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Diritti

Tutti i migranti sono stati fatti sbarcare, un tardivo atto di contrizione?

di Titti Ferrante
9 Novembre 2022

“Germania, pallida madre!
Tutta infangata
siedi in mezzo ai popoli.
Più macchie di te
nessuno ne mostra”.

Migranti, sbarcati tutti i passeggeri della Geo Barents e della Humanity1: “Alto rischio della tenuta psicologica”. Uno dei tanti titoli dei quotidiani che svelano il volto del nuovo governo in carica.
Che significa sbarco selettivo, che significa carico residuale?
Selettivo mi richiama alla mente la selezione, quasi una Schlinder’s List, quelli a cui viene data la possibilità di salvarsi perché considerati fragili, e chi invece deve continuare a scontare una pena legata alla sfortuna di abbandonare una terra, la loro, che non ha saputo garantire ai suoi cittadini una esistenza decente. Sono meno fragili quelli che coperti da teloni si riparano dal freddo della notte, chi si rifiuta di mangiare perché non vuole restare sospeso, come la sua vita, in acque di un territorio che non si dimostra ospitale. La fragilità riguarda tutti, chiunque affronta un lungo viaggio lasciando il suo paese, chiunque non ha una terra su cui mettere piede, chiunque non ha un lavoro che gli consente di vivere una vita decente, chiunque vive una vita in balia di decisioni di governi, come quello italiano, che hanno impresso una svolta molto più serrata su politiche migratorie.
Sicurezza e contrasto all’immigrazione illegale, le parole che la Meloni sbandiera come l’arma vincente che ha portato i cittadini a votare il suo programma, il suo partito. Una visione miope, ma purtroppo quando si hanno altre priorità quali la mancanza di un lavoro, o di un lavoro stabile, quando anche il sussidio del reddito di cittadinanza subirà una drastica modifica, allora si cerca di prendersela con chi sta peggio, di scaricare su chi non ha colpa l’incapacità di uno Stato di attuare politiche che diano dignità a chi è cittadino di quel Paese.
Se prendiamo il termine carico residuale, la presa di coscienza delle politiche antimigratorie di questo governo diventano ancora più chiare. Carico. Il contrario di scarico di responsabilità, prendersi in carico un problema richiederebbe la consapevolezza che in un mondo globalizzato non si può ancora considerare un essere umano cittadino di serie a, di serie b, o non pervenuto. La globalizzazione e il capitalismo non è nato nel suo intento iniziale per creare una forbice sempre più ampia tra cittadini del Nord del mondo, quello industrializzato, e quelli del Sud, poveri, sfruttati, indifesi, depredati, di cui si riconoscono solo i capi di governo perché intercorrono rapporti commerciali che richiedono la necessità di stringere affari, patti, alleanze. La materia prima di cui dovremmo approvvigionarci è lo spirito di fratellanza globale, diversamente il capitalismo potrà essere definito solo come una macchina che ha schiacciato i diritti dei miserabili, di quegli esseri che sono solo uno strumento nella catena produttiva di una povertà funzionale all’esistenza della ricchezza.
E il termine residuo? Dal latino residuus, derivato di residere «rimanere indietro», composto. di re- e sedere, propr. «stare seduti». Descrive chi rimane indietro, chi nonostante seduto non ci sta mai perché si spacca la schiena per potersi procurare acqua e cibo per il fabbisogno quotidiano, non riesce ad alzarsi in piedi e reclamare un proprio diritto. Il residuo è quello che rimane, che avanza e c’è da chiedersi cosa rimane di queste persone che sono un relitto umano, che si accontentano di sopravvivere con ciò che avanza se avanza, e che alla tavola di un padrone non si siederanno mai, potranno semmai sfamarsi di scarti, di ciò che si è deteriorato.
Chi di questi poveri scarti del genere umano non necessita di cure immediate? Il fatto che siano rimasti ad attendere giorni in mare senza poter sbarcare è un chiaro segnale di una incapacità e non volontà di percepire l’urgenza umana dei sopravvissuti e scampati a disastri che non li abbandoneranno mai.
Però Giorgia Meloni è cristiana, chissà se recita il Credo la domenica in chiesa, sicuramente i valori della solidarietà e della fratellanza li riserva in qualche casa che non è la Chiesa. Forse il segno della croce sulla fronte che accompagna l’annuncio del brano evangelico lo fa in memoria di un altro fronte, quello della Gioventù, un partito maschilista, di rigida gerarchia, pieno di reduci della Repubblica di Salò.

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