Tasse sul gas e collasso della democrazia

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16 Agosto 2022

La democrazia è in ginocchio. Chi ce l’ha la ignora e non vi partecipa, chi non ce l’ha muore sulle barricate chiedendola invano a regimi sempre più disumani e pragmatici. L’individuo moderno si bea del proprio egoismo, e non si accorge di avere oramai le catene al collo – quelle previste dalle distopie della fantascienza del XX secolo e che, fino a poco fa, ci sembravano irrealizzabili: per l’appunto fantascienza.

La mattina di Ferragosto, il governo federale tedesco ha deciso un’imposizione sul prezzo dell’energia di oltre 2 centesimi di euro per Kwh. Questa tassa speciale è necessaria per impedire che l’intero mondo dell’industria dell’energia, stretto dal cappio dell’aumento vertiginoso dei prezzi degli idrocarburi, dovuto alla guerra in Ucraina, vada in bancarotta entro l’autunno. Per le famiglie, secondo i calcoli del governo, il costo dell’elettricità aumenta di quasi 500 € all’anno, e le cose potrebbero andare ancora peggio, se la guerra non finisce. Nessuno poi può ancora calcolare quanto aumenteranno i costi del gas usato dalle aziende e dalle famiglie, ma si tratterà di sorprese veramente difficili da superare, e che al più tardi arriveranno alle famiglie nel conteggio finale dell’anno.

La coalizione di governo ha pochi margini di manovra. Si potrebbero tassare i pazzeschi aumenti di guadagni delle industrie petrolifere – una cosa che sarebbe socialmente giustificabile ed auspicabile, e che viene proposta dai Verdi e dalla Sinistra socialista. Ma i liberali della FDP sono contrari e, senza il loro voto, questa proposta non passa. Inutile chiedere cosa pensi la Democrazia Cristiana, che nella guerra in Ucraina vede vicino il traguardo possibile di far cadere il governo federale e provocare così elezioni straordinarie e “vendicare” la sconfitta cocente di pochi mesi fa. Se si votasse oggi, infatti, la SDP verrebbe umiliata e la CDU tornerebbe a suon di fanfara alla Cancelleria.

La questione riguarda tutti i paesi del mondo, e, quindi, anche tutte le democrazie occidentali. In Italia si calcolano aumenti del prezzo del gas del 45% e dell’elettricità del 15% dell’elettricità – rincari coperti quasi interamente con le casse dello Stato ed un maggiore indebitamento che potrebbe arrivare a 20 miliardi di €: senza questa misura gli aumenti delle bollette del gas sarebbero del 91% a famiglia sull’elettricità e di 70% a famiglia sul gas[1]. Con l’Italia in campagna elettorale, qualunque altra decisione avrebbe compromesso le speranze del partito che se ne assumesse la responsabilità a sparire dal Parlamento – specialmente vista l’estrema frammentazione del quadro elettorale ed il pullulare di sigle.

Tutto ciò sarebbe stato diverso se l’Unione Europea avesse iniziato ad investire già vent’anni fa, coerentemente sull’energia rinnovabile; se tutti gli alleati, Germania in testa, non si fossero resi dipendenti dai prezzi bassi offerti dalla Russia, e che ora sono come una tagliola in cui siamo irrimediabilmente stati presi; se le sanzioni contro la Russia avessero funzionato come deterrente ed avessero obbligato Mosca a smettere il massacro in Ucraina. Cose che non sono accadute. Mio nonno diceva: se mio zio avesse le rotelle forse sarebbe un tram. Dobbiamo chiederci perché non sono accadute, ed intravedo due motivi principali. Primo: fino alla guerra scatenata da Putin abbiamo tutti guadagnato da questa situazione – e l’industria più di tutti, visto che di emergenza climatica si parla ma per farsi belli in TV. Fatti: quasi nessuno. Secondo: i governi occidentali sono convinti (probabilmente a ragione) che ogni riduzione del benessere delle famiglie significhi una batosta elettorale irrimediabile.

Tradotto in termini attuali: l’Unione Europea ha imposto sanzioni alla Russia, e queste, finora, non hanno fermato la guerra. Le famiglie occidentali, mosse a compassione dalla tragedia degli ucraini, hanno accettato di prendersi carico di oltre 5 milioni di fuggitivi. Le sanzioni non ottengono il risultato sperato per due motivi. Il primo: Putin può imporre qualunque misura ai suoi cittadini – in Russia, chi protesta finisce in galera o con una pallottola in testa; nelle democrazie, invece, per fortuna, nessuno può imporre prezzi simili senza che ci sia una veemente protesta di piazza ed un cambiamento radicale dell’orientamento elettorale della cittadinanza. Secondo motivo: noi abbiamo accettato la proposta di sanzioni fatta dalla NATO (e, sinceramente, non vedo alcuna alternativa accettabile), ma moltissime nazioni economicamente forti, Cina in testa, continuano a commerciare con Mosca e guadagnano fior di quattrini dalle sanzioni occidentali.

