Il complotto e la realtà: Numero Zero, il nuovo romanzo di Umberto Eco

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11 Gennaio 2015

Un altro capolavoro. Questa volta Eco ha ambientato a Milano, nel 1992, l’anno di Mani pulite, una storia che vede come protagonista (assente) un certo commendatore Vimercate, che vorrebbe entrare nel salotto buono della politica e del potere economico che conta. Per farlo, ha l’idea di fondare un giornale: Domani. Il giornale dovrà servire per ricattare l’establishment nel quale vorrebbe entrare, che così lo accoglierà. In che modo?

Non è previsto che il giornale esca (il titolo del romanzo allude al fatto che i numeri del giornale Domani non vedranno mai la luce), ma ciò che deve muovere la storia è la paura che il giornale esca, un giornale che verrà presentato come luogo dove non esiste censura dell’informazione, ma che in realtà è un perfetto manuale del cattivo giornalista (cattivo in senso morale, perché la tecnica c’è: e concerne la manipolazione dell’informazione, la creazione di informazioni fittizie, la diversione dell’attenzione dei lettori tramite pettegolezzi o eventi di cronaca minore ecc.), un giornale che viene scritto tempo dopo gli eventi di cui parla e che simula doti profetiche, nel senso che, venendo dopo che certe informazioni sono già state rivelate, finge di averle sapute prima, o previste.

La storia si svolge su un duplice piano prospettico, perché se i giornalisti conoscono già gli eventi di cui parlano (che presentano come anticipazioni o informazioni riservate che loro avrebbero già posseduto), il lettore conosce già ciò che i giornalisti scoprono alla fine della storia (no, non ve lo raccontiamo, vi diciamo solo che non manca la storia d’amore), solo che, forse, come sempre accade, se ne era dimenticato.

Eco ricostruisce, nei dialoghi tra i giornalisti (tutti falliti, sia detto en passant) gli anni precedenti il 1992, con Gladio, Licio Gelli, la P2, la morte (sospetta) di papa Luciani, il golpe Borghese, il ruolo della CIA, le stragi nere, il terrorismo rosso, la strategia della tensione, il ruolo di Cossiga e Andreotti, il rapimento Moro, i Lupi Grigi e l’attentato a Giovanni Paolo II (e spero di non aver dimenticato qualcosa). La follia della ricostruzione è in realtà superata dalla storia a noi nota, a partire proprio da quegli anni, e ammessa da alcuni dei suoi stessi protagonisti ufficiali. La prima repubblica non ne esce bene.

Questo intreccio fantasioso, basato sulla tecnica del complotto, mescola invenzione e realtà, verosimili, a un’altra fantasia, quella di Braggadocio, tipico esponente della mentalità cospiratoria, il quale ritiene di poter spiegare tutto a partire dalla certezza (sua) che il cadavere esposto in piazzale Loreto non sarebbe veramente appartenuto a Mussolini, ma al suo sosia (ecco perché il volto e la testa erano tumefatti, insomma, per renderlo irriconoscibile). L’ex duce sarebbe invece fuggito in Argentina (come molti altri), grazie all’aiuto del Vaticano e sarebbe stato pronto a tornare proprio in occasione del progettato golpe (per il quale piazza Fontana avrebbe fornito la giustificazione).

In questo modello paranoico, insomma, tutto si tiene, ogni dettaglio trova la sua spiegazione. Il semiologo Eco torna così al suo tema preferito, quello della differenza tra l’abduzione (l’ipotesi fondata e falsificabile) e l’ideologia (il tentativo di trovare una sola premessa da cui derivare la spiegazione di ogni fatto singolare) in un romanzo magistrale, che si legge tutto d’un fiato.

Un tema, quello della distinzione tra l’inferenza (abduttiva) corretta e quella scorretta (perché fondata sul modello paranoide del sospetto), che non riguarda solo la semiologia, ma anche il giornalismo serio. L’atteggiamento critico nei confronti dell’informazione, l’abitudine a sospettare di tutto e di tutti rischia di trasformarsi in paranoia e cancellare la verità, vedendo dietro a ogni evento una spiegazione recondita, nascosta, non ufficiale. Di questo rischio, di questo errore presentissimo nel panorama italiano, Numero Zero ci fornisce una splendida e convincente rappresentazione.

Anonimo Glossatore

 

Vai qui per vedere il confronto tra Eco e Scalfari.

 

TAG: Abduzione e ipotesi, ideologia, Manuale del cattivo giornalista, Numero Zero, Paranoia, Teorie del complotto, Umberto Eco
CAT: Letteratura, Storia

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