Grecia: nascono i nuovi campi di concentramento

26 Dicembre 2021

Gli Accordi di Schengen che hanno permesso ai cittadini dell’Unione Europea di circolare liberamente nei territori degli Stati membri – una meravigliosa rivoluzione, se pensiamo che ottant’anni fa quegli Stati erano in guerra tra loro e gli europei morivano come mosche attraversando le frontiere, o solo a causa della loro etnia. Ma questa rivoluzione ha creato nuovi problemi, specialmente in relazione al fatto che l’Unione Europea, che è l’area mondiale di maggior benessere, è circondata da paesi in guerra tra loro, devastati dalla violenza e dalla miseria. Ci sono sempre più persone che vogliono entrare, e molte di queste si ripropongono di importare, in quello che considerano un nemico storico, sangue e distruzione.

Una delle questioni chiave del nostro tempo è questa: viviamo in una terra enorme, ricca e libera, e sentiamo di dover aiutare chi è più sfortunato di noi – anche perché sappiamo che parte della loro miseria è dovuto al nostro colonialismo, ovvero al fatto che li abbiamo depredati per secoli. Però un conto è dare casa ad un fuggiasco, un conto è permettere ad un attentatore di commettere una strage. Sbattere la nostra porta in faccia a chi chiede aiuto, oppure aumentare eccessivamente i controlli porta ad una diminuzione della libertà di movimento di ciascuno, sicché bisogna trovare un equilibrio apparentemente irraggiungibile.

Questo dilemma ha fatto nascere un profondo e difficile dibattito sul concetto della “difesa delle frontiere esterne dell’Unione”, sulle regole comuni da stabilire, mentre infuria un dibattito politico avvelenato da opportunismi locali e populismi che impediscono alla popolazione di vedere chiaramente i fatti. Dobbiamo poter regolare l’afflusso di immigrati, di cui abbiamo stringente bisogno, se vogliamo garantire il nostro livello di benessere anche alle nuove generazioni, a causa della nostra natalità negativa; dobbiamo cercare di impedire l’entrata ai malintenzionati; dobbiamo evitare che i popoli in fuga divengano l’arma di ricatto di regimi dittatoriali (soprattutto Russia e Turchia) che li scagliano alle nostre frontiere per metterci in difficoltà o li chiudono in campi di concentramento in cambio di nostre concessioni politiche, diplomatiche ed economiche.

Frontex

Crescono i sospetti su possibili respingimenti illegali: una nave greca di Frontex abborda una nave di clandestini[1]

Il compito di applicare le norme europee è stato inizialmente delegato ad un ufficio interno, il Frontex, nato per porre rimedio alla mancata cooperazione tra governi: l’ufficio nel 2004, si è evoluto in Agenzia Europea della Guardia di Frontiera e Costiera, diretta da un funzionario civile, il francese Fabrice Leggeri[2], e dal Ministro degli Interni sloveno  Marko Gašperlin[3]: la nuova agenzia Frontex è composta dai rappresentanti dei 26 paesi membri dell’Unione che hanno firmato in Trattato di Schengen, cui si aggiungono i rappresentanti di Irlanda, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera[4]. La nuova agenzia, su iniziativa dei paesi del Mediterraneo (Spagna, Malta, Grecia e Italia), si occupa anche del pattugliamento costiero ed il recupero di clandestini dispersi in mare[5].

Nel corso degli anni Frontex ha aumentato budget ed influenza[6]. In base agli accordi, attualmente, uno Stato membro sottoposto ad una pressione tale, alle frontiere, da non essere più in grado di gestirla con la propria polizia di frontiera, può richiedere l’invio di squadre di intervento rapido in aiuto. È stato creato un sistema comune di sorveglianza chiamato EUROSUR, con l’approvazione dell’articolo 1624 del 2016, l’Unione Europea, sono iniziate le pratiche necessarie ad una Guardia di Frontiera sovranazionale e comunitaria, dotata anche di un Forum Consultivo deputato a tutelare i diritti umani di chi cerca di entrare clandestinamente, ed ha introdotto un meccanismo di reclamo individuale[7].

La situazione giuridica di Frontex è quella di tutte le agenzie che “sono infatti entità giuridiche separate, istituite per eseguire compiti specifici”, e sono quindi istituzioni che, nella gestione delle proprie attività, rispondono alla Commissione e non direttamente ai singoli Stati membri, acquisendo quindi una indipendenza maggiore rispetto ad altri uffici dell’Unione[8]. Possiede un’indipendenza maggiore rispetto ad Europol, ovvero il corpo di agenti che permette inchieste penali ed operazioni anti-terrorismo indipendentemente dalle frontiere nazionali[9].

Il lancio delle attività di Frontex è avvenuto presso il Checkpoint Kapitan Andreevo, la porta dell’Unione Europea per chi arriva dalla Turchia, attraverso l’autostrada principale della Bulgaria[10], ed il suo successo è stato talmente rilevante da portare a continui aggiornamenti del budget annuo: 143 milioni di euro nel 2015[11], 238 milioni nel 2016[12], 281 milioni nel 2017[13], fino ai 420,6 milioni di euro spesi nel 2020[14]ed ai 543 milioni di euro previsti per il 2021[15], cui vanno aggiunti ulteriori 140 milioni di euro per la costruzione degli uffici di Varsavia, nei quali, a partire dal 2026, lavoreranno oltre duemila dipendenti amministrativi[16], cui vanno sommati i diecimila agenti che costituiranno la spina dorsale di Frontex entro il 2027[17].