Il mondo è alla fame, perché i cereali ucraini non arrivano più. L’Europa è al gelo, perché gli idrocarburi che venivano dai gasdotti che attraversano l’Ucraina sono quasi fermi. L’intero pianeta brucia o affoga a causa delle conseguenze, ogni anno più spaventose, dei cambiamenti climatici. Per la prima volta dopo 75 anni, l’Europa è tornata ad essere teatro di guerra, ed in ogni casa arrivano, distintamente, gli echi dei missili che colpiscono le città ucraine e spaventano la parte consapevole della nostra popolazione: basta un solo grave incidente, e saremo tutti in guerra.

Anche su questa questione, Cina, Russia e Stati Uniti possono imporre la guerra ai propri cittadini e soffocare qualsiasi reazione critica, mentre l’Unione Europea, se lo facesse, dovrebbe fare i conti con l’esplosione di un’isteria di massa dagli effetti incalcolabili – esattamente ciò su cui specula Putin nel proseguire il suo ferale progetto disumano.

Si dimostra ciò che purtroppo si sapeva da sempre: i cittadini di paesi umiliati da regimi dittatoriali chiedono la libertà, il diritto di espressione, e sono disposti spesso a morire per ottenerli. I cittadini dei paesi democratici credono nell’egoismo, non nella solidarietà, e considerano la libertà una funzione accessoria del benessere, di cui godono per nascita e di cui credono anche di avere il diritto di abusare. Le vittime dei regimi sono politicamente consapevoli (basta vedere le incredibili battaglie del popolo di Hong-Kong), i figli del benessere se ne fregano. Il risultato: in Occidente i partiti non hanno più partiti che perseguano coerentemente una linea e si nutrano del contributo attivo dei cittadini, ma sono meri uffici elettorali che dispensano prebende. Se queste non arrivano, l’elettorato vota altro.

L’esempio più doloroso che ricordo è quello della Caduta del Muro di Berlino. Nei mesi precedenti decine di migliaia di cittadini della DDR avevano partecipato a marce, a serate di preghiera, a profonde discussioni politiche, e le diverse tendenze politiche si erano riunite intorno ad una Tavola Rotonda di democratici, il cui obiettivo era di portare libertà e democrazia nella DDR. Pochi minuti dopo la Caduta del Muro, tutto ciò era dimenticato: centinaia di migliaia di cittadini della DDR hanno accettato l’occupazione e lo sfruttamento economico della BRD, dimenticando tutta la politicizzazione e le lotte che avevano guidato il movimento libertario fino ad un’ora prima.

Il punto debole della democrazia consiste proprio nel fatto che la stragrande maggioranza dei cittadini la vive inconsapevolmente e non aderisce a nulla, se non a quello che percepisce come il proprio tornaconto immediato. Per questo motivo, oggi, le sanzioni contro la Russia, così come le misure restrittive imposte a causa della pandemia, si scontrano con gruppi sempre più sostanziosi di cittadini che pretendono il diritto di dissentire attivamente. Per questo motivo, imporre le sanzioni alla Russia, che è un provvedimento giusto, necessario e doveroso, diventerà fortemente impopolare, ed avrà un peso elettorale importante, non appena i cittadini sentiranno di dover pagare di tasca propria. Negli Stati Uniti, per evitare questo, vige un clima di violenza, ghettizzazione, miseria e paura – ed al comando c’è un governo debolissimo che non sa bene cosa fare.

L’Impero Americano sta subendo la stessa irreversibile decadenza di quello Romano. I Barbari sono alle porte, e non vengono dal Nordafrica, come temono i più ingenui degli europei, ma dall’Est, come è sempre stato. Noi Europei abbiamo ancora la possibilità di prendere il destino nelle nostre mani e scegliere una via diversa – una via di solidarietà, unità e resistenza, che non dia a Putin alcuna speranza. Purtroppo non abbiamo i politici necessari a questo compito. Quanto a Giuseppe Mazzini, oggi, nessuno sa più nemmeno chi sia e sono certo che, se si chiede al fanciullo medio chi abbia guidatoil governo della libera Repubblica Romana, la risposta sarebbe una sola: Francesco Totti.

[1] https://www.infobuildenergia.it/bolletta-luce-gas-aumenti-arera/

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CAT: Bilancio pubblico, Materie prime

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