Il 40% degli italiani vuole astenersi. Chi li prende, vince

9 Dicembre 2015

Ho analizzato nei giorni scorsi lo stato di salute delle principali forze politiche. Ne sono restate fuori due, una di relativamente scarsa importanza nel quadro generale, mentre la seconda diventerà cruciale, nell’avvicinamento alle prossime elezioni. La prima area è quella che potremmo identificare con il “centro”, uno spazio politico una volta molto affollato (all’epoca di Dc e dintorni) e oggi, dopo l’avvento della seconda repubblica, straordinariamente vuoto. Sì, perché al di là delle facili polemiche su cosa sia di sinistra e cosa sia di destra, resta il fatto che a presidiare quello spazio è rimasto ben poco; sebbene molto affollato, tutte le forze politiche che lo abitano paiono ben poco decisive: la novella Area Popolare (Udc+Ncd?), il nuovo partito di Passera (Italia Unica), i profughi montiani, divisi oggi in centro rivoli, l’eventuale nuova formazione annunciata da Della Valle. Nessuno di loro è al momento essenziale, oltre le attuali alleanze di governo, né riuscirà a sfondare, e dovranno accontentarsi delle briciole lasciate dalle forze maggiori. Percentuali dunque che si annunciano non superiori ai 3-4 punti. Poca roba, nell’epoca dell’Italicum.

Diverso e ben più importante il discorso legato all’area del non-voto. Oggi paiono rappresentare, nei diversi sondaggi, il “partito” più amato dalla popolazione italiana. Più del 40-45% degli elettori potenziali si rifugiano dietro le dichiarazioni di astensionismo, voto bianco o nullo, incertezza sul recarsi alle urne, indecisione su quale formazione privilegiare. In alcuni sondaggi si arriva addirittura a punte di oltre la metà degli intervistati. Sappiamo che non sarà così, a meno di improbabili avvenimenti. Sappiamo che alle prossime elezioni si recheranno alle urne percentuali vicine ai due terzi degli italiani. Manca all’appello quindi un 10-15% di italiani di cui non riusciamo a capire quale possa essere il comportamento di voto più probabile.

Già. Come sono fatti gli appartenenti a quest’area grigia? Non sono molto diversi dagli altri, se non per alcune ovvie caratteristiche legate all’età (più avanzata) ed il titolo di studio (più basso). Per il resto, assomigliano in maniera molto simile a i loro fratelli che andranno sicuramente a votare, con un unico interessante e importante elemento da evidenziare: tra coloro che si sono recati alle urne alle recenti europee, la quota maggiore aveva votato per il Pd, cui si aggiungono (per il voto alle politiche del 2013) ex-votanti di Forza Italia. Quasi nessuno al contrario, aveva scelto il Movimento 5 stelle.

Da qui una decisiva informazione: quel 10-15% che probabilmente si recherà alle urne alle prossime elezioni è composto di fatto da elettori delusi prima di tutto dal Pd e, in sottordine, dal partito di Berlusconi. E sono proprio loro che decideranno alla fine il risultato delle consultazioni politiche del 2018. Elettori contendibili su cui far leva per ribaltare, o confermare, le attuali tendenze di voto che ci raccontano i quotidiani sondaggi. Un compito essenziale ed ingrato per gli esperti di comunicazione delle diverse forze politiche: convincerli che vale la pena mobilitarsi per scegliere proprio il loro partito, e non altri. Auguri!

TAG: elezioni
CAT: Partiti e politici

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