Il catalogo di aree di intervento di Frontex è imponente: a) provvedere a una valutazione della vulnerabilità delle frontiere dei singoli Stati membri; b) organizzare operazioni congiunte e interventi rapidi alle frontiere per rispondere ai problemi creati dall’immigrazione illegale e dalla criminalità transfrontaliera; c) assistere la Commissione nel coordinamento delle squadre di supporto richieste da un singolo Stato in casi di sofferenza eccezionale di una frontiera; d) garantire un’azione urgente alle frontiere esterne; e) fornire assistenza tecnica e operativa a sostegno delle operazioni di salvataggio delle persone bisognose di soccorso in mare; f) contribuire alla creazione di un nucleo di pronto intervento internazionale composto (inizialmente) da 1500 guardie; g) nominare funzionari di collegamento dell’agenzia negli Stati membri; h) organizzare, coordinare e svolgere operazioni e interventi di rimpatrio; i) promuovere la cooperazione operativa tra gli Stati membri e i paesi terzi in materia di gestione delle frontiere[18].

A convincere i paesi riottosi sono stati la guerra civile in Siria, l’aumento del numero di clandestini, ed alcuni scandali, come il sospetto che le guardie di frontiera greche avessero preso l’abitudine di respingere chiunque arrivasse dalla Turchia, anche in violazione delle leggi comunitarie sull’aiuto ai rifugiati politici e dagli scampati alla guerra[19]. Secondo un’indagine del quotidiano inglese The Guardian, nonostante l’entrata in funzione di Frontex, nell’ultimo decennio 40’000 richiedenti d’asilo sarebbero stati respinti illegalmente, provocando 2000 morti – accuse che vengono analizzate dall’OLAF (Agenzia Antifrode dell’Unione Europea)[20].

I principali obiettivi dell’Operazione Poseidon[21]

L’inchiesta, aperta nel 2020, identifica diversi incidenti sospetti – sospetti che hanno portato alcuni funzionari, anche di alto livello, a lasciare l’Agenzia[22]. La stampa internazionale si è scatenata, e nell’ottobre del 2020 anche il settimanale tedesco Der Spiegel ha pubblicato un’indagine agghiacciante sugli errori e le malefatte di agenti di frontiera europei[23]. In modo particolare, la Guardia Costiera Greca (HCG) è stata accusata di ripetute violazioni delle leggi comunitarie[24]. Il 7 dicembre del 2020 OLAF ordina una perquisizione negli uffici del direttore esecutivo Fabrice Leggeri, nonché del suo capo di gabinetto, Thibauld de La Haye Jousselin, e trova altri indizi a sostegno dell’esistenza di violazioni dei diritti umani[25].

Queste violazioni hanno due procedure: a) la HCG impedisce ai migranti in mare di approdare, bloccando il gommone finché non esaurisce il carburante, o disattivando il motore. Quando il motore smette di funzionare, il gommone viene lasciato alla deriva in modo che il moto ondoso lo riporti nelle acque territoriali turche[26]; b) gli immigranti che hanno raggiunto la spiaggia vengono arrestati, caricati su un nuovo gommone, trainati in alto mare ed abbandonati al loro destino[27]. Le cose avrebbero dovuto cambiare con Frontex[28]. Ciò nonostante, la barbarie continua[29].

Fabrice Leggeri cerca di minimizzare: il 24 luglio 2020, in un’audizione di fronte alla Commissione per le Libertà Civili del Parlamento Europeo, ha ammesso un solo incidente[30], e ciò in palese contrasto con quanto sostenuto dai giornalisti che indagano sull’Operazione Poseidon (il nome attribuito alle attività di Frontex nell’Egeo) e che osservano da mesi i movimenti delle navi dell’Unione Europea[31]. Le affermazioni di Leggeri[32] non hanno indotto né il commissario per gli affari interni, Ylva Johansson, a recedere dalla richiesta di una riunione urgente e straordinaria del Consiglio di Amministrazione di Frontex[33], né il Difensore Civico europeo, Emily O’Reilly, ad aprire una indagine[34], chiusa il 15 giugno del 2021[35] con il seguente epitaffio: “Il Difensore Civico considera deplorevole il ritardo di Frontex nell’attuazione delle importanti modifiche introdotte dal regolamento 2019/1896. Tuttavia, poiché la situazione è in via di risoluzione, il Difensore Civico non ritiene giustificato approfondire ulteriormente la questione”[36].

Ma questo non contribuisce a calmare le acque. Secondo il quotidiano greco Kathimerini, Fabrice Leggeri avrebbe “resistito attivamente” all’assunzione dei 40 funzionari deputati alla difesa dei diritti umani, ritenendo la questione non prioritaria[37]. Sempre secondo il quotidiano, il direttore avrebbe “ripetutamente chiarito al personale” che “Frontex non è un costoso servizio di bagnini” ed ha fatto capire al personale operativo che segnalare respingimenti illegittimi avrebbe danneggiato la carriera di chi lavora in Frontex[38].

