maltrattamenti sui minori

Diritti

In Italia i maltrattamenti sui minori sono aumentati del 58 per cento in cinque anni

La terza indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia, condotta Terre des Hommes e Cismai per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza rappresenta l’unica fotografia del fenomeno post pandemia da Covid-19

16 Giugno 2025

In Italia risultano in carico ai servizi sociali 374.310 minorenni, di questi 113.892 sono vittime di maltrattamento, ovvero il 30,4 per cento. Si tratta al 31 dicembre 2023 di un aumento del 58 per cento rispetto al 2018, in cui i minorenni in carico ai servizi sociali vittime di maltrattamento rappresentavano il 19,3 per cento. Sul totale della popolazione minorenne residente in Italia questo significa un passaggio da 9 a 13 minorenni maltrattati ogni mille. Un’impennata registrata nell’arco di soli cinque anni.

È quanto emerge dalla terza indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia, condotta Terre des Hommes e Cismai per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. L’indagine rappresenta l’unica fotografia post pandemia da Covid-19 del maltrattamento ai danni di infanzia e adolescenza. Va segnalato però che in valore assoluto, il dato risulta in diminuzione rispetto all’indagine precedente, principalmente a seguito della generale contrazione della popolazione minorile in Italia (-6,7 per cento), passata da 9.573.155 unità nel 2018 a 9.085.339 nel 2023, secondo le stime dell’Istat.

Per quanto riguarda il genere, il numero di minorenni maschi in carico ai servizi sociali risulta superiore a quello delle femmine. Al 31 dicembre 2023, i maschi in carico risultano essere 203.698, pari al 54 per cento dei minorenni in carico, mentre le femmine risultano essere 170.612, corrispondenti al 46 per cento. Guardando all’età invece, i minorenni seguiti dai servizi sociali nella fascia 0-5 anni risultano essere 66.928, pari al 18 per cento del totale di quelli in carico. I minorenni di età compresa tra 6 e 10 anni risultano es sere 119.987, pari al 32 per cento del totale. Infine, la fascia 11-17 anni risulta essere quella maggiormente in carico ai servizi sociali, con 187.398 minorenni, che corrispondono al 50 per cento del totale. Il dato è influenzato anche dal fatto che oggi i bambini piccoli sono pochi, essendoci stato nel nostro paese un brusco calo delle nascite.

La forma di maltrattamento più frequente è il Neglect (trascuratezza) subito dal 37 per cento dei minori, seguita dalla violenza assistita, al 34 per cento. Violenza psicologica e maltrattamento fisico, invece, incidono rispettivamente per il 12 per cento e l’11 per cento. Meno diffuse risultano la patologia delle cure (4 per cento) e l’abuso sessuale (2 per cento). Il maltrattamento colpisce indistintamente maschi e femmine ma l’indagine riporta, per la prima volta, anche un quadro puntuale delle forme in cui ciascun genere ne è vittima. Un dato balza all’occhio: nell’87 per cento dei casi il maltrattante appartiene alla cerchia famigliare ristretta, senza differenze a livello territoriale.

“Un dato impressionante, tra gli altri, – spiega l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Marina Terragni, è quello della violenza assistita, che riguarda un terzo dei casi di maltrattamento. Unitamente al fatto che ben l’87 per cento di tutti i maltrattamenti avviene all’interno della cerchia familiare ristretta, quel dato segnala la necessità e l’urgenza di porre la massima attenzione alla famiglia, colpita da una crisi sempre più diffusa e profonda”.

Nel 52 per cento dei casi è l’autorità giudiziaria a segnalare il caso ai servizi sociali. Si tratta di un dato emblematico di un sistema di protezione che si attiva tardi, spesso solo quando il danno è già conclamato e viene formalmente rilevato. Le istituzioni educative – in particolare la scuola – contribuiscono solo nel 14 per cento dei casi. Ancora più marginale è il ruolo delle famiglie (12 per cento) e, soprattutto, delle strutture sanitarie, come ospedali e ambulatori, che nel complesso segnalano solo il 4 per cento dei casi. Infine, i medici di base e i pediatri, pur essendo figure potenzialmente strategiche nella prevenzione e nell’individuazione precoce del maltrattamento, risultano pressoché assenti, con una percentuale dell’1 per cento. L’indagine per la prima volta prende in considerazione anche il contesto sportivo quale fonte di segnalazione, che però non raggiunge una stima statisticamente diversa da zero.

L’analisi, inoltre, evidenzia una marcata variabilità territoriale nel numero di minorenni in carico ai servizi sociali. Le macroaree del nord presentano i valori più elevati: nel nord- ovest si registrano 51 minorenni presi in carico ogni mille residenti della stessa età, mentre nel nord-est il dato è leggermente inferiore, attestandosi a 49 su mille. Al contrario, nel centro Italia la quota scende a 39 su mille, ma è nel sud e nelle isole che si registra il dato più contenuto, con soli 32 minorenni in carico ogni mille residenti — un divario netto e statisticamente rilevante rispetto alle aree settentrionali. Il divario tra maschi e femmine nella presa in carico, invece, tende a ridursi procedendo da nord a sud.

La durata della presa in carico da parte dei servizi sociali è nella maggioranza dei casi (56 per cento) superiore ai due anni, a indicare la complessità delle situazioni trattate e la necessità di interventi continuativi. Tuttavia, si registrano forti differenze territoriali: al Sud e nelle Isole, i percorsi di presa in carico sono più brevi e in media durano meno di due anni. Questo potrebbe riflettere una minore disponibilità di risorse, una maggiore discontinuità nei servizi o un approccio meno strutturato all’accompagnamento delle situazioni.

Ma quali sono le forme di supporto ai minorenni? L’assistenza domiciliare (18 per cento), l’inserimento in comunità (13 per cento) e l’assistenza economica (13 per cento) rappresentano le forme più strutturate di sostegno, ma anche in questo caso la distribuzione varia significativamente tra aree geografiche e tipologie comunali. L’affidamento familiare, che rappresenta un modello preferibile e centrato sulla continuità affettiva e sociale, riguarda appena l’8 per cento dei minorenni presi in carico, con incidenze più alte solo nel nord-ovest (10 per cento dei casi). In una percentuale non trascurabile di casi (12 per cento) non viene attivato alcun servizio specifico.

La terza Indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia prende in considerazione 326 comuni italiani, selezionati da Istat, a fronte dei 196 considerati nell’edizione precedente del 2021, comprese 12 città metropolitane, coprendo così un bacino di 2.733.645 minorenni.  “Con questa Indagine consegniamo alle istituzioni uno strumento fondamentale affinché il nostro paese possa costruire una risposta sempre più efficace e al passo con le avanguardie internazionali, contro la violenza a danno di bambini e bambine. – dichiara Donatella Vergari, presidente di Terre des Hommes Italia –  A cominciare da azioni di rafforzamento del tessuto sanitario, educativo e sociale, per una più qualificata e pronta segnalazione delle vittime e per l’individuazione e accompagnamento delle fragilità genitoriali. Fattori imprescindibili di cui tenere conto in ottica di prevenzione del fenomeno”.

Si tratta di “un’importante tappa rispetto alla conoscenza, all’analisi ed alla misurazione del multiforme fenomeno del maltrattamento all’infanzia nel nostro paese – spiega Marianna Giordano, presidente Coordinamento italiano servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia (Cismai)  – Lo studio permette di riflettere sull’impatto a breve medio e lungo termine sulle traiettorie di vita di bambine, bambini, adolescenti e rappresenta uno strumento prezioso per i decisori politici, per gli amministratori locali, per le operatrici e gli operatori territoriali per definire e realizzare politiche ed azioni appropriate in tutto il Paese per prevenire e contrastare la violenza e curare le piccole vittime e i loro genitori vulnerabili”.

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