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Matematica e fede
Arthur Bloch, autore delle celebri leggi di Murphy ha spesso ripetuto “Se è verde o si muove, è biologia. Se puzza, è chimica. Se non funziona, è fisica. Se non ha senso, è economia o psicologia. Se non si capisce, è matematica”. Tabelline, numeri, teoremi, problemi, funzioni: difficili per molti, risolvibili per pochi, impossibili per altri. La matematica è spesso vista come una bestia nera, una scatola di concetti inaccessibili ai più che, una volta concluso il ciclo di studi, si spera di non rincontrare nella vita. Chi di noi non ha mai sentito la frustrazione di fronte a una formula incomprensibile…Un linguaggio che si articola, proprio come in un discorso di concatenazioni che potremmo chiamare il matematichese, quando sopraggiunge la più grande soddisfazione, spesso over cinquanta, dicendo a se stessi: “Finalmente l’ho capito”, ricordando i dubbi amletici e gli incastri da sgrovigliare affrontati in una età in cui ci si chiede come ricordare e come comprendere il perché immediato dei numeri. “Ma nove per nove farà ottantuno?”, diceva l’indimenticabile Massimo Troisi all’amico Benigni quando nel film “Non ci resta che piangere”, a spasso intorno al 1500, incontrano Leonardo Da Vinci.
Sono tante le sfaccettature di questa materia, amata da pochi e purtroppo schivata dalla maggior parte degli studenti che, per approccio poco pratico e diretto, per scarso impegno nello studio e per diversità di intelligenza, si approcciano negativamente con tale disciplina. Il segreto per riuscire a familiarizzare con la materia, è quello di cercare un calmo approccio, un equilibrio verso la logica e concatenare i vari concetti perché la matematica non è solo legata al calcolo ma soprattutto al ragionamento. Per alcuni enunciati, bisogna avere la pazienza di assimilarli: a scuola, a seconda del grado d’istruzione, alcune dimostrazioni sono significative, per esempio quella che la somma degli angoli interni di un triangolo è sempre 180 gradi, ma per i più, dinanzi ad alcuni teoremi, l’intelligenza sosta davanti ad una coppia di rette parallele tagliate da una trasversale. A livello istintivo, quando parliamo di intelligenza, la si immagina come un blocco unico, un monolite. L’intelligenza è tutt’altro che un concetto granitico e unitario, è più corretto parlare di intelligenze, secondo il concetto delle intelligenze multiple, teorizzate da Howard Gardner, un approccio che, soprattutto nel mondo della scuola e della didattica, dovrebbe consentire di conoscere e meglio valorizzare le potenzialità di ciascuno perché non esiste una didattica che va bene per tutti, ma insegnamenti costruiti sulle caratteristiche individuali. Ebbene Gardner portò a nove il conteggio complessivo delle intelligenze umane, affermando che questo numero non sia quello finale e potrebbero essere individuate molte altre.
Tra queste l’Intelligenza Logico-Matematica: è l’intelligenza che governa la deduzione, la logica. Implica una spiccata abilità nel cogliere le relazioni e i nessi tra informazioni diverse. La matematica di base deve essere per tutti, tanto dipende dal grado di fiducia che abbiamo della materia, la utilizziamo quotidianamente e ci approcciamo con essa più di quanto possiamo immaginare. I numeri scolpiscono la nostra vita, nascondendosi dietro ogni nostro gesto personale, dunque bisogna superare il pregiudizio che relega i numeri a una scienza solo per esperti del settore. Dal numero dell’autobus, al codice di sblocco del cellulare a quale coda scegliere al supermercato per guadagnare tempo. Tutto ciò che ci circonda accade secondo schemi ben precisi, e precise leggi fisiche alla base di ogni dinamica e sono i “numeri” a spiegare il tutto. I numeri sono lo strumento per ragionare sui piccoli-grandi problemi quotidiani, la vita è la matematica del concreto che sfuma verso l’astrazione della nostra mente.
I numeri, dalla notte dei tempi, sin dalla formazione dell’universo e della vita, hanno regolato e mutato gli schemi di funzionamento delle leggi naturali che ci governano, ci hanno accompagnato lungo la storia e hanno permesso il progresso scientifico e tecnologico della realtà odierna. Eppure, nonostante l’indiscutibile fascino, le materie scientifiche e tecnologiche non godono di grande appeal e vengono considerate un sadico meccanismo di tortura della vita scolastica, fine a se stesso. A chi non è capitato di far cadere una fetta di pane e Nutella, molto probabilmente giunta a terra dal lato della cioccolata rivolto sul pavimento. Anche in questo caso non si tratta di sfortuna, esistono precise leggi fisiche che spiegano questa dinamica. Persino quando spezziamo uno spaghetto le parti non risultano mai uguali, non per caso, e i numeri ci spiegano il perché incredibilmente. Purtroppo Talete e Pitagora evocano da lontano un sentimento poco piacevole perché bisogna ammettere che oggigiorno Pc, calcolatrici e la sempre più utilizzata IA, risolvono calcoli e problemi matematici complessi con un solo click.
