Ripartire dalla lezione di Enzo Mari

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20 Settembre 2021

Enzo Mari, deceduto il 19 ottobre 2020, lascia un testamento etico, oltre che artistico: il suo concetto di “Autoprogettazione”. Il noto designer italiano con quest’idea voleva riconsegnare nelle mani del popolo i mezzi di produzione dei mobili: assi di pino, chiodi e giunture…Materiali semplici che tutti possono maneggiare all’insegna del funzionalismo ugualitario. Ecco che il designer progetta strutture facili da replicare, pratiche e a un prezzo accessibile.

La vita umana e professionale di Mari, marxista militante, è sempre stata rivolta ai valori della democrazia e della solidarietà: criticava aspramente i propri colleghi per il loro asservimento alle logiche del capitalismo e del profitto a tutti i costi; lui stesso si manteneva grazie alle richieste da parte delle aziende (soprattutto di vasi, portamatite, giochi per bambini), ma in ogni oggetto da lui progettato inseriva un messaggio di stampo umanistico.

L’Autoprogettazione è figlia del Modernismo, un movimento che nasce negli anni ’20 che si poneva l’obiettivo di realizzare una vita migliore per molti, esaltare la virtù della semplicità e del “fare tanto con poco”. Nel periodo del dopoguerra, però, il Modernismo inizia a cambiare volto, diventando la voce delle autorità che, in molti Paesi, in campo architettonico, garantiscono la costruzione di case popolari a prezzo calmierato, ma tutte uguali: di vetro e cemento. Veniva, così, soppressa la personalizzazione e la creatività degli architetti con la conseguente dis-umanizzazione di coloro che usufruivano di quelle abitazioni. Da movimento per migliorare le condizioni di vita del ceto operaio, quindi, si è passati a un movimento che produce oggetti “alla moda” che, via via, diventano sempre più degli status symbol. Si perde, tra gli anni ’80 e ’90, la lezione di Mari, quella di un movimento progressista, di un progetto (nei campi dell’ Architettura e del Design) con una chiara impronta idealistica.

Tre anni fa, una designer olandese, Hella Jongerius e un’educatrice, Louise Schouwenberg, hanno redatto un manifesto dal titolo Beyond the new (Oltre il nuovo) in cui si legge: “Immaginiamo un futuro dove gli ideali condivisi e i valori morali indicano la strada!”. Le autrici invocano un ritorno ai valori del Bauhaus, ovvero: rendere la qualità più alta accessibile a più persone possibile e con un ritorno economico congruo e non esagerato, facendo leva sulla consapevolezza culturale e sulle necessità sociali.

Questo appello è stato accolto dal MoMA di New York dove è stato lanciato il progetto Design Emergency in cui i professionisti si sono impegnati a rispondere alla crisi attuale riguardante il razzismo, il cambiamento climatico e la pandemia.

Mari è deceduto a causa del Covid e la moglie – la critica e curatrice Lea Vergine – lo ha seguito il giorno successivo: in onore della loro unione professionale ed umana, il designer Martino Gamper ha realizzato due bare in legno economico e con una manciata di chiodi. Nel puro stile dell’Autoprogettazione.

TAG: Cultura, economia, innovazione
CAT: Architettura e urbanistica, diritti umani

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