MMA: I LOTTATORI PIU’ FORTI DEL PIANETA ARRIVANO A SESTO SAN GIOVANNI

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17 Maggio 2016

Potrebbe esservi capitato, facendo zapping, di imbattervi in una specie di combattimento senza esclusione di colpi in cui due uomini o due donne, chiusi in una gabbia, se le danno di santa ragione, all’apparenza senza regole.

Oppure potreste aver fatto caso che su twitter, da anni, tra i TT mondiali spunta spesso una sigla – UFC – seguita da un numero.

O ancora potreste aver visto l’ultimo Fast & Furious ed essere rimasti impressionati dalla bellezza di  Ronda Rousey, per poi scoprire che la signorina di professione non fa l’attrice e neppure la modella, ma la lottatrice professionista.

Insomma, in qualche modo potreste esservi imbattuti nelle Mixed Martial Arts (MMA), uno sport in crescita esponenziale che nel mondo conta decine di milioni di praticanti, fans e appassionati, di cui pero’ in Italia, per un’oscura ragione, si parla pochissimo.

Per saperne di più abbiamo fatto una chiacchierata con Alex Dandi, il telecronista italiano ufficiale di Fox Sport, il canale Sky su cui da noi vanno in onda gli incontri della UFC – la promotion di MMA più famosa del pianeta (una cosuccia valutata, al momento, quattro miliardi di dollari). Di natura piuttosto inquieta, Alex e’ anche tra i fondatori di Venator, una promotion di MMA tutta italiana che, seppur nata da poco, ha attirato l’attenzione del mondo: per l’evento di sabato 21 maggio a Sesto San Giovanni sono accreditati giornalisti da ogni angolo del mondo. Unica eccezione, i giornalisti italiani.

1) Alex, che cosa sono le MMA e perché sono considerate “lo sport del futuro”?

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Le Mixed Martial Arts non sono un misto di arti marziali, come suggerirebbe il nome, ma sono oggi uno sport altamente regolamentato dalle cosidette “regole unificate” che garantiscono al combattimento una certa “fluidità” cercando contemporaneamente di preservare, per quanto possibile in uno sport a contatto pieno, la salute degli atleti.
Semplificando le arti marziali miste prendono a prestito le tecniche di combattimento corpo a corpo conosciute, a partire dalle discipline olimpiche come lotta libera e greco-romana, pugilato, judo, taekwondo fino ad arrivare a jiu jitsu brasiliano karate, muay thai, per poi adattarle al regolamento attuale. Ogni tecnica originaria viene inserita in un sistema di combattimento pensato appositamente per il regolamento attuale che non spinge gli atleti ad una rissa in gabbia come potrebbe pensare uno spettatore casuale ma ad una sorta di partita a scacchi del combattimento a mani nude.

Ecco perché personalmente (e anche secondo la rete TV americana ESPN n.d.r.) penso siano lo sport del futuro: c’è tutto l’agonismo primordiale tipo del confronto fisico a mani nude mutuato da un regolamento che sposta il tutto su un piano più strategico ed intellettuale.

2) Il fighter più famoso del momento – Conor Mc Gregor – ha più fan su facebook di Salvini, Berlusconi e Renzi messi insieme. Gli ascolti su Fox Sport sono ottimi. Perché le MMA vengono snobbate dai mezzi di comunicazione italiani mainstream?

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Le MMA sono ancora percepite malissimo dai media nazionali in Italia, sostanzialmente per ignoranza, nel senso letterario del termine. Si ignora cosa siano oggi le MMA come sport e si pensa ancora che sia uno spettacolo sportivo brutale e triviale. In pratica si è fermi all’immaginario della seconda metà degli anni ’90 nei migliori dei casi. In verità ciò è dovuto ad una certa pigrizia dei network televisivi italiani che per qualche strana ragione non hanno trovato un prodotto come “i combattimenti in gabbia” non idonei al pubblico italiano e quindi non li hanno proposti, come invece è avvenuto ad esempio per il pro wrestling.
Ciò ha generato un notevole ritardo culturale riguardo questo sport nel nostro paese, a tutti i livelli, sia tra il pubblico generalista, sia tra il pubblico che dovrebbe essere già iniziato. In realtà oggi il pubblico delle MMA in Italia è estremamente eterogeneo: ci sono gli ultimi arrivati che si sono interessati allo sport attraverso le mie telecronache su FOX Sports, ci sono quelli che hanno iniziato a recuperare vecchi video su internet, ci sono quelli che hanno conosciuto lo sport giocando ai videogame UFC e quelli che hanno letto di McGregor o Rousey in qualche giornale di lifestyle. Poi ci sono i praticanti di arti marziali in genere o sport da ring…che sono una nicchia che spesso assomiglia ad una setta e che in tante occasioni sono il vero freno verso l’espansione di massa di questo sport perché spesso preferiscono rimanere nicchia.

Ecco perché, nonostante lo sport stia crescendo di popolarità anche in Italia, la diffusione è ancora a macchia di leopardo, con tante piccole comunità spesso scollegate tra di loro.
I media, insomma, non sanno da che parte prendere le MMA, e talvolta non le vogliono proprio affrontare per motivi moralistici in nome di un generico quanto poco ragionato “no alla violenza”, e chi avrebbe interesse ad aiutarne l’espansione, intendo dire i praticanti, spesso preferiscono cullarsi in una nicchia dove si sentono a loro agio.

3) Quando vedi il modo amatoriale con cui esimie testate giornalistiche italiane si occupano di MMA, cosa pensi?

Penso che il tesserino in tasca non fa il giornalista. Un giornalista dovrebbe essere curioso per definizione. Ecco l’approccio che hanno i giornalisti sportivi di esimie testate è praticamente sempre l’opposto: zero curiosità verso ciò che non si conosce e largo uso di luoghi comuni per presentare le MMA. Poi penso ci sia anche un po’ di malafede da alcuni ambienti della boxe italiana che per preservare i loro interessi tentano di tenere schiacciato ciò che è nuovo.

4) Quali sono gli stereotipi che circondano le MMA? Smontali a uno a uno con delle kimura lock.

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Ce ne sono così tanti che potrei scriverci un libro. Ovviamente girano quasi tutti attorno al concetto di violenza e relativi personaggi poco raccomandabili. Ovviamente ci sono delinquenti e violenti anche nelle MMA, come in realtà capita in tutti gli sport, ma per mia esperienza, anche diretta, non credo che i fighters siano persone più violente dell’uomo medio, anzi molto spesso proprio perché conoscono la pericolosità della violenza fisica se ne tengono alla larga nella vita di tutti i giorni. Non voglio nemmeno dire che sono tutti santi e pacifisti perché non è nemmeno così: sono semplicemente uomini e donne normali che amano combattere come forma d’arte ed attività sportiva. Nel combattere serve creatività, studio della tecnica, disciplina, conoscenza di se stessi e degli altri e grande forza mentale. Tutte caratteristiche che farebbero bene a tutti gli uomini e le donne di questo mondo.

Ecco perché penso che tutti, almeno una volta nella vita, dovrebbero provare a combattere in un ambiente protetto e sportivo: se la lotta si insegnasse nelle ore di educazione fisica nelle scuole sono sicuro che sparirebbe il problema del bullismo perché quando si impara a lottare si capisce cosa significa rispettarsi profondamente tra esseri umani sia fisicamente che mentalmente.

Tempo fa in UFC combatteva l’italiano Alessio Sakara, che arrivo’ anche a disputare incontri molto importanti. Eppure, Sakara divenne noto ai piu’ non per aver avuto il fegato di entrare nell’ottagono faccia a faccia con avversari di livello mondiale, ma per delle foto su “Chi” in cui faceva jogging con Maria De Filippi. Pensi che un fatto del genere sarebbe potuto accadere altrove?

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Il gossip esiste ovunque nel mondo, sia occidentale che orientale. Poi ci sono alcune nazioni che lo amano più di altri e l’Italia è tra queste. Penso che quell’episodio specifico abbia aiutato la carriera di Sakara personaggio pubblico e televisivo ma non abbia dato nessun tipo di aiuto alle MMA. Paradossalmente Sakara avrebbe potuto raggiungere la stessa popolarità anche combattento nella palestra sotto casa e non in UFC. Agli occhi di certi media generalisti sarebbe stato comunque “Il Legionario” perché i meccanismi della popolarità attraverso il gossip sono anche questi. Ma va bene così, noi fan sappiamo che Sakara non è solo quello e che per un breve periodo è arrivato davvero in alto nei ranking mondiali, poi ha avuto davvero troppi infortuni e problemi fisici che ne hanno condizionato la carriera…fa parte del gioco in questo sport.

Mentre il pugilato offre, da anni, incontri soporiferi, le MMA – e in particolare l’UFC – offrono incontri e narrazioni epiche ogni settimana. Perche’?