Secondo la stessa fonte, la segnalazione degli incidenti sarebbe “intenzionalmente centralizzata per essere lenta, macchinosa e molto discreta”[39]. Alcune delle principali operazioni di Frontex includono l’operazione congiunta Themis (Italia), l’operazione congiunta Poseidon Sea (Grecia), le operazioni Indalo e Minerva (Spagna), quella nei Balcani occidentali (Albania, Montenegro) e le attività in Bulgaria e Ungheria[40]. Nella stampa internazionale, ancora oggi, Frontex viene apostrofata con l’epiteto: “le mani sporche dell’Unione Europea”[41]. Secondo gli esperti, come il Professor Giuseppe Campesi, docente di Scienze Politiche a Roma e collaboratore di molte riviste di filosofia del diritto, l’esperienza di Frontex è una sorta di laboratorio a cielo aperto nel quale si cerca di capire fino a qual punto la popolazione europea, spaventata dall’immigrazione, è disposta ad accettare violazioni dei diritti umani e persino massacri ai propri confini[42].

La strategia dell’esternalizzazione delle frontiere

I camion incolonnati per 40 km lungo l’autostrada, che ogni giorno entrano in Bulgaria dalla Turchia attraverso il checkpoint Kaptain Andreevo[43]

Campesi sottolinea il fatto che, nonostante Frontex agisca indipendentemente, i suoi agenti perseguano comunque una politica che non viene sottoposta all’esame dell’elettorato[44]: “Gli organi esecutivi di Frontex sono composti infatti da rappresentanti dei governi e dai vertici delle polizie di frontiera nazionali. Quindi la strategia complessiva è decisa a livello politico, (…) in una strategia che fa leva sulla collaborazione dei Paesi terzi, come la Turchia (…) o la cosiddetta guardia costiera libica, non tanto per respingere ma per riportare indietro i migranti (…). Quindi che l’Agenzia ha cercato, per quanto possibile, di non operare direttamente respingimenti ma ha attivamente collaborato offrendo supporto logistico alle attività di “pull-back” svolte dalle agenzie dei Paesi terzi con cui cooperiamo” [45].

Ne consegue che il nulla di fatto prodotto dalle inchieste contro Frontex ha la sua ragion d’essere nel reale spirito con cui l’Unione Europea gestisce i flussi migratori: limitarli al massimo, non importa come; evitare di doversi far carico dell’accoglienza, giustificandosi con le malefatte dei regimi con cui confiniamo. Questa è la ragione della cosiddetta strategia di esternalizzazione delle frontiere, ovvero di esportare il blocco dei migranti in paesi terzi, prima che raggiungano l’Europa[46].

In questo modo si spiega la contraddizione tra la politica ufficiale dei singoli membri dell’Unione e del Parlamento di Bruxelles da un lato, e quella di Frontex dall’altro: la seconda deve restare quanto possibile segreta. Incapaci di sviluppare una efficiente politica di regolamentazione dei flussi (andando a cercare i lavoratori necessari direttamente nei paesi d’origine, rendendo i tragici ed avventurosi viaggi da clandestino superflui), di rimpatrio dei clandestini veri e propri, della lotta contro la gestione dei flussi gestita da regimi dittatoriali e dalla criminalità organizzata, e di integrazione reale della forza lavoro acquisita, l’Unione spende centinaia di milioni per nascondere la propria incapacità.

Attraverso gli accordi confidenziali, il fisco UE finanzia regimi e milizie in Marocco, in Libia, in Turchia, in Egitto[47]. Se smettesse di farlo, questi paesi chiuderebbero i loro campi di concentramento ed accompagnerebbero tutti i migranti fino al confine europeo[48]. Questi accordi andrebbero discussi e autorizzati dai Parlamenti dei 26 Stati, ma nella pratica tutti si avvalgono oramai della strategia dell’esternalizzazione delle frontiere[49], nonostante in passato proprio l’Italia e la Grecia siano state le vittime di questa strategia, abbandonati con l’intera gestione dei clandestini sulle proprie spalle. Per l’eventualità che gli accordi di esternalizzazione dovessero fallire, la UE ha deciso la creazione di cosiddetti hot-spots, nome elegante per descrivere dei classici campi per rifugiati, collocati a pochi chilometri dai confini esterni[50].

L’idea è nata nel marzo del 2020, quando il presidente Erdogan ha annunciato, dopo l’intensificarsi degli scontri in Siria, di inviare verso l’Europa “milioni di profughi”: in quel mese, 13’000 rifugiati si sono ammassati lungo i 212 km del confine terrestre greco-turco[51]. Il Primo Ministro greco Kyriakos Mītsotakīs ha dichiarato lo stato di emergenza[52], ha disposto la chiusura delle frontiere, dispiegando le forze armate, ed ha sospeso il diritto di chiedere asilo politico: tutte misure motivate da una presunta “pressione” operata da “una grossa e improvvisa mobilitazione popolare”[53].

Contestualmente, Atene richiede l’immediato intervento delle truppe speciali[54], richiesta cui Frontex risponde positivamente il 12 marzo[55], mentre nell’assemblea plenaria la delegazione greca si richiama, per giustificare la propria decisione, alla procedura di cui all’art. 78 TFUE[56]: “Qualora uno o più Stati membri debbano affrontare una situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare misure temporanee a beneficio dello Stato membro o degli Stati membri interessati. Esso delibera previa consultazione del Parlamento europeo” [57]. Una consultazione che non ha mai avuto luogo.