Sfortunatamente però, questi strumenti e i relativi software non sono in grado di svolgere tutto in autonomia, funzionano inserendo i dati corretti al posto giusto. Senza le nozioni basilari di aritmetica, algebra, geometria, nessun computer e nessun software potrà essere di aiuto nella risoluzione di piccoli e grandi problemi, né potranno aiutare a gestire il budget a disposizione di anno in anno. É facile ammettere che i concetti e i teoremi studiati malvolentieri sui banchi di scuola, non trovano un seguito nella vita quotidiana, ma anche in modo inconsapevole, ogni giorno, per muovere un carico pesante, un carpentiere utilizzerà un argano, il magazziniere una pedana inclinata, un ballerino applica un complesso meccanismo di forze muscolari e matematiche per controllare posizione e movimento. Sfortunatamente il numero di persone con difficoltà nel calcolo aumenta con il passare del tempo e proprio a causa dell’utilizzo smodato di software, telefonini e l’ultima intelligenza artificiale che limita l’utilizzo del ragionamento personale, affidandosi ad informazioni reperibili e risolte in modo immediato senza spendere tempo e fatica di calcolo.
La matematica è presente dall’arte alla musica trovando completezza nelle scienze: ricordando tristemente la pandemia, la tendenza della curva dei contagi da Covid, era stimata con modelli di statistica che andrebbe insegnata di più a scuola con la lettura dei grafici, auspicando mai più con simili aspetti concreti nel sociale. E la fede si può conciliare con il rigore della matematica? Un concetto spinoso e interessante che sicuramente il neoeletto papa Leone XIV, potrà spiegare: il papa matematico. La carriera accademica di papa Prevost, lo porta inizialmente a laurearsi in scienze matematiche per conseguire successivamente la laurea in teologia, un punto d’incontro tra due mondi, che, ha dimostrato il Pontefice, possono convivere. Andando indietro nel tempo si scopre come dagli studi in chimica di papa Bergoglio, alle conoscenze in medicina e astronomia di papa Benedetto XVI, a Pio XII che aveva accettato pubblicamente la teoria del Big Bang fino a papa Giovanni Paolo II che affermò l’importanza della scienza come strumento di conoscenza del creato, si può cercare di intendere il rapporto tra fede e ragione. Fede e matematica, tra il dogma e l’infinito, conducono su binari paralleli al concetto di Dio.
Forse è proprio il desiderio di riuscire a comprendere la matematica e dare concretezza alla fede che tali aspetti della conoscenza si fondono in un concetto filosofico biunivoco in cui, laddove termina la scientificità delle risposte della matematica, la fede si palesa cercando di dare concretezza all’esistenza intangibile dello Spirito e di Dio. E non mancano opere d’arte che rappresentano un “Dio geometra”, con tanto di compasso in mano, intento a misurare la circonferenza di una Terra piatta, San Luca talvolta è raffigurato con strumenti di misurazione, che richiamano simboli matematici o tecnici e dipinti che riconducono a San Giuseppe, con gli strumenti tipici del falegname e del matematico, squadra e compasso. Attendendo di scoprire la duplice mentalità matematica e teologica di papa Leone XIV, di ascoltare quali legami intercorrono tra le discipline e come lo aiuteranno nel suo ministero apostolico, speriamo che ogni sua forma di dialogo possa essere una porta aperta sulla ragione degli uomini e pronta a risolvere i problemi che attanagliano il mondo. Che sia attraverso la parola di Dio o attraverso formule matematiche, confidiamo di ascoltare dal papa parole che siano comprensibili a tutti, non solamente agli esperti della materia. Il mandato di papa Leone non sarà privo di sfide ma l’augurio è che sia capace di costruire opere ingegneristiche capaci di collegare il mondo con ponti solidi e in rapidi tempi di pace. Quanto alle generazioni future, l’augurio di affrontare questa materia con curiosità e coraggio, perché per quanto possa sembrare complessa, le sue ombre portano verso la comprensione universale e i giovani, con il loro potenziale e i propri strumenti, saranno i protagonisti dei numeri del futuro, capaci di risolvere gli ostacoli più insormontabili.
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