi.
Tanto per esser chiari, senatore: temiamo che ci siano anche un sacco di bianconeri, gente come lei insomma, che gode enormemente nell’immaginare quella scena erotica extra-coniugale e che una parte di questi la pratichi addirittura! (Che magari sia accaduto proprio la notte di Berlino, getterebbe un luce ancora più cupa su tutta la vicenda, vero senatore?)
Si prova una certa malinconia per il nostro eroe bianconero, anche se lui – ad un’accusa di questo genere – risponderebbe senz’altro di essere assolutamente sano e di non avere mai provato, neppure nel più cupo degli incubi, simili perversioni. Ma l’aspetto straordinario del sesso, vissuto nella sua espressione più libera e compiuta, è che la fantasia può permettersi un lusso davvero ragguardevole: scavalcare la realtà, superarla, appunto, a sinistra, innestare la quarta e lasciare che la fotografia più borghesemente irriferibile – una moglie che se la gode con un altro magari sotto i nostri occhi guadienti – abbia pienissima nobiltà intellettuale. Per non parlare poi di chi fa coincidere fantasia e realtà, ma questa è ancora un’altra storia.
Ma si prova una certa malinconia anche per Silvia Ballestra, che per un ghiribizzo del destino è nata anch’essa nel ’69 come il senatore e che non è mai stata scrittrice omologata. La questione sessista, in questo caso non è nemmeno sullo sfondo. Il dramma è questo Esposito non sta proprio dentro il suo tempo e questo forse è ancora più grave.
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