GLT Foundation 10 anni

Questioni di genere

Donne che trasformano il mondo, nel decennale GLT Foundation celebra educazione finanziaria, green job

13 Novembre 2025

Nella prestigiosa Sala Alessi di Palazzo Marino si è svolto ieri il 10° evento annuale della Global Thinking Foundation (GLT), fondata e presieduta da Claudia Segre, dal titolo “Donne che trasformano il mondo – Green Jobs, Salute Finanziaria e Patto Sociale”. Un appuntamento di rilievo internazionale, patrocinato da Comune di Milano, Commissione Europea, Rai per la Sostenibilità ESG e Assofintech, che ha segnato il decennale della fondazione impegnata dal 2016 nella diffusione dell’educazione finanziaria e digitale per contrastare la violenza economica e promuovere l’inclusione sociale.

Durante la serata sono stati presentati il nuovo progetto didattico “Classi della Salute 2026”, il Barometro della Libertà Economica, strumento di prevenzione e misurazione della consