Lo sviluppo della tecnologia militare ed il grande fallimento economico

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25 Febbraio 2024

In diversi articoli[1] abbiamo descritto come, a partire dalla guerra di Corea, ma in realtà già da prima, il sistema produttivo USA per funzionare a pieno regime ed espandersi avesse bisogno del “Nemico Necessario” (non necessariamente sempre lo stesso) e, quindi, di continue tensioni con altri Stati e di guerre e guerricciole in ambito geografico contenuto. Ora vediamo come questo stato di cose del settore militare ha avuto enormi ricadute nel settore civile in vari campi, dando vita a quella che si usa chiamare modernità: dal mondo digitale al web, dalle e-mail ai cosiddetti social, dai telefonini alle centrali nucleari che producono energia elettrica.

Industria aeronautica civile. Negli Stati Uniti tale industria è figlia diretta di quello che negli articoli citati è indicato come R&D (Research & Development) militare. Molti degli aerei civili sviluppati dopo la Seconda guerra mondiale sono adattamenti degli aviogetti utilizzati nei bombardamenti: il Boeing B-47 è stato trasformato nell’aereo passeggeri Boeing 707[2]. Il successivo Boeing 747 viene dal progetto (rimasto tale) del cargo C-5 dell’aeronautica militare[3]. Ovviamente anche l’aviazione civile sovietica, e quindi dell’Europa Orientale, è figlia di quella militare.

Energia nucleare. L’esempio sicuramente più clamoroso e scioccante: l’intero settore civile viene infatti dai due bombardamenti che ridussero in cenere – e in sole ombre stampate sull’asfalto – decine di migliaia di vite umane a Hiroshima e Nagasaki. Il progetto Manhattan[4] ha visto la nascita del primo reattore nucleare, ma solo perché l’intero progetto aveva come fine la costruzione di bombe atomiche, sia del tipo a base di uranio che del tipo a base di plutonio. Storicamente il nucleare civile è stato sempre indissolubilmente legato al nucleare militare[5]. Oggi, la distinzione tra reattore nucleare civile e reattore nucleare militare si può dire, polemicamente, che sia talmente sottile da non esistere più, di fatto – perché quello civile può diventare un’arma[6].

Microelettronica, reti informatiche, Internet. Nel 1969 l’Advanced Research Projects Agency (ARPA), agenzia di ricerca del Pentagono, ha varato la rete di computer ARPAnet per poter fornire ad ingegneri ed informatici impegnati su progetti militari la possibilità di condividere le risorse di calcolo[7]. Era di fatto la reazione Americana al lancio del primo satellite artificiale effettuato a sorpresa dall’allora esistente Unione Sovietica. Un secondo passo nella costruzione e allargamento della Rete è avvenuto successivamente con l’invenzione di un protocollo per scambiarsi messaggi (E-mail). Ribattezzata Internet, fino al 1983 disponeva di meno di 500 computer. L’URSS, parallelamente, ha subito gli svantaggi di dover affrontare un’ingente spesa militare senza poter godere della ricaduta dei vantaggi indiretti, a causa dell’assenza nella società sovietica dei flussi interindustriali, esistenti invece nelle economie di mercato.

Silicon Valley: tecnici civili al servizio dello sviluppo dei progetti militari[8]

Da notare che non esisterebbero i cellulari, i personal computer, il Web, Facebook, WhatsApp, i cosiddetti social, ecc., insomma la ‘modernità online’ che nel complesso ha cambiato il mondo, nonché non esisterebbe la famosa Silicon Valley, se l’italiano Federico Faggin (nato in provincia di Vicenza ed emigrato negli USA per lavoro) non avesse inventato il microprocessore a porte in silicone[9]. Lo ha riconosciuto esplicitamente Bill Gates[10]: “Senza Federico Faggin la Silicon Valley sarebbe rimasta solo la Valley”[11].

Sotto questo profilo è grave e sintomatico che Matteo Renzi – all’epoca capo del nostro Governo e Segretario del Partito Democratico (PD) – nel famoso convegno alla Leopolda dell’ottobre 2014, abbia voluto modellare il suo palco della presidenza come “il garage di Steve Jobs” – quello dove, nella Silicon Valley, emise i primi vagiti il colosso diventato Apple[12]. Il messaggio era chiaro: un garage per far ripartire “l’automobile Italia”, da troppo tempo ferma. Certo però che volerla far ripartire ignorando invece Federico Faggin e il suo garage, in realtà il suo piccolo laboratorio, è piuttosto presuntuoso. Supponente e provinciale.

La conquista dello spazio. I primi a mandare in orbita un satellite artificiale, e poi anche un essere umano, sono stati i sovietici: rispettivamente il 4 ottobre 1957 e il 12 aprile 1961[13]. La gara scatenata successivamente con gli USA ha prodotto, oltre al primo uomo sbarcato sulla luna, lo statunitense Neil Armostrong il 20 luglio ’69, anche la rete di satelliti artificiali che ha reso possibile la diffusione planetaria di cellulari, computer, e molte altre innovazioni nel settore della navigazione.

È veramente difficile – se non grottesco – sostenere che il complesso militar-industriale abbia dimensioni adeguate alle minacce esterne rivolte agli Stati Uniti (rivolte realmente dagli altri Paesi e non come asserito invece dalla propaganda). È invece facile dimostrare che il suo effetto principale è l’influenza negativa sulla politica estera statunitense, perché favorisce l’influenza dei militari, somigliante a sua continua militarizzazione, a tutto danno dell’utilizzo e della valorizzazione della diplomazia.

Tali caratteristiche hanno influito sul dissanguamento economico dell’URSS, fino alla sua dissoluzione, dovuto alla continua rincorsa al riarmo, onde non restare troppo indietro rispetto agli arsenali, non solo atomici, degli Stati Uniti. Il complesso militar-industriale USA è dunque diventato il più importante soggetto economico federale, ma le sue finalità sono sia di natura militare sia di politica interna: garantisce infatti la disseminazione sull’intero territorio federale delle commesse militari e dell’occupazione lavorativa che ne consegue.

Settembre 1965: Federico Faggin (sinistra) presenta il primo microprocessore del mondo, da lui creato alla Olivetti di Ivrea[14]

Poiché la disseminazione avviene non con criteri industriali o finanziari, ma con criteri elettorali – utili cioè a far conquistare voti ai candidati alle elezioni nelle aree beneficiate dagli investimenti militari – a tale disseminazione mancano proprio le finalità economiche che la giustificherebbero e la renderebbero plausibile. Idem per quanto riguarda tutti gli altri Paesi impegnati nella rincorsa alle armi.

Solo così si può comprendere appieno il perché di certi comportamenti, come l’incredibile rifiuto di Bush figlio di mandare al macero la possibilità di firmare i patti di piena pace preparati dalla Corea del Nord e dal Segretario di Stato Magdalene Albright della presidenza Clinton[15]. Senza forti tensioni politico-militari il complesso militar-industriale perderebbe colpi. E ne risentirebbe l’occupazione. Con effetti elettorali negativi per la riconferma di presidenti e parlamentari. Stesso discorso riguardo i pessimi rapporti con l’Iran e, su scala più piccola ma non troppo, Cuba.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, basti pensare che grazie alla loro strategia “shock and awe” (colpisci e terrorizza), gli Stati Uniti hanno lanciato ben 800 missili da crociera entro le prime 48 ore dall’invasione dell’Iraq nel marzo 2003[16]. Un lancio in massa finalizzato più a svuotare i magazzini dai modelli vecchi – e poterne così produrre di nuovi – che a colpire obiettivi utili da colpire. Inoltre in Iraq tra il 2002 e il 2005, cioè in soli 3-4 anni, le forze armate USA hanno sparato 6 miliardi di proiettili: circa 200-300 mila proiettili per ogni persona uccisa[17]. Cifre semplicemente pazzesche. Utili solo all’industria militare, o meglio al ‘complesso militar-industriale’ nominato per primo da Eisenhower e del quale abbiamo parlato nei nostri articoli. Perché è necessario che tutti noi abbiamo gli strumenti per capire, e non solo quelli per credere ciecamente a questa o quella propaganda.

 

[1] L’INDUSTRIA BELLICA PROGETTA LA TERZA GUERRA MONDIALE – GLI STATI GENERALI ; L’INDUSTRIA BELLICA PROGETTA LA TERZA GUERRA MONDIALE – The Global Pitch
[2] http://web2.ba.infn.it/nardulli/HIGHTECH.html
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Boeing_747
[4] https://www.focus.it/cultura/storia/le-origini-top-secret-del-progetto-manhattan-bomba-atomica
[5] https://valori.it/ganapini-nucleare-civile-militare-legami/
[6] https://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2022/08/19/news/il-nucleare-civile-non-esiste-piu-le-centrali-possono-diventare-armi-4340295/
[7] https://www.fastweb.it/fastweb-plus/digital-magazine/storia-del-progetto-arpanet/
[8] https://warontherocks.com/2019/01/the-rift-between-silicon-valley-and-the-pentagon-is-economic-not-moral/
[9] https://www.historybit.it/federico-faggin/
[10] https://www.repubblica.it/tecnologia/dossier/speciale-itw-2022/2022/09/10/news/faggin_intervista-364947457/
[11] https://it.wikipedia.org/wiki/Silicon_Valley
[12] https://www.macitynet.it/renzi-come-steve-jobs-si-parte-da-un-garage-per-cambiare-il-mondo/
[13] https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2019/07/17/la-corsa-alla-luna-dallo-sputnik-a-bezos-_143d2788-951e-47f6-bc62-5735236b4bd1.html#:~:text=Il%2020%20luglio%201969%20lo,essere%20vivente%2C%20la%20cagnetta%20Laika
[14] https://www.domusweb.it/it/notizie/2021/05/23/federico-faggin-siamo-uomini-le-macchine-non-ci-sostituiranno.html
[15] https://www.glistatigenerali.com/asia_geopolitica/kim-jong-un-e-le-colpe-degli-stati-uniti/
[16] https://pagineesteri.it/2021/10/07/medioriente/inchiesta-malformazioni-congenite-leredita-tossica-della-guerra-americana-in-iraq/
[17] https://pagineesteri.it/2021/10/07/medioriente/inchiesta-malformazioni-congenite-leredita-tossica-della-guerra-americana-in-iraq/

TAG: aeronautica militare, Federico Faggin, microprocessori, missili, nucleare, Pentagono, satelliti, Stati Uniti, Urss
CAT: America

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