La dignità che si giocano i lavoratori Whirlpool

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16 Settembre 2021

Oggi i lavoratori della Whirlpool si sono recati a Roma. Scioperano perché il 29 Settembre si inizierà a licenziare. Non ci stanno a vedersi sottrarre il posto di lavoro, a ritrovarsi in mezzo a una strada, a dover riempire le fila dei senza reddito, percettori del reddito di cittadinanza che secondo molti non fa che incrementare il numero dei nullafacenti. Loro vogliono lavorare, vogliono guadagnarselo uno stipendio.
Vogliono sentirsi utili alle loro famiglie, poterle sostenere, poter portare i figli in vacanza, dare loro quanto la vita ha negato, poter magari acquistare una casa. C’è, tra chi ha piazzato le tende dinanzi al ministero dell’economia e della finanza, chi ha acceso un mutuo e spera di non dover fare la fine di chi ha pensato di dare fuoco a se stesso dalla disperazione.
Sono disposti ad una reindustrializzazione del sito, si battono, si accampano, picchettano l’area perché far sentire la propria voce, essere presente col corpo nel luogo in cui il loro destino sta per compiersi significa far sentire il peso di una decisione che manderebbe a rotoli intere famiglie.
Sono persone oneste, che chiedono quanto la costituzione sancisce tra i diritti fondamentali dell’uomo, quello di potere e dovere lavorare. Non vogliono che venga fatta loro la carità, vogliono essere produttivi, non vogliono neppure finire nei tentacoli della criminalità che avvolge nelle sue spire, seduce, poiché lo Stato lascia vuoti, crepe, dove è facile poter penetrare. Contrabbando, spaccio, affiliazioni camorristiche sono la manna dal cielo per chi vede solo un cielo nero sulla propria testa, premonitore di difficoltà e sciagure.
La Criminalità è Satana vestito da angelo se può offrire un lavoro, la possibilità di una vita migliore, l’assicurazione di non finire come un mendicante per strada.
Questi lavoratori non chiedono un salario minimo, chiedono il giusto, il compenso esatto per un lavoro svolto, poter guardare con fierezza i figli, le mogli perché capaci di assicurare loro una vita degna di questo nome.
Trasgredire diventa facile quando non si riesce più a dare forma ai propri desideri. Obbedire a ciò che è giusto è regola morale, e non si tratta di libera scelta quando non hai la possibilità di assicurare il pane alla tua famiglia.
Anche i nostri progenitori trasgredirono, ma non è una trasgressione anche quella del loro creatore? Non avrebbe potuto aggiustarne il difetto? Alla libertà di scelta si confà il deserto, in quello del Sinai si aggirò un popolo appena slegato dalla servitù in Egitto. Perché non è facile gestire la propria libertà, spaventa, disorienta, ci spinge a desiderare nuovamente lo stato servile. La libertà apre il varco all’incertezza, ecco perché spesso si è preferito una figura forte, un leader a cui demandare responsabilità, scelte, oneri.

TAG: manifestazione operai Whirlpool
CAT: Occupazione, Sindacati

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