Sistema Modena: dal cavallo di Paladino al caso-Miana, appalti e circenses

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25 Giugno 2018

Il Cavallo di Mimmo Paladino se n’è andato a Fiorano Modenese acquistato dal ceramista Claudio Lucchese. Il letame prodotto durante la sua permanenza in città è rimasto in dote ai modenesi.

Il Pd, poco prima della partenza dell’animale, aveva avanzato l’idea di un referendum per la raccolta fondi al fine di trattenerlo. Non hanno raccolto soldi ma sono stati sommersi dal prezioso concime prodotto dalla bestia durante la sua permanenza al Mata. Comunque, se Dio vuole se n’è andato.  E’ partito all’insaputa del Pd portandosi con sé la sua parte di biada. L’altra parte l’ha lasciata al gallerista Emilio Mazzoli. La biada lasciata a Mazzoli corrisponde all’incasso proveniente dalla vendita del quadrupede.  Ai modenesi sono rimasti i resti delle funzioni biologiche del cavallo che ha inaugurato la fallimentare mostra organizzata al Mata dal Comune di Modena e costata a noi contribuenti 700mila euro. Mostra che ha avuto il solo scopo di reclamizzare, con i nostri soldi, le opere vendute (e da vendere come nel caso del cavallo) da un gallerista privato.

Oltre allo sterco del quadrupede qui sono rimasti i postumi di una proposta che la dice lunga sul livello intellettuale e politico di chi ci governa.  Circa la mostra legata al cavallo, al suo annuncio scrissi (verba volant scripta manent) che il sindaco si stava incamminando sulla strada di un fallimento annunciato. Ma Muzzarelli viene da Fanano e al lusso della rinomata Osteria Francescana, dove durante una cena ha deciso la mostra in questione su proposta di Sua Serenissima Maestà il Mutinensis Oste Maximus Botturae dell’interessato gallerista Mazzoli, non era abituato (nella foto il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli con Massimo Bottura). Sarà stato il menù, saranno stati i vini, e in certe occasioni se ne bevono tanti; o sarà stato perché tutti quei soldi li pagavamo noi, Muzzarelli trovò la proposta della mostra al Mata, irresistibile. E in quello stato ha deciso di spendere senza vergogna.

Tre consiglieri comunali del Pd: Federica di Padova, Diego Lenzini, e il capogruppo Fabio Poggi, hanno lanciato l’idea di un referendum con raccolta fondi per comprare la bestia di Paladino senza sapere che ce ne eravamo già liberati grazie al “ceramico fioranense”, Claudio Lucchese, che per nostra fortuna l’aveva già comprata. E ti pareva!  Il cavallo è partito ma la proposta dei tre consiglieri Pd li ha resi indimenticabili protagonisti di un’ennesima buffonata che meriterebbe l’attenzione di un celebre poeta come Decimo Giunio Giovenale. Poeta dotato di rara capacità di satira: sosteneva che il popolo romano si accontentava di panem et circenses (sua è la celebre espressione). Il pane e giochi, secondo lui, erano sufficienti per far trascurare al popolo le angherie che i cittadini subivano per opera dei potenti. Anche per il Pd ci voleva qualcosa per distrarre i modenesi dall’accumulo di malefatte. Così hanno pensato a un referendum e a una colletta per l’acquisto del cavallo.

Le minoranze

Nelle voci di spesa dei nostri 700mila euro bruciati con la mostra al Mata, c’erano tutti gli estremi per la richiesta di un intervento della Corte dei Conti, ma nessuno della minoranza l’ha fatta. Perché? Perché le minoranze a Modena sono peggiori di quelle del detto di Pisa: “Litigano di giorno e poi di notte si trovano  insieme”. La citazione non è proprio esatta: e sicuramente me lo farà notare il mio lettore Mauro Galavotti che tra una gara e l’altra dedica le sue attenzioni ai miei articoli, segnalandomi eventuali imprecisioni con l’intento di aiutarmi; appunto per correggere per rimediare. Così almeno credo …

L’inconsistenza dell’azione politica delle minoranze si può spiegare in tanti modi.

Resta che il Pci e i suoi gregari, gregari che in molti casi comprendono anche le minoranze, governa la città da oltre settant’anni. Amministra carriere e appalti; enti di prima e seconda elezione; aziende municipalizzate, e aziende per l’assistenza; aree intese come terreni ma anche come aree di sostegno ai consorzi e alle cooperative dell’edilizia; asili e ospedali; consulenze e trattative private di ogni genere. Le opere pubbliche diventano sovente delle “operette” da teatro di varietà. Si dice, infatti, che da sempre le cooperative si accordano sulla partecipazione alle gare d’appalto facendo “cartello” per non disturbarsi l’un l’altra e per tenere alti i prezzi. Che io sappia non ci sono state sentenze di condanna. Fare cartello è un reato, e l’assenza di condanne dice che: o non si tratta di cosa vera, o i magistrati non ci hanno mai guardato; o le trasgressioni sono sempre avvenute “a regola d’arte”.

