Lifestyle
E…state bene
Che sia un antidoto o una forma di evasione da giorni e giorni di ordinaria follia da lavoro, giunge l’estate e con essa le tanto attese vacanze. Viviamo stretti nella quotidiana lotta contro il tempo, fatta di incastri rocamboleschi e il susseguirsi di numerosi impegni. Poi giunge l’estate, questa stagione in cui i ritmi incalzanti diventano improvvisamente un equilibrio fatto di qualità e quantità di impegni vissuti con morbida distensione: come per incanto si abbassa il livello di stanchezza e il nervosismo accumulato, ogni cosa intorno sembra alleggerita e “lontana” dalla sensazione di non avere unicamente posto in testa solo per il pensiero del lavoro. La bellezza di vivere un tempo a cui dedicare momenti di uscite, di incontri, di spazi personali in cui godere del piacere di lasciare del tempo vuoto, non strutturato, privi di essere preoccupati di riempire ogni istante con attività organizzate o ragionare su come recuperare il tempo perso.L’estate è proprio la stagione col piacere di vivere la lentezza, la noia e le vacanze, momenti di eccezionalità che lasciano tracce di memoria indelebili, in un tempo che si dilata per grandi e piccoli. Tuttavia se è la stagione che dovrebbe allontanare dall’uso della tecnologia, con occasioni alternative per alzare lo sguardo dagli schermi, si scopre come all’ombra dell’ombrellone – dove trovare riparo dal torrido caldo africano – si intravedono smartphone e strumenti a portata di mano per accedere più velocemente a collezioni di libri, canzoni, film, magari ripensando a quando, in partenza per le vacanze, oltre ai bagagli da trasportare, si organizzavano scatoloni di libri da leggere, ma poco pratici, se paragonati ai Kindle da utilizzare in spiaggia, in pieno sole! L’estate è anche l’esibizione della bellezza, è la stagione in cui impazzano le foto sui social con paesaggi mozzafiato, con gli scatti dei viaggi e dei luoghi che prontamente modifichiamo per far apparire i migliori possibili: spesso anche se ritraggono l’unico lembo di mare che ci circonda o ci fotografiamo su una scalinata arroccata, ricorriamo alla tecnologia per rendere reale l’illusorio perché tutti abbiamo bisogno, anche solo per un istante, di bellezza e di notorietà. Ma non mancano i momenti in cui si diventa nostalgici del passato, in questo mondo in cui tutto cambia così rapidamente, per chiederci :” Com’era la vacanza di un tempo!? “.
Presto fatto, si attinge all’album dei nonni e dei loro lontani racconti, di quando ad agosto chiudevano le fabbriche e si partiva in famiglia, stipati dentro l’utilitaria Fiat, sfidando il caldo piacevole di un tempo, e con pazienza immergersi nelle lunghe file del traffico in autostrada, per raggiungere le zone di villeggiatura. E che dire della tenuta da mare…prima dei modelli attuali, uomo e donna, esibivano tute a mò di scafandro, nessun seno in bellavista, righe alla marinara, due pezzi attillato e canotta con maniche a giro, lunga oltre il bacino con shorts abbinati. Il bikini nasce nel ’46 dall’idea frivola di un ingegnere francese, per l’epoca fu uno scandalo di enorme portata fino ad essere dichiarato addirittura illegale in molti paesi tra cui Italia, Spagna e addirittura l’America, con la messa al bando del Vaticano che giunse a dichiararlo peccaminoso. Il costume cominciò ad essere sfoggiato successivamente dalle grandi dive del cinema hollywoodiano, l’accessorio che nasconde un passato di lotte femministe per la riappropriazione del corpo della donna.
E sono pochi i paragoni… passando da capi estremamente coprenti e indossati addirittura con spessi calzettoni di lana che impedivano qualunque partecipazione delle donne alle attività balneari per giungere agli attuali costumi ridotti al minimo indispensabile. Anche in questo caso basta il semplice click del cellulare per fare acquisti di costumi da bagno sui migliori siti che si caratterizzano per ampia selezione, prezzo e forse qualità, ovvero lo shopping online, comodamente da casa. Dei rigidi valori sociali di un tempo ormai è solo un ricordo storico quando addirittura le cabine erano munite di ruote e permettevano a uomini e donne di cambiarsi in ogni luogo, in totale privacy, lontani da occhi indiscreti. Oggi cambiare il costume è presto fatto, in pubblico o direttamente in acqua, ciò che un tempo faceva scandalo, ora non è più motivo di “rossore”, e indossare un costume da bagno, per quanto succinto, non rientra nell’illecito perché i costumi sociali si sono “evoluti” e anche il topless, che sia in spiaggia o esibire un corpo seminudo persino in metro, è largamente consentito: tranne che per atti contrari al pubblico decoro e alla decenza, si “gira comodamente anche in città in costume da bagno”.
