Ester Salas, giudice USA, ha raccontato di come il nome del suo figlio, ucciso cinque anni, sia diventato il simbolo di una minaccia per gli aqltri magistrati. Trump attacca la magistratura, fomentando l'odio e le minacce.

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Trump attacca la magistratura, i giudici USA ricevono pizze che in realtà sono pizzini minatori

I magistrati sono sotto attacco per la retorica incendiaria di Trump. L’ultima strategia dei sostenitori del presidente è di mandare pizze a giudici opposti alla politica del presidente intimando loro che potrebbero fare la tragica fine del figlio della Giudice Esther Salas.

28 Maggio 2025

Trump attacca la magistratura americana in continuazione. In questo clima di delegittimazione, un messaggio “in codice” che viene continuamente recapitato a casa dei giudici USA ha la forma della pizza in cartone: è come dire “sappiamo dove abiti”.

Sul cartone della pizza recapitata a diversi giudici senza che la ordinino, c’è il nome di mio figlio, ucciso 5 anni fa”. Lo ha raccontato Esther Salas, giudice del New Jersey, in un’intervista alla Public Broadcasting System (Pbs), in cui descriveva il clima di paura dei magistrati americani con l’amministrazione di Donald Trump. Cinque anni fa un criminale ha visitato la residenza della giudice Salas uccidendo il figlio e ferendo il marito. Nell’intervista la giudice Salas ha additato alla retorica minacciosa di Trump verso i magistrati che alimenta gli attacchi ai giudici.

La tecnica intimidatoria di inviare pizze ai domicili di giudici opposti alle politiche di Trump è divenuta comune. In tempi recenti parecchie centinaia di pizze sono state ricevute da giudici, mandate da individui che in questo modo suggeriscono di fare attenzione perché i loro indirizzi sono noti. I mandanti sono individui influenzati dalla retorica incendiaria del presidente. Questi attacchi ai magistrati continuano e anche al momento di scrivere quando gli Usa celebrano il Memorial Day, la festa dei caduti, il presidente Usa ha rilasciato un altro messaggio in lettere maiuscole attaccando i giudici. Trump ha diretto la sua ira ai “giudici … che proteggono gli spacciatori, gli stupratori, i membri delle gang…. permettendo loro di continuare i loro reati”.

Gli US Marshals, l’agenzia del governo federale degli Stati Uniti d’America alle dipendenze del Dipartimento della giustizia, ha il compito di assicurare l’esecuzione delle sentenze delle corti federali e anche la protezione dei giudici. Considerando i dissensi con Trump i giudici federali vorrebbero formare un corpo di polizia che sia indipendente del governo e sia messo sotto la direzione del presidente della Corte Suprema.

L’atmosfera di tensione per i magistrati continua ed è alimentata da decisioni giudiziarie che non sono gradite dall’attuale inquilino alla Casa Bianca. Il clima è buio anche per il fatto che la protezione dei giudici è affidata agli US Marshals, un corpo di polizia agli ordini del ministero di Giustizia, il cui capo è Pam Bondi, fedelissima di Trump, la quale agisce come un avvocato personale del presidente. La tensione è all’ordine del giorno e si teme che gli US Marshals non farebbero di tutto per la protezione dei giudici federali. La protezione dei giudici della Corte Suprema è affidata a una forza di sicurezza speciale. In un recente incontro di magistrati a Washington si è discusso di togliere il compito agli US Marshals e organizzare la protezione con una forza di sicurezza indipendente simile a quello che protegge la Corte Suprema. Sarebbe sotto il controllo del giudice della Corte Suprema John Roberts invece di dipendere del ministero di Giustizia che è visto come dipendente dei capricci dell’attuale inquilino della Casa Bianca e del suo ministro di Giustizia.

Il ministro di Giustizia è nominato dal presidente ma dovrebbe agire in maniera indipendente dai desideri del presidente in carica. In casi eccezionali il ministro di Giustizia dovrebbe persino indagare il presidente stesso. È avvenuto nella primo mandato di Trump quando il ministro di Giustizia, repubblicano, iniziò le indagini sulle interferenze straniere nell’elezione del 2016. Queste indagini sfociarono poi nella nomina del procuratore speciale Robert Mueller che condusse al Russiagate. Anche l’ex ministro di Giustizia nell’amministrazione di Joe Biden, Merrick Garland, fece scattare indagini sul presidente che lo aveva nominato per la faccenda di documenti top secret che non erano stati restituiti al governo. Nel caso di Bondi si tratta di un ministro di Giustizia che non solo segue la linea politica di Trump ma lo fa in modo completamente sfacciato attaccando i giudici con un linguaggio che evoca quello del suo capo. In un’intervista alla Fox News la Bondi ha aspramente criticato il giudice James Boasberg accusandolo di “interferire” nelle politiche del governo. Il peccato di Boasberg? Il giudice aveva minacciato legali di Trump di “oltraggio alla Corte” per non avere obbedito ai suoi ordini di non deportare alcuni migranti a El Salvador. La Bondi aveva continuato i suoi attacchi a Boasberg aggiungendo che il giudice cercava di “proteggere terroristi” che avevano invaso gli Stati Uniti.

Pam Bondi, il ministro di Giustizia nominato da Trump, si sta comportando come un braccio destro del presidente invece di agire indipendentemente come richiede il suo ruolo. Si teme che sotto la sua guida i giudici non sarebbero protetti considerando il suo linguaggio infiammatorio verso i magistrati le cui decisioni non sono gradite dalla Casa Bianca.

Nei quattro mesi di presidenza Trump ha emesso una valanga di ordini esecutivi, molti dei quali sono stati sfidati da giudici federali. Si capisce dunque come Trump stia attaccando i magistrati vedendoli come nemici alla sua agenda. Infatti, considerando l’inattivo ruolo del contrappeso esercitato dalla legislatura, i magistrati sono l’unico dei due rami del governo che argina il potere quasi assoluto del 47esimo presidente.

Karoline Leavitt, la portavoce della Casa Bianca, commentando l’operato del giudice Brian Murphy di Boston, ha detto che non “è il segretario di Stato” e che non può controllare “la politica estera” degli Usa. Che cosa ha fatto Murphy? Il giudice aveva dichiarato che l’amministrazione Trump aveva violato un ordine della magistratura nella sua fretta di deportare migranti in Sudan nonostante il fatto che non fossero cittadini di quel Paese. Si tratta di inviare migranti a un Paese dove esiste una guerra civile mettendo in pericolo la loro vita. In effetti, il giudice Murphy ha cercato di fare applicare la legge e difendere i diritti di povera gente. Ha cercato, anche se con poco successo, di fare obbedire la legge come spetta ai giudici. Il fatto che Bondi non capisca come funziona la legge e che non mostri nessun rispetto per la magistratura dovrebbe preoccupare tutti gli americani ma anche altri Paesi che si affrettano a firmare accordi con Trump. Se Trump non rispetta le leggi e i giudici americani perché dovrebbe farlo con gli accordi internazionali?

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