Italia
Teatro La Fenice in rivolta: salta la prima di Wozzeck per lo sciopero contro Beatrice Venezi
Nomina esplosiva, musicisti in sciopero e pubblico spaccato: a La Fenice va in scena il caos. Il 17 ottobre niente Wozzeck, ma alta tensione.
VENEZIA — Sipario fermo, applausi inesistenti, polemiche accese. È il quadro paradossale che si profila al Teatro La Fenice: per venerdì 17 ottobre, giorno della prima dell’opera Wozzeck, i lavoratori proclamano sciopero, chiedendo la revoca dell’incarico appena conferito a Beatrice Venezi come direttore musicale stabile (a partire dall’ottobre 2026). Un atto di guerra sindacale contro una nomina che – agli occhi delle maestranze – puzza di decisione calata dall’alto.
Un “no” che rimbomba
Non è una protesta tiepida. La Rsu di orchestra e maestranze, insieme ai sindacati di categoria, ha tenuto duro: niente “percorso conoscitivo” prima della revoca, come proposto dal sindaco Luigi Brugnaro. Il primo cittadino, pur confermando la nomina, aveva tentato una mediazione in zona Cesarini. Ma è stato tutto inutile. La risposta? Uno sciopero secco, preciso, determinato. Niente debutto, niente compromessi.
I lavoratori non attaccano la persona, ma il metodo e il merito. Nessun attacco diretto alla figura di Venezi, ma accuse pesanti alla “leggerezza” con cui è stato conferito l’incarico. “Non è all’altezza della Fenice” è il leitmotiv che risuona nei corridoi. E intanto, anche il pubblico si spacca: ben 140 abbonati hanno firmato una lettera per chiedere la revoca, minacciando di non rinnovare.
Antichi precedenti, nuova ferita
Non è la prima volta che alla Fenice si respira aria di rivolta. Già nel 2024 uno sciopero fece saltare la prima di Otello. La frattura fra artisti e vertici non si è mai davvero sanata. Il malessere covava sotto la cenere, e oggi la nomina di Beatrice Venezi lo ha fatto esplodere.
Il sottosegretario alla Cultura ha definito lo sciopero “autolesionista”, lamentando il danno economico e d’immagine. Ma dentro il teatro si respira tutt’altra aria: “Se non possiamo decidere chi ci guida, che tipo di istituzione siamo?”
Chi è Beatrice Venezi? Tra luci e ombre
Beatrice Venezi ha 35 anni, è pianista e direttrice d’orchestra, spesso sotto i riflettori anche per il suo stile comunicativo. Giovane, brillante, mediaticamente efficace. Ma qui, a La Fenice, c’è chi dice che serva ben altro: solidità artistica, esperienza sul campo, continuità con una tradizione musicale d’élite.
Le critiche non mancano: dalla mancanza di consultazione interna alle tempistiche sospette. Per molti, la nomina non è solo inopportuna — è un affronto alla storia del teatro.
Il 17 ottobre come spartiacque
Il giorno della prima di Wozzeck diventa così un test cruciale. Ci sarà sciopero, certo. Ma ci sarà anche un’assemblea pubblica aperta ad altri operatori culturali e alla cittadinanza. Il teatro si mette in discussione: non solo sul podio, ma su tutto ciò che riguarda identità, gestione, scelte strategiche.
Beatrice Venezi — ancora ufficialmente fuori servizio fino al 2026 — è già al centro di una bufera che la precede. E la domanda resta sospesa nell’aria: sarà lei a rianimare La Fenice o sarà la sua nomina a bruciare?
Devi fare login per commentare
Accedi