Come era logico. L’intervento straordinario di Frontex non ha cambiato nulla, se non il fatto che la frontiera bulgaro-turca lavora in condizioni di tale sovraffollamento, da costringere i camionisti in transito ad attese lunghe oltre una giornata, lungo una colonna di oltre 40 km che, in ogni caso, rende l’efficacia dei controlli risibile: la rotta Balcanica è oggi ancora più usata di due anni fa[58]. L’ondata di fuggitivi è stata sparsa in campi improvvisati, vere prigioni a cielo aperto, nelle quali, dal 2016 ad oggi, si sono assiepate oltre 40’000 persone senza alcuna speranza di uscirne, in condizioni igieniche tremende, in tende circondate dal fango[59], con la popolazione locale che protesta ai cancelli, fomentata dai movimenti di estrema destra ellenici[60]

L’inferno di Mória

10 settembre 2019: l’incendio che ha distrutto il Campo di Prima Accoglienza dell’isola di Moria, in Grecia, uccidendo una madre con il proprio figlio neonato ed un altro bambino rimasto bloccato nelle baracche[61]

Il principale hot-spot improvvisato nei mesi più difficili del 2016 è il centro di accoglienza e identificazione di Mória, che prende il nome da un villaggio vicino a Mitilene, sull’isola di Lesbo, ed è stato, finché è esistito, il più grande d’Europa: chiuso con filo spinato e una rete metallica, il campo militare è stato valutato da un dirigente di Medici Senza Frontiere come “il peggior campo profughi del mondo”[62]. Era stato messo in piedi in fretta per accogliere non più di 3000 persone per un periodo non superiore ai sei mesi ma, quando è stato distrutto dalle fiamme, nel settembre del 2020, ospitava oltre 20’000 persone, tra cui 7000 bambini[63].

Negli anni, il campo è stato esteso al vicino uliveto, noto come “giungla di Moria”, dove gli alloggi erano costruiti con cartone ondulato e teli di plastica. I migranti hanno usato uliveti vecchi di secoli per scaldarsi, aizzando l’odio di una popolazione atterrita dai crimini commessi da coloro che scappavano dal campo[64]. Lo svizzero Jean Ziegler, che nel 2019 ha visitato Mória in qualità di inviato delle Nazioni Unite, lo ha definito “la rinascita di un Lager nazista sul suolo europeo”[65]. Quando, la sera dell’8 settembre 2020, il campo è andato quasi completamente distrutto da un incendio, i rifugiati sono rimasti in strada, spaventati e senza un luogo dove andare. L’intervento di Frontex è stato di sparare lacrimogeni sulla folla dei cittadini dell’isola che protestavano per la situazione insopportabile[66].

Il 15 settembre le autorità greche hanno fatto sapere di aver arrestato cinque uomini con l’accusa di aver appiccato deliberatamente l’incendio[67], ma questo non ha impedito al capo della campagna sulle Migrazioni di Oxfam, Evelien van Roemburg, di definire i fatti di Mória una “tragedia umanitaria” causata da “risposte fuorvianti fornite da anni dall’Unione Europea e dai suoi Stati membri alle persone in fuga da conflitti e persecuzioni[68]”. Una denuncia che ha fatto eco a quella di Marco Sandrone, capo di Medici Senza Frontiere a Lesbo, che ha sollecitato un’inchiesta sulle responsabilità politiche del disastro degli hot-spots greche[69].

Nella stampa internazionale la tragedia Mória diventa l’occasione per puntare i riflettori sul disastro della politica europea sull’immigrazione, iniziata da Papa Francesco I[70] dopo che si è recato personalmente tra le macerie del campo[71], e proseguita per bocca di molti personaggi famosi, come l’attrice Angelina Jolie, che già nel marzo del 2016 aveva incontrato i profughi del campo di Mória per testimoniare e sollecitare l’importanza di un maggiore impegno da parte dell’UNHRC e del governo greco[72]. Mentre la magistratura greca ha condannato dei profughi afghani, responsabili dell’incendio[73], il governo di Atene ha spostato i migranti in un nuovo campo sulla vicina penisola di Kara Tepe, già noto come Mória 2.0[74].

L’Unione Europea, nell’indignazione generale, ha votato un Patto sulla Migrazione (Migration Pact), che proclama l’inviolabilità dei diritti umani dei profughi e rende Frontex e gli Stati nazionali responsabili delle violazioni, ma non dice come fare ad impedirle[75]. Si sperimentano due strumenti: il Migration and Technology Monitor[76] e il Refugee Lab[77], due progetti di automazione e digitalizzazione della sorveglianza dei campi[78] i cui prodotti più avanzati sono i droni dotati di sensori biometrici e capaci di decidere in automatico i propri interventi[79]. La direzione di Frontex ha comunicato con orgoglio, il 26 marzo del 2021, di aver raggiunto risultati eccezionali nel “controllo automatizzato dei confini, riconoscimento di oggetti per rilevare veicoli o merci sospette, e l’uso dell’analisi di dati geospaziali per la ricognizione operativa (operational awareness) e il rilevamento delle minacce”[80].

La presentazione dei droni anti-migranti che fanno parte del progetto Migration Tech Monitor[81]

Nel frattempo le associazioni internazionali per la protezione dei diritti umani sono scatenate e chiedono l’immediata chiusura degli hot-spots[82], sicché il Parlamento Europeo il 23 settembre 2020 prende un’ulteriore decisione: quella di delegare le decisioni in tema di migrazione ad uno staff di otto funzionari, nominato dall’HOME (Direttorato Generale per le Migrazioni e gli Affari Interni), che ha anche la supervisione di Frontex[83]. Lo staff diventa un ufficio completamente indipendente dell’Unione, si chiama TFMM (Task Force Migration Management[84]) e viene affidato ad una funzionaria di lungo corso dell’Unione Europea, la bavarese Beate Gminder[85].

