No respect for you!

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9 Marzo 2022

Non uno statista, non un politico, men che meno un uomo di gradevole intelligenza. In tanti anni di attività, tra militanza, cariche pubbliche e opposizione, non ha partorito un’idea, che è una, a cui si potesse prestare attenzione senza restarne sbigottiti, inorriditi, fino a provare una sorta di fastidio simile alla nausea. Eppure, Matteo Salvini continua a essere uno dei leader della destra italiana che naviga a vista, senza bussola, priva di una visione meramente politica, come d’altronde la sinistra. Gli unici spunti di riflessione, si fa per dire, che ha saputo proporre fino ad ora, dopo aver abbandonato quelli iniziali relativi al meridione e ai meridionali, vertono tutti sull’immigrazione: punto cruciale del fine osservatore per qualsiasi problema di ordine politico, sociale, economico, salutare e, chissà, forse anche meteorologico. Supportato da una consistente parte dell’informazione, egli ha divulgato un credo secondo cui la specie umana dovrebbe essere suddivisibile in razze biologicamente distinte, caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali e morali, sì che un popolo possa essere considerato superiore o inferiore a un altro. Il medesimo criterio di distinzione è stato attuato dal suo partito, salvo ometterne all’occorrenza la fondatezza, per determinare una superiorità morale dei padani nei riguardi dei “meridios” d’Italia. Si pensi che in questo delirio di ignoranza sconcertante viene contemplata la salvezza del nostro paese e degli italiani.

L’elemento xenofobo e razzista, dunque, come antidoto contro ogni forma di male e di malattia. Naturalmente, il tentativo di alimentare un clima pesante e insicuro per favorire un sensazionalismo comunicativo e politico dissennato, oltre a risultare spregevole si copre spesso di ridicolo. E il potere impersonato da Salvini può essere anche goffo e macchiettistico, non solo respingente. Quest’uomo, che sarebbe tecnicamente un egregio “pirla” e che in nessuna epoca del passato avrebbe potuto aspirare a essere “classe dirigente”, rappresenta nella sua oscenità quanto di meglio la trascuratezza culturale offre tra la sua vasta gamma di trasandatezza. Poveraccio, nessuno gli avrà detto che parlare ai polacchi, abituati a dire pane al pane e vino al vino, non sarebbe stato come proferire le solite scemenze esemplari da Vespa o in altri salotti televisivi. Succede, così, che il nostro politico di punta dopo aver annunciato l’idea di una marcia per la pace in Ucraina, vola nel paese confinante, la Polonia, dove durante la sua visita ufficiale incontra Wojciech Bakun, sindaco della città di Przemysl, che lo invita a indossare la t shirt del “Prêt-à-penser” putiniano e andare insieme al confine con l’Ucraina. Quando riconosce l’indumento, da lui indossato in un recente passato con tanta spensieratezza e gaiezza, comprende finalmente in quale incresciosa situazione si sia cacciato. Farfuglia qualcosa, dice che è lì per aiutare mamme e bambini. Già, mamme e bambini! Le stesse e gli stessi, di altra etnia, che nel 2019 egli aveva lasciato arrostire al sole di agosto su una nave malandata al largo di Lampedusa. Il sindaco polacco, che avrà fatto la sua valutazione della figura politica di spicco che ha di fronte, conclude il suo discorso con un secco “No respect for you“.

 

 

TAG: crisi ucraina, il sindaco polacco e Salvini, matteo salvini, t shirt di Putin
CAT: Partiti e politici

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