Cronaca
Emanuela: il crollo della pista inglese travolge Pietro
Mistero Orlandi: fine (anche) della cosiddetta “pista inglese”. Grazie all’eccessiva presunzione e sicumera di Pietro Orlandi la famosa e fumosa “pista inglese” è stata dichiarata ufficialmente falsa (anche) dall’apposita Commissione parlamentare d’inchiesta.
Mistero Orlandi: fine (anche) della cosiddetta “pista inglese”. Grazie all’eccessiva presunzione e sicumera di Pietro Orlandi la famosa e fumosa “pista inglese” è stata dichiarata ufficialmente falsa (anche) dall’apposita Commissione parlamentare d’inchiesta. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa Adnkronos. E ha dovuto riconoscerlo e arrendersi all’evidenza anche Fabrizio Peronaci, che da anni si occupa del mistero Orlandi per il Corriere della Sera e che è all’origine della “pista inglese”, da lui lanciata infatti in diretta televisiva assieme a Pietro Orlandi e ribadita con clamore sul Corriere fin dal lontano 2011[1].
Veniamo all’eccessiva sicumera di Pietro Orlandi. Quando il 22 settembre dell’anno scorso nel programma televisivo Verissimo ha voluto fare l’elenco di “tutti gli indizi che legano mia sorella all’Inghilterra”[2], ha tra l’altro mostrato e insistito su uno scambio di lettere[3] tra l’arcivescovo inglese George Carey e il cardinale Ugo Poletti, vicario del Papa a Roma. Lettere a dire di Pietro Orlandi consegnategli da un certo Vittorio Baioni, definito con eccessiva disinvoltura ex membro del gruppo terrorista neofascista dei Nuclei Armati Rivoluzionari (N.A.R.).
Due macchine fotografiche in agguato
Pietro Orlandi ha però fatto l’errore fatale di NON verificarne l’autenticità prima di squadernarle in tv. E non immaginava certo che la grafologa forense e docente di grafologia Sara Cordella armata di una macchina fotografica ad alta definizione fosse in agguato per fotografare la firma di Carey. Riuscendo così a dimostrare[4] che quelle firme erano dei falsi realizzati con la tecnica del dropping: la firma dei due prelati era stata “prelevata”, cioè copincollata, da loro lettere scritte per tutt’altri motivi ad altri destinatari e reperibili nel vasto Web tramite Google.
Quella sera dello scorso settembre era in agguato con una macchina fotografica ad alta definizione anche un appassionato del mistero Orlandi, il cinquantenne toscano Gabri Benci, iscritto al gruppo Facebook “Vogliamo la verità sul caso Orlandi”. Parallelamente alla grafologa Cordella il toscano Benci ha diffuso nel mondo Facebook la notizia del falso prima ancora che lo facesse la commissione parlamentare.
Per Pietro se non è zuppa è pan bagnato
Pietro Orlandi però insiste. Ispirandosi al detto popolare “se non è zuppa è pan bagnato” sostiene che, se i documenti che gli sono stati consegnati sono falsi si tratta comunque di falsi creati ad arte per sviare l’attenzione dalla realtà. E quale sarebbe a suo dire la realtà? Lo ha spiegato bene lo scorso febbraio nella puntata del programma Pulp Podcast[5], creato e condotto dal rapper cantautore Fedez e dello youtuber Davide Marra:
“La persona che ha interesse ad allontanare dalla verità su Emanuela io penso sia all’interno del Vaticano perché lì dentro sono a conoscenza della verità. Evidentemente è molto pesante, ogni possibilità di allontanarla a loro fa comodo. Se dico questo è perché ci sono atteggiamenti e situazioni che mi autorizzano a farlo. Quanto è successo a Emanuela non potrà mai uscire perché coinvolge persone troppo in alto, che non possono essere toccate”.
Complotto: da Papa Wojtyla al Ministro Spadolini
Chi sono queste persone?
“All’epoca erano oltre al Papa [il polacco Wojtyla: n.d.r.], il segretario di Stato Agostino Casaroli e il cardinale Ugo Poletti”.
Crollata la “pista inglese” e partita la denuncia di Baioni contro Pietro Orlandi per le varie dichiarazioni diffamatorie, crollerà anche la sua diramazione che tira in ballo anche la buonanima del ministro Giovanni Spadolini.