In questo modo viene completamente cancellato il dibattito costruttivo sulle questioni migratorie, che diventano una mera questione di ordine pubblico, e vengono affrontate in modo poliziesco da un’entità che risponde in modo vago all’HOME ma, in pratica, nasce indipendente e con un proprio budget, che viene definito in queste settimane[86]. La prima e finora unica decisione di TFMM è di costruire sei nuovi campi di concentramento sul territorio greco: a Lesbo, Samos, Chios, Leros e Kos, la cui principale misura a tutela dei diritti umani è la “sorveglianza video con algoritmi di analisi del movimento che monitorano il comportamento e il movimento dei residenti del centro”[87].

Il dell’Home, la signora Ylva Johansson, il 24 marzo 2021 ha dichiarato che i nuovi campi non saranno “chiusi”[88] e che i complessi sistemi di sorveglianza servono per rassicurare la popolazione locale che, nei piani di TFMM, avrebbe un contatto diretto e personale con gli “ospiti” dei campi[89]. Mentre i lavori negli altri campi avvengono nel segreto della difesa militare dei cantieri, il nuovo campo di Samos viene inaugurato il 18 Settembre 2021 dalla Signora Gminder: il fatto è uno choc per tutti coloro che si occupano di problemi della migrazione. Come spiega, sorridendo a denti stretti, il noto commentatore televisivo Jan Böhmermann, il fatto che un cittadino tedesco sia il capo di una serie di campi di concentramento costruiti ai limiti dell’Impero, è una cosa che lascia uno sgradevolissimo sapore in bocca[90].

La nuova struttura è isolata, circondata da filo spinato, scanner a raggi x e porte magnetiche, e controllata da una nutrita forza di polizia, gli unici punti di riunione sono al chiuso, all’esterno non ci sono piazzali: così gli “ospiti” divengono invisibili e le procedure per i respingimenti non sono più sottoposte ad alcuna tutela giuridica[91], come sottolinea Anna Clementi dell’associazione Lungo la Rotta Balcanica[92], Samos “fa parte di un sistema che marginalizza i migranti e li intrappola, considerando anche i lunghi tempi della procedura per richiedere la protezione internazionale. Il governo non appare interessato ad avviare progetti di inclusione ma, al contrario, a rendere insopportabile la permanenza nel Paese”[93].

Tutto questo costa un patrimonio in investimenti militari ed amministrativi, ma anche ulteriori aiuti al governo greco perché accetti la situazione e non possa essere accusato di essere compartecipe di violazione dei diritti umani[94]. Il Ministro greco per i problemi dell’Immigrazione, Notis Mitarachi, si è detto entusiasta del fatto che responsabilità dei campi di concentramento sia dell’Unione Europea, ed ancora di più per i 3 miliardi di euro di stanziamenti di Bruxelles per mantenere una struttura amministrativa e di supervisione efficiente, e per continuare a gestire l’hot-spot di Kara Tepe[95].

Il nuovo centro per migranti, inaugurato il 18 settembre 2021 sull’isola di Samos[96]

La signora Johansson non vede alternative: “Per tre anni non ci sono stati progressi nel trovare una soluzione politica”, ha detto, aggiungendo che la Grecia ed i paesi del Mediterraneo hanno sofferto per la riluttanza di altri Stati membri dell’UE ad accogliere i rifugiati[97]. Pochi giorni fa, su invito della signora Johansson, l’Unione Europea ha stanziato ulteriori 276 milioni di euro per costruire “strutture chiuse con doppia recinzione in stile NATO, ingresso rigorosamente controllato e sistemi di protezione antincendio”, esattamente il contrario di quanto affermato dalla signora Gminder non più di tre mesi fa[98].

L’Europa reagisce così alla revoca, avvenuta nel febbraio del 2019, degli accordi sui migranti stipulati tra UE e Turchia il 18 marzo 2016[99]. Un accordo secondo cui, in cambio di un prestito senza interessi di 3 miliardi di euro, la Turchia si impegnava a trattenere i migranti che, per raggiungere la Grecia, attraversassero il suo territorio[100]. Se da un lato si aprono i campi, temendo una valanga alle frontiere greche, dall’altra si cede nei confronti del regime turco: il cipriota Christos Stylianidīs, Commissario europeo per gli aiuti umanitari, ha convinto il Parlamento di Bruxelles a stanziare 6 miliardi di euro per i campi di concentramento turchi[101].

Poche settimane dopo, questa cifra è cresciuta di altri 663 milioni[102], e l’intera commissione ha sorprendentemente dato un suo parere favorevole alla ripresa della vendita d’armi alla Turchia – armi che, naturalmente, verranno usate per reprimere il popolo turco e continuare nel tentato genocidio di quello curdo[103]. Non basta ancora. Nel giugno del 2021 Erdogan ha messo sul piatto anche la richiesta di un riconoscimento del suo ruolo militare nel Mediterraneo come sponsor delle milizie ribelli libiche – un progetto che, se dovesse essere accettato, significherebbe avere la marina militare turca davanti alla Sicilia ed alla Sardegna, e darebbe al regime di Ankara la gestione dei milioni di rifugiati che, per arrivare in Europa, scelgono le coste della Libia[104]. Una visione da incubo.