Ma questi sono solo alcuni benefici dell’estate e purtroppo sono sempre gli smartphone a prendere il sopravvento perché, in alcune occasioni, dopo aver superato il momento del dialogo incentrato sulle giornate di afa di questa estate bollente, si incentra il discorso sul funzionamento di una certa app, oppure chiedendo il funzionamento del filtro fotografico, magari suggerimenti su quale sia l’app più veloce per montare brevi video da inviare agli amici e condividere rapidamente con WhatsApp la canzone dell’estate che anni addietro sarebbe stata cantata dai jukebox, ormai spariti. I tormentoni estivi, hanno sempre rappresentato una presenza costante delle vacanze, il sottofondo musicale fisso associato al mare o alla montagna. E che dire a proposito delle hit stagionali che già negli anni ’60, sono diventate l’emblema di intere generazioni che hanno associato ricordi indelebili, diventando addirittura colonne sonore di un intero periodo storico. Tanti sono i tormentoni estivi diventati immortali e un vero e proprio passepartout tra passato e futuro, ancora cantate o ballate. I brani più gettonati?
Da Abbronzatissima di Edoardo Vianello a Vamos a La Playa dei Righeira, da Mare mare di Luca Carboni agli Eurythmics con Sweet Dreams passando per l’intramontabile Lambada di Kaoma e La Bamba dei Los Lobos, senza dimenticare gli intramontabili Depeche Mode, U2, Michael Jackson, Prince e Bruce Springsteen. Ma delle vacanze, soprattutto al mare, il mangiar bene è garantito e unisce tutte le tavole: l’epopea dei “fagottari” che portavano tutto da casa, in voga negli anni ’50, sembra tornata in auge e sono tanti i film che hanno raccontato uno spaccato della nostra “storia del gusto” estivo. Ma ancora oggi i pranzi consumati al mare, sotto l’ombrellone o in trattoria, sono indicativi del desiderio di riappropriarsi dei tempi e dei luoghi dello svago e si intravedono sempre di più i nostalgici dei picnic balneari con i panini imbottiti, frittate di cipolle, rigatoni n°50 affogati nel pomodoro, pollo arrosto e verdure stufate, oltre agli immancabili fiaschi di vino e alle rinfrescanti fette di cocomero. Si sà che noi italiani siamo cultori del mangiare, dunque se per qualcuno sfuggire alla calura estiva significa trascorrere la domenica fuori porta in compagnia e con cibo cucinato in casa, dove non manca l’intramontabile insalata di riso e il cocktail tonificante, molti altri preferiscono prendere d’assalto agriturismo e trattorie che dispiegano il repertorio classico dei pranzi domenicali regionali.
E chi è costretto a rimanere in città durante l’estate? Chi non ha modo di allontanarsi dalla routine, può ritagliarsi dei momenti defaticanti, stringendo i denti fino al meritato riposo ma, una volta rientrati dal lavoro, staccando la spina e ogni contatto da computer e telefono, perché nel nostro millennio ci sono sicuramente i social da tenere in considerazione ma non deve essere tutto necessariamente “instagrammabile”. Forse è anche per questo che proviamo curiosità davanti alle vecchie insegne e nostalgia davanti ai colori sbiaditi delle foto in pellicola, osservando stupiti il vecchio carretto dei gelati riproposto da Dolce e Gabbana per il lancio di nuove profumazioni…pur essendo parte di un immaginario vintage, bisogna ammettere che di quella passata energia, dell’entusiasmo e della compagnia senza social o tecnologie, di quella socializzazione incentrata sul dialogo, sana e spontanea, oggi non resta quasi nulla. E non significa fare del riposo da lavoro un eremitaggio: dell’estate che avanza, bisogna imparare a cogliere ogni momento, persino l’afa che stringe nella morsa, il tempo lento di una passeggiata, un’immersione nella natura o dentro sé stessi, un riscoprire piaceri come la lettura di un libro, nessun pigolare costante dello smartphone, magari una digital-detox, lasciando a casa l’ossessione dello scrolling, perché non bisogna demonizzare i dispositivi che ci accompagnano in ogni luogo e in ogni momento della giornata, ma significa godere di buon tempo di qualità prima di tornare a vivere il tran tran con equilibrio, disconnettersi dalla tecnologia per connettersi con le meritate vacanze!
Devi fare login per commentare
Accedi