THE post-CROWN DIARIES / 3

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25 Agosto 2020

Ore 12. Un mese dopo l’inizio della fase 3. Davanti alla casa dove Jonas e il suo labrador Mia avrebbero voluto andare ad abitare, ampio giardino ed affitto abbordabile, ancora nessuna traccia del padrone della piccola villetta. Erano ormai due ore che lo aspettavano, ma né il suo telefono né il suo ufficio davano indicazioni utili per rintracciarlo. Che sarà mai? Uno scherzo, un malinteso o un problema più serio? Un incidente, un rapimento addirittura. Non posso starmene qui tutto il giorno a sperare che arrivi, con l’eventualità nemmeno tanto remota che alla fine non si faccia proprio vedere.
Mia era inquieta. Cominciò ad abbaiare ripetutamente, ad intervalli più o meno regolari, in direzione della casa. C’era qualcosa che non andava, senza dubbio. Il labrador trovò alla fine un pertugio nella recinzione e ci si infilò. La chiave del cancello era appesa ad un chiodo sul muro esterno della villetta. Mia la prese in bocca senza indugio e ritornò veloce verso Jonas che, attraverso le inferiate, riuscì ad afferrarla. Aprì il cancello e si avvicinò alla casa.
“C’è nessuno? Sono Jonas, ci siamo sentiti ieri al telefono per concordare l’affitto. Mi sente qualcuno, là dentro?”
Nessuna risposta. Con cautela Jonas arrivò fino alla porta d’entrata, provò ad abbassare lentamente la maniglia, che non oppose resistenza. Aperta, la porta è aperta. Ma allora, o si è scordato di chiuderla oppure. C’è qualcosa di strano.
“Mia, aspetta, dove vai?”.
Il cane si era già intrufolato tra le sue gambe e aveva guadagnato l’interno della casa, girando sulla destra dove si apriva un ampio locale. Tornò quasi immediatamente verso Jonas, abbaiando nella sua direzione, invitandolo ad entrare a vedere.
“Che c’è, Mia, cosa hai trovato?”.
Lo vide subito anche lui. Un uomo era a terra, apparentemente privo di sensi. Sarà certo il padrone di casa, si sarà sentito male, un attacco di cuore o qualcosa del genere. Che faccio ora? Devo chiamare i carabinieri, la polizia, un ospedale, il pronto soccorso? Ma come posso giustificare il fatto che mi trovi all’interno dell’abitazione, che abbia forzato in qualche modo il cancello del giardino? Mi metterò nei guai ma, d’altra parte, non posso certo lasciare quest’uomo così, disteso per terra, con il rischio di farlo magari morire per colpa del mio mancato intervento…
Un nuovo dilemma su cui prendere una decisione rapida, istantanea, proprio la cosa che meno riesco a fare nella vita. Ma devo decidermi. Aver magari sulla coscienza la vita di una persona che ha i minuti contati, o rischiare di venir fermato dalle forze dell’ordine per essere entrato in casa d’altri? Rifletti, Jonas, rifletti velocemente.
Poi, all’improvviso, un’idea gli balenò. Certo, così si può fare…

TAG: Jonas, Mia, post-coronavirus
CAT: Lifestyle

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