Perché sono uno sport ancora giovane che non ha ancora raggiunto il suo picco tecnico. Oggi i pugili sono “boxeur” e non più “fighter”, sono di fatto schermitori che usano i pugni invece che il fioretto mentre un tempo i pugili erano combattenti che non avevano problemi ad incassare due colpi per metterne uno da KO. L’evoluzione tecnica di uno sport a volte lo rende più freddo. Le MMA sono ancora in evoluzione e quindi le imperfezioni sono quelle che le rendono più vicine all’uomo della strada che ne fruisce da spettatore.

Qual e’ il miglior modo per un neofita di avvicinarsi al mondo delle MMA? Dove puo’ vedere gli incontri?

Sul web si trova di tutto e di più ma c’è il rischio di mescolare epoche e livelli tecnici troppo diversi. Il modo migliore attualmente è seguire l’elite e quindi UFC. In Italia è su FOX Sports (piattaforma Sky Sport) commentata dal sottoscritto. Poi si può approfondire con lo UFC Fight Pass, il servizio di streaming online che offre vari contenuti extra e match del passato, solo per chi conosce la lingua inglese però.

A parte UFC, tu sei tra coloro che hanno costruito una follia chiamata VENATOR. Ci racconti di cosa si tratta e come siete partiti?

Venator è una promotion italiana di MMA professionistiche che nasce da lunghe chiacchierate tra me e Frank Merenda, un imprenditore che ha deciso di investire su uno sport che ama. Ha investito da vero e proprio mecenate sportivo di altri tempi, senza pensare ad un ritorno immediato, ma per aiutare gli atleti italiani o residenti in Italia, a crearsi l’idea di cosa sia il professionismo sportivo nelle MMA, in un paese come l’Italia in cui questo concetto è inimmaginabile. Per questo concordo con te che è una follia.

Partito come progetto per aiutare i fighters italiani, Venator è cresciuto molto in un solo anno e mezzo di attività per alcune riuscite operazioni di comunicazione e marketing . Le cose sono andate per il verso giusto ed ora all’estero è considerato una top promotion europea: abbiamo messo sotto contratto alcuni atleti internazionali di alto livello o molto popolari e da lì abbiamo richiamato l’attenzione della stampa internazionale, soprattutto negli Stati Uniti in Inghilterra, in Nord Europa, in Polonia e parzialmente in Brasile e Giappone.

Perché l’evento del 21 maggio e’ importante a livello internazionale?

Con l’evento del 21 Maggio si chiude la trilogia della prima fase di Venator. Abbiamo seminato e sperimentato. Nella prima stagione tv di Venator abbiamo costruito un docu-reality a basso budget di ben 13 episodi e prodotto tre tornei che hanno coinvolto 24 atleti. Alla fine della stagione abbiamo prodotto un evento finale in cui abbiamo  chiamato Masakazu Imanari, atleta giapponese di culto e di alto livello tecnico, e diversi atleti europei di alto livello. Con Venator 2 abbiamo rilanciato ed abbiamo prodotto quattro episodi di docu prodotti tra Los Angeles, Montreal, Londra, Dublino e l’Italia ed abbiamo organizzato un secondo evento seguendo la falsa riga del primo. Con il terzo evento abbiamo fatto le cose in grande ed abbiamo chiamato atleti di elite che non fossero sotto contratto con UFC od altre promotion ed abbiamo costruito una card che secondo è un vero capolavoro con autentiche superstar del passato e del presente di questo sport: nomi come Miller, Palhares, Hamill, Sokoudjou che hanno scritto pagine importanti di questo sport a livello mondiale.

Considerando che l’italia nello scenario mondiale delle MMA è come la Giamaica nel mondo del Bob a 4 su ghiaccio…beh, direi che ci sarà da divertirsi.

Cosa possono attendersi i fan da Venator 3, e in generale dove volete arrivare?

Un grande spettacolo sportivo di qualità, senza pari in Italia. A livello internazionale c’è chi dice che Venator FC 3 sarà l’evento europeo dell’anno nel mondo delle MMA. Non so se sia davvero così ma so che sono fiero di farne parte. Dove vogliamo arrivare? Uno dei nostri obiettivi è far emergere a livello mondiale qualche grande talento italiano. Per il momento…rock n roll! L’appuntamento è per sabato 21 Maggio al PalaSesto di Milano.

TAG: Alex Dandi, Venator
CAT: Altri sport

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