Italia
Garlasco, indagato per corruzione il padre di Andrea Sempio
Sono emerse oggi novità rilevanti nel caso del delitto di Garlasco, che vede vittima Chiara Poggi e già condannato in via definitiva l’ex-fidanzato Alberto Stasi. La svolta riguarda il filone dell’archiviazione del 2017 della posizione di Andrea Sempio: la Procura di Brescia ha iscritto nel registro degli indagati il padre di Andrea, Giuseppe Sempio, con l’ipotesi che abbia commesso il reato di corruzione in atti giudiziari.
Avrebbe pagato l’allora procuratore di Pavia, Mario Venditti, per ottenere l’archiviazione della posizione del figlio. La posizione di Andrea Sempio venne poi archiviata su richiesta di Venditti. Secondo quanto dichiarato dal legale di quest’ultimo, l’avvocato Domenico Aiello, al termine di un’udienza al Riesame lo scorso 14 ottobre, «non c’è prova della corruzione e avrebbero dovuto indicare almeno il corruttore». Da oggi il nome del presunto corruttore è stato fatto.
Al centro delle indagini c’è un appunto scritto a mano ritrovato nell’abitazione della famiglia Sempio, con la dicitura «Venditti gip archivia 20-30 euro». Gli inquirenti interpretano questa nota come la cifra – «20-30 mila euro» – che sarebbe stata corrisposta all’ex procuratore aggiunto Mario Venditti per ottenere l’archiviazione dell’indagine a carico dell’allora 37enne Andrea Sempio.
La versione della famiglia Sempio e della difesa invece è differente: spiegano che si trattava di una «nota di previsione delle spese legali» e non di un versamento illecito. In audizione, Giuseppe Sempio avrebbe riferito che la cifra indicata era quella stimata per il pool difensivo, tra 50 mila e 60 mila euro, spesi «in quei mesi d’angoscia» perché la posizione del figlio era in bilico.
La contestazione della Procura di Brescia si basa su diversi elementi: l’appunto scritto, le intercettazioni ambientali del 2017 in cui si parla di «soldi da ritirare in banca e come non lasciare traccia», i prelievi e movimenti bancari ritenuti «anomalie» rispetto ai redditi ordinari.
Va ricordato che Andrea Sempio era già indagato nelle precedenti fasi del procedimento per il delitto di Chiara Poggi. La sua posizione nel 2017 venne archiviata, come detto, su richiesta di Venditti e oggi tale archiviazione è al centro dell’indagine bis.
L’accusa ipotizza che l’archiviazione non sia stata frutto di valutazione libera ma condizionata da un accordo illecito: la corruzione del magistrato per garantire una decisione favorevole. La famiglia Sempio respinge la ricostruzione, contestando la consistenza delle cifre e la mancata prova di un versamento diretto.
Ciò che rende il caso ancora più complesso è la concomitanza con l’altro filone dell’inchiesta sull’omicidio, che riguarda le tracce di Dna, le impronte rilevate, le telefonate fatte da Andrea Sempio nei giorni precedenti l’omicidio e altri elementi già emersi nei mesi scorsi.
Dal punto di vista procedurale, l’iscrizione dell’indagato per corruzione serve alla Procura di Brescia a poter eseguire attività investigative – acquisizioni bancarie, perquisizioni, interrogatori – volte a chiarire se vi siano state “utilità” corrisposte al magistrato Venditti. Nel contempo, l’indagine sulla morte di Chiara Poggi resta aperta con nuovi accertamenti in corso.
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