Ma questo è il vero male dell’Unione Europea: riproduce in grande ciò che già gli  Stati nazionali avevano di malsano, prima fra tutte la tendenza ad evitare, fin quando possibile, di affrontare il cuore delle questioni più importanti, cercando di ridurne l’impatto con misure (costosissime) decise in base al sentimento popolare del momento. Nel nostro caso, fin quando Bruxelles non avrà una vera politica comune propositiva sulla gestione dei flussi migratori, ci saranno sempre più campi di concentramento e violenze, nella speranza (vana) che chi preme alle frontiere decida di smetterla e di tornarsene a casa. Un “miracolo” che, con l’aumento della miseria, delle guerre locali ed il riscaldamento dell’atmosfera è impossibile. Chissà cosa faremo quando, tra pochi anni, l’odierna cifra dei fuggiaschi sarà decuplicata.

 

 

[1] https://sea-watch.org/frontex_crimes/
[2] https://st.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-03-06/da-frontex-triton-cos-e-frontex–230406.shtml?uuid=ABo0Fd5C
[3] https://frontex.europa.eu/about-frontex/who-we-are/management-board/
[4] https://frontex.europa.eu/about-frontex/who-we-are/management-board/
[5] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_15_6327 ; https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2016/09/14/european-border-coast-guard/
[6] https://altreconomia.it/nuovo-bilancio-frontex/
[7] https://www.meltingpot.org/IMG/pdf/tesi_scquizzato.pdf
[8] https://european-union.europa.eu/institutions-law-budget/institutions-and-bodies/institutions-and-bodies-profiles_it
[9] https://www.internazionale.it/opinione/francesca-spinelli/2021/11/04/frontex-campagna-abolizione
[10] https://frontex.europa.eu/media-centre/multimedia/photos/frontex-the-european-border-and-coast-guard-agency-launch-2016-3P9Uls
[11] https://frontex.europa.eu/assets/Key_Documents/Budget/Budget_2015_N3.pdf
[12] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/MEMO_15_6332
[13] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/MEMO_15_6332
[14] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_19_2809
[15] https://frontex.europa.eu/assets/Key_Documents/Budget/Budget_2021.pdf
[16] https://www.internazionale.it/opinione/francesca-spinelli/2021/11/04/frontex-campagna-abolizione
[17] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_19_2166
[18] https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2016/09/14/european-border-coast-guard/ ; https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A32013R1052 ; https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A32016R1624  ; https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=LEGISSUM:4426621
[19] https://www.nytimes.com/2020/11/26/world/europe/frontex-migrants-pushback-greece.html ; https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A32013R1052

[19] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A32016R1624 ; https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=LEGISSUM:4426621
[20] https://www.theguardian.com/global-development/2021/may/05/revealed-2000-refugee-deaths-linked-to-eu-pushbacks ; https://theconversation.com/frontex-should-eu-agency-linked-to-thousands-of-deaths-from-border-pushbacks-be-responsible-for-migrant-safety-156542 ; https://www.politico.eu/article/olaf-opens-investigation-on-frontex-for-allegations-of-pushbacks-and-misconduct/ ; https://voelkerrechtsblog.org/a-pushback-against-international-law/
[21] https://frontex.europa.eu/we-support/main-operations/operation-poseidon-greece-/
[22] https://www.politico.eu/article/olaf-opens-investigation-on-frontex-for-allegations-of-pushbacks-and-misconduct/
[23] https://www.bellingcat.com/news/2020/10/23/frontex-at-fault-european-border-force-complicit-in-illegal-pushbacks/
[24] https://www.nytimes.com/2020/08/14/world/europe/greece-migrants-abandoning-sea.html ; https://www-ecchr-eu.translate.goog/en/glossary/push-back/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=op,sc
[25] https://www.theguardian.com/global-development/2021/may/05/revealed-2000-refugee-deaths-linked-to-eu-pushbacks ; https://theconversation.com/frontex-should-eu-agency-linked-to-thousands-of-deaths-from-border-pushbacks-be-responsible-for-migrant-safety-156542 ; https://www.politico.eu/article/olaf-opens-investigation-on-frontex-for-allegations-of-pushbacks-and-misconduct/ ; https://voelkerrechtsblog.org/a-pushback-against-international-law/
[26] https://www.bellingcat.com/news/2020/10/23/frontex-at-fault-european-border-force-complicit-in-illegal-pushbacks/