L’idealista Miana

In questa città vive un idealista particolare che esalta il Pd. E’ Marco Miana (figlio di Silvio Miana, ex segretario della Federazione comunista divenuto deputato e senatore). Marco Miana è stato chiamato (per ideali s’intende) da Muzzarelli (che lui oggi adora) per ricevere l’incarico ad allestire spettacoli ai Giardini Ducali dietro compenso di 800mila euro. Un miliardo e 600 milioni di vecchie lire, a trattativa privata. Pure per i 700mila euro spesi al Mata, non c’è stata gara d’appalto. Bastava frequentare l’oste o l’osteria giusta. Queste però sono bazzecole. La Cassa Depositi e Prestiti ha salvato, sotto il Governo Pd, con 28 milioni di euro di soldi nostri, il complesso dell’ex manifattura da un fallimento da oltre 40milioni che avrebbe coinvolto banche e cooperative edilizie. Le solite: Cmb, Cme, Cooperativa di costruzioni ecc.

Qui, d’altra parte, le cooperative finanziano spesso la campagna elettorale di qualche benemerito, e sostengono i giornali con generose somme con l’acquisto di spazi per la pubblicità. I giornali a loro volta ricambiano tacendo l’eventuale marcio e censurando le voci critiche, come fa la Gazzetta di Modena, in nome della democrazia. La loro democrazia. Altro che cavallo di Paladino. Il cavallo e il suo sterco sono soltanto un diversivo. Stanno devastando in modo scriteriato la città con progetti demenziali. L’area ex Amcm sta per essere cementificata a dovere con il solito supermercato, condominio… La sceneggiata della cittadinanza onoraria a Vasco Rossi, consegnatagli appunto all’ex Amcm in campagna elettorale (presenti e silenziose tutte le minoranze), ha messo in ombra gli interessi delle imprese edili. Ora stanno per recuperare un teatro, anche se dentro di dignitoso non sanno cosa farci per assenza di una politica culturale. Ciononostante continuano ad aumentare i contenitori destinati alla cultura per il giubilo delle cooperative edilizie. Il mese scorso è stato assegnato al consorzio Cme l’appalto da 5milioni per il nuovo teatro delle Passioni e mai nome fu così appropriato.

I contenitori e gli appalti

All’ex Amcm alla fine del progetto generale avranno danneggiato il centro storico, il mercato di via Albinelli, e cementificato un’altra zona della città. Poi c’è il progetto Sant’Agostino con 120milioni di euro. Chi farà i lavori? I vincitori della vecchia gara Ccc, Cpl, Cme ecc.? E chi, se no? L’elenco dei disastri è troppo lungo e scandaloso. Mi fermo qui, ma il progetto Vaciglio non si può ignorare. Realizzeranno 550 alloggi residenziali devastando una grande zona verde della città per i festeggiamenti  delle solite cooperative: sempre quelle. Tra i costruttori che nel modenese prendono appalti, hanno aggiunto Piacentini: ex editore del giornale Prima Pagina, il solo quotidiano che criticava il sindaco Muzzarelli e il presidente della Regione Bonaccini. Da quando Piacentini ha chiuso il giornale – immagino che l’abbia concordata – è subito apparso nel giro degli appalti.

A Modena scompare il verde, diminuiscono i servizi, aumentano gli alloggi sfitti, e il mio, e il vostro appartamento perdono di valore ogni giorno. E’ tutto invenduto e sfitto ma loro continuano a mangiare terreno e a costruire. Perfino il parco cittadino è stato lottizzato con un delirante progetto di chioschi in cemento armato. Due di questi sono di proprietà del capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Andrea Galli. La vera opposizione a questo demenziale progetto, non l’ha fatta Forza Italia ma Italia Nostra anche se da sempre è vicina alla sinistra. Il Comune devasta il suolo e le cooperative edili brindano allo scampato pericolo di fallimento grazie ai nostri soldi com’è avvenuto all’ex manifattura.

Naturalmente per il sindaco Muzzarelli ci sono anche problemi che evidentemente lui considera secondari: le ore di fila al pronto soccorso, la sistemazione degli anziani nelle case albergo; il costo delle visite specialistiche ormai tutte a pagamento; l’irrespirabilità dell’aria, la distruzione dell’ambiente e altro ancora; ma di qualcosa si deve pur morire, no? La ginecologa Stefania Vecchi lanciò un appello: “A Modena meno asini e più cavalli”. Giusto, vedremo se con le prossime elezioni vi sarà un’inversione di tendenza o se sarà il caso, magari con un referendum, di importare più cavalli …

Adriano Primo Baldi

TAG: Massimo Bottura, modena, muzzarelli, Pd
CAT: costumi sociali, Enti locali

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