Ecco altre “rivelazioni” fatte da Pietro Orlandi nella citata puntata di Verissimo:
“Giuseppe Dioguardi, ex maresciallo dell’aeronautica – quindi una persona seria, non anonima e nemmeno un mitomane – mi ha rivelato di essere stato testimone di un fatto accaduto nell’agosto del 1983, due mesi dopo la scomparsa di Emanuela. [….] Dioguardi allora faceva parte della segreteria del Ministro della Difesa Giovanni Spadolini. Mi ha raccontato che nell’agosto dell’83, mentre era in ufficio con Spadolini, si sarebbe presentato il cardinale Piovanelli per sollecitare la richiesta avanzata dal Vaticano al ministro della Difesa di un volo riservato. Su questo volo, in partenza da Ciampino, avrebbero viaggiato solo quattro persone: due uomini e due donne”.
Ovviamente secondo Pietro Orlandi a bordo di quel volo potrebbe esserci stata Emanuela: “Se venisse confermato, potrebbe costituire un passo avanti nelle indagini e suggerire un possibile coinvolgimento di alcune persone legate al Vaticano e allo Stato italiano. Inoltre permetterebbe di escludere altre ipotesi, come la morte di Emanuela la sera stessa della scomparsa”.
Per Pietro due smentite e una querela
Per parte sua Baioni ha smentito Pietro Orlandi in modo duro e tranchant:
“Non ho inviato io le e-mail a Pietro Orlandi e dopo che è stato fatto il mio nome sono andato in procura per farmi sentire e l’ho querelato. Questa situazione, ormai da oltre un anno, mi ha molto danneggiato […] ”Quando Emanuela scomparve ero in carcere [reati politici: n.d.r.]. Sono stato additato come il carceriere di Emanuela, capisco il dolore di Pietro, ma prima di fare il mio nome in tv doveva svolgere verifiche più approfondite”.
Più soft, ma parimenti totalmente demolitore, il commento di Sara Cordella:
“Quando ho deciso di portare avanti questa analisi, sapevo che non sarebbe stato un cammino facile. Cercare la verità non lo è mai, soprattutto quando quella verità è scomoda, quando infrange narrazioni consolidate o delude aspettative emotive. Ma questo è ciò che fa un perito: non compiace, non interpreta, risponde con rigore tecnico e rispetto per i fatti.
Ho fatto semplicemente il mio dovere, quello che ogni professionista chiamato ad accertare la verità è tenuto a fare. Un perito non giudica, non cerca consenso: lavora sui segni, sulle prove, sulle evidenze. E se da quei segni emerge una verità impopolare, la si accoglie con coraggio. Il coraggio, in questo mestiere, non è un accessorio. La verità e il senso del dovere sono cuciti addosso: non si possono togliere, non si piegano alle pressioni o alle opinioni. Spesso la verità tecnica non consola, ma resta la sola forma di rispetto che dobbiamo alla giustizia e alle persone coinvolte.
Chi svolge questo lavoro sa che la neutralità è la sua arma e la verità, per quanto scomoda, è il solo risultato che valga la pena sostenere”.
Troppe piste false: per nascondere la verità?
Nella commissione più di un suo membro comincia a chiedersi perché mai Pietro insista da anni su piste sballate, ma sempre tutte puntate contro il Vaticano. Facendo propria la sua affermazione secondo la quale i vari falsi propinatigli servono a tenere lontana l’attenzione da personaggi innominabili, Papa Wojtyla in testa, qualche parlamentare comincia a chiedersi se l’agitarsi scomposto di Pietro Orlandi non serva per tenere lontana, per esempio, la pista amical parentale, con in testa zio Mario Meneguzzi. Lo zio che a suo tempo aveva cercato di convincere sua nipote Natalina, sorella di Emanuela, a “mettersi” con lui, anche se già sposato e padre di tre figli.
I membri della commissione sanno benissimo che questa è nata per la forte suggestione esercitata su alcuni parlamentari dalla serie televisiva “Vatican girl”. E che la serie era stata presa sul serio perché Pietro Orlandi, ritenuto più che attendibile, il vangelo del mistero Orlandi, vi aveva un ruolo fondamentale.
Ora che il vangelo s’è rivelato apocrifo c’è chi si chiede perché Pietro Orlandi abbia avvalorato in lungo in largo tante “rivelazioni” e “piste” una più fasulla e depistante dell’altra.
[1] https://archivio.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-da-luigi-gastrini-marco-1718778//
[2] https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/verissimo/pietro-orlandi-tutti-gli-indizi-che-legano-mia-sorella-allinghilterra_F313480501006C45
[3] https://www.facebook.com/watch/?v=3890702271146113
[4] https://www.blitzquotidiano.it/cronaca/cronaca-italia/caso-emanuela-orlandi-la-grafologa-in-commissione-le-lettere-mostrate-dal-fratello-sono-false-3726372/
[5] https://podcasts.apple.com/it/podcast/nuovi-misteri-nel-caso-orlandi-con-pietro-orlandi-chaouqui/id1781213268?i=1000693044612
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