[26] https://www-bellingcat-com.translate.goog/news/uk-and-europe/2020/06/23/masked-men-on-a-hellenic-coast-guard-boat-involved-in-pushback-incident/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=op,sc
[27] https://www-bellingcat-com.translate.goog/news/uk-and-europe/2020/05/20/samos-and-the-anatomy-of-a-maritime-push-back/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc ; https://www.bellingcat.com/news/2020/10/23/frontex-at-fault-european-border-force-complicit-in-illegal-pushbacks/
[28] https://www.bellingcat.com/news/2020/10/23/frontex-at-fault-european-border-force-complicit-in-illegal-pushbacks/ ; https://www.unhcr.org/uk/1951-refugee-convention.html
[29] https://www.bellingcat.com/app/uploads/2020/10/FOI-3-ΔΔΜΕ_564_ΧΡΙΣΤΙΔΗΣ-SPIEGEL-ARD-LIGHTHOUSE-REPORTSBELLINGCAT-TX-ASAHI._signed.pdf ; https://www.bellingcat.com/news/2020/10/23/frontex-at-fault-european-border-force-complicit-in-illegal-pushbacks/
[30] https://www.bellingcat.com/app/uploads/2020/10/FOI-1-20200724_ED-reply-to-LIBE-Chairman.pdf
[31] https://www.bellingcat.com/news/2020/10/23/frontex-at-fault-european-border-force-complicit-in-illegal-pushbacks/ ; https://frontex.europa.eu/we-support/main-operations/operation-poseidon-greece-/
[32] https://www-politico-eu.translate.goog/article/fabrice-leggeri-frontex-eu-border-agency-migrant-pushback-allegations/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=op,sc
[33] https://www-politico-eu.translate.goog/article/migration-pushback-eu-frontex-meeting/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc
[34] https://www.ombudsman.europa.eu/export-pdf/en/143108 ; https://www.ombudsman.europa.eu/export-pdf/en/134739
[35] https://www.ombudsman.europa.eu/export-pdf/en/134739
[36] https://www.ombudsman.europa.eu/export-pdf/en/143108 ; https://www.ombudsman.europa.eu/export-pdf/en/143159
[37] https://www.ekathimerini.com/news/261205/olaf-raided-eu-border-chiefs-office-over-migrant-pushback-claims/
[38] https://www.ekathimerini.com/news/261205/olaf-raided-eu-border-chiefs-office-over-migrant-pushback-claims/
[39] https://www.ekathimerini.com/news/261205/olaf-raided-eu-border-chiefs-office-over-migrant-pushback-claims/
[40] https://frontex.europa.eu/about-frontex/faq/frontex-operations/
[41] https://www.hrw.org/report/2011/09/21/eus-dirty-hands/frontex-involvement-ill-treatment-migrant-detainees-greece
[42] https://www.meltingpot.org/2021/02/frontex-la-polizia-di-frontiera-come-strumento-di-esternalizzazione-dei-confini-europei/ ; https://www.deriveapprodi.com/prodotto/polizia-della-frontiera/
[43] https://www.novinite.com/articles/200532/20+Kilometers+Long+Truck+Queue+on+Kaptain+Andreevo+Border+Checkpoint+-+Drivers+Left+3+without+Toilet+and+Water+for+3+Days
[44] https://www.meltingpot.org/2021/02/frontex-la-polizia-di-frontiera-come-strumento-di-esternalizzazione-dei-confini-europei/
[45] https://www.meltingpot.org/2021/02/frontex-la-polizia-di-frontiera-come-strumento-di-esternalizzazione-dei-confini-europei/
[46] https://www.meltingpot.org/2021/02/frontex-la-polizia-di-frontiera-come-strumento-di-esternalizzazione-dei-confini-europei/
[47] https://www.meltingpot.org/tag/ceuta-e-melilla/
[48] https://www.meltingpot.org/2020/03/canali-umanitari-subito-immediata-evacuazione-dalla-grecia-e-dalla-turchia/#.YCDwM-rSLQU
[49] https://altreconomia.it/frontiera-buon-affare-inchiesta/
[50] https://www.meltingpot.org/2021/02/frontex-la-polizia-di-frontiera-come-strumento-di-esternalizzazione-dei-confini-europei/
[51] https://www.meltingpot.org/2020/03/canali-umanitari-subito-immediata-evacuazione-dalla-grecia-e-dalla-turchia/#.YCDwM-rSLQU
[52] https://www.meltingpot.org/2020/03/la-grecia-sospende-i-diritti-umani-fondamentali-ai-richiedenti-asilo/ ; https://www.facebook.com/537310533084501/posts/1523758971106314/?app=fbl
[53] https://www.meltingpot.org/2020/03/canali-umanitari-subito-immediata-evacuazione-dalla-grecia-e-dalla-turchia/#.YCDwM-rSLQU   https://www.meltingpot.org/2020/03/la-grecia-sospende-i-diritti-umani-fondamentali-ai-richiedenti-asilo/ ; https://www.facebook.com/537310533084501/posts/1523758971106314/?app=fbl
[54] https://twitter.com/Frontex/status/1234400265685684224
[55] https://frontex.europa.eu/media-centre/news/news-release/frontex-launches-rapid-border-intervention-on-greek-land-border-J7k21h
[56] https://www.meltingpot.org/2020/03/la-grecia-sospende-i-diritti-umani-fondamentali-ai-richiedenti-asilo/
[57] https://www.meltingpot.org/2020/03/la-grecia-sospende-i-diritti-umani-fondamentali-ai-richiedenti-asilo/
[58] https://www.novinite.com/articles/200532/20+Kilometers+Long+Truck+Queue+on+Kaptain+Andreevo+Border+Checkpoint+-+Drivers+Left+3+without+Toilet+and+Water+for+3+Days
[59] https://www.meltingpot.org/2020/03/canali-umanitari-subito-immediata-evacuazione-dalla-grecia-e-dalla-turchia/#.YCDwM-rSLQU
[60] https://www.meltingpot.org/tag/isola-di-lesvos/ ; https://www.meltingpot.org/tag/isola-di-chios/
[61] https://www.tagesspiegel.de/politik/fluechtlingslager-moria-der-brand-das-lager-und-das-leid/26173488.html
[62] https://www.youtube.com/watch?v=8v-OHi3iGQI
[63] https://www.bbc.com/news/world-europe-45271194
[64] https://www.hrw.org/news/2016/05/19/greece-refugee-hotspots-unsafe-unsanitary ; https://www.protothema.gr/greece/article/993437/metanasteutiko-moria-afanizodai-aionovia-elaiodedra-kai-ginodai-kausimi-uli/
[65] https://www.illustre.ch/magazine/jean-ziegler-avons-recree-camps-concentration
[66] https://www.theguardian.com/world/2020/sep/12/greek-riot-police-fire-teargas-at-refugees-campaigning-to-leave-lesbos
[67] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/09/15/moria-arrestate-cinque-persone-per-lincendio-del-campo-migranti-a-lesbo-berlino-fa-sapere-che-accogliera-oltre-1-500-sfollati/5932293/
[68] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/09/09/incendio-nel-campo-migranti-a-lesbo-migliaia-di-sfollati-le-autorita-greche-fiamme-appiccate-dai-profughi-per-protesta/5925499/
[69] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/09/09/incendio-nel-campo-migranti-a-lesbo-migliaia-di-sfollati-le-autorita-greche-fiamme-appiccate-dai-profughi-per-protesta/5925499/
[70] https://www.agi.it/cronaca/video/2020-09-13/papa-profughi-lesbo-accoglienza-umana-dignitosa-9647775/
[71] https://www.corriere.it/esteri/16_aprile_16/papa-partita-visita-lampo-lesbo-andra-campi-profughi-tsipras-e4e1ecba-0392-11e6-b48d-5f404ca1fec7.shtml
[72] https://www.reuters.com/article/us-europe-migrants-greece-jolie-idCAKCN0WJ2LE
[73] https://www.swissinfo.ch/ita/tutte-le-notizie-in-breve/grecia–4-afghani-condannati-a-10-anni–incendiarono-campo-moria/46701498
[74] https://euractiv.it/section/migrazioni/opinion/moria-2-0-il-campo-profughi-dove-lue-prova-nuove-tecnologie-di-sorveglianza/
[75] https://euromedrights.org/wp-content/uploads/2021/05/EN_4AnalysisPACT.pdf
[76] https://www.migrationtechmonitor.com
[77] https://refugeelab.ca
[78] https://www.euractiv.com/section/digital/opinion/surveillance-on-the-seas-europes-new-migration-pact/
[79] https://edri.org/wp-content/uploads/2020/11/Technological-Testing-Grounds.pdf
[80] https://frontex.europa.eu/media-centre/news/news-release/artificial-intelligence-based-capabilities-for-european-border-and-coast-guard-1Dczge
[81] https://www.migrationtechmonitor.com/news
[82] https://twitter.com/g_christides/status/1376474319828713473?s=20
[83] https://ec.europa.eu/home-affairs/agencies_en
[84] https://ec.europa.eu/home-affairs/policies/migration-and-asylum/task-force-migration-management/about-task-force-migration-management_en
[85] https://ec.europa.eu/info/persons/beate-gminder_en
[86] https://ec.europa.eu/home-affairs/policies/migration-and-asylum/task-force-migration-management/about-task-force-migration-management_en
[87]  https://05cd942b-77f4-4d21-b3ea-797e75ad39b3.filesusr.com/ugd/0d6197_61731d4c32f245648587332a279e5033.pdf
[88] https://ec.europa.eu/commission/commissioners/2019-2024/johansson/blog/spring-best-time-prepare-winter-why-i-am-visiting-lesvos-now_en
[89] https://ec.europa.eu/commission/commissioners/2019-2024/johansson/blog/spring-best-time-prepare-winter-why-i-am-visiting-lesvos-now_en
[90] https://www.zdf.de/comedy/zdf-magazin-royale/zdf-magazin-royale-vom-22-oktober-2021-100.html
[91] https://altreconomia.it/il-nuovo-campo-sullisola-di-samos-e-la-fine-del-sistema-dasilo-in-grecia/
[92] https://lungolarottabalcanica.wordpress.com
[93] https://altreconomia.it/il-nuovo-campo-sullisola-di-samos-e-la-fine-del-sistema-dasilo-in-grecia/
[94] https://www.dw.com/en/greece-eu-funds-migrants-lesbos-asylum/a-57051718
[95]https://www.dw.com/en/greece-eu-funds-migrants-lesbos-asylum/a-57051718
[96] https://altreconomia.it/il-nuovo-campo-sullisola-di-samos-e-la-fine-del-sistema-dasilo-in-grecia/
[97] https://www.dw.com/en/greece-eu-funds-migrants-lesbos-asylum/a-57051718
[98] https://www.dw.com/en/greece-eu-funds-migrants-lesbos-asylum/a-57051718
[99] https://www.dw.com/en/greece-eu-funds-migrants-lesbos-asylum/a-57051718
[100] https://www.meltingpot.org/2021/03/turchia-la-deriva-patriarcale-e-nazionalista-anticurda/#easy-footnote-2-231930 ; https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2016/03/18/eu-turkey-statement/ ; https://www.meltingpot.org/2020/03/canali-umanitari-subito-immediata-evacuazione-dalla-grecia-e-dalla-turchia/#.YCDwM-rSLQU ; https://www.meltingpot.org/app/uploads/2018/11/l_accordo_u.e._-_turchia_genesi_applicazione_criticita_a_due_anni_di_distanza_-_andrea_panico.pdf
[101] https://www.meltingpot.org/Io-non-ho-sogni-L-accordo-UE-Turchia-genesi-applicazione.html
[102] https://www.meltingpot.org/L-Europa-ci-ricasca-663-milioni-ad-Erdogan.html
[103] https://dossierlibia.lasciatecientrare.it/la-francia-vende-armi-a-erdogan-per-un-miliardo-di-euro/
[104] https://www.ilfoglio.it/esteri/2021/06/10/news/la-turchia-all-ue-vi-aiutiamo-con-i-migranti-in-cambio-occupiamo-i-porti-in-libia-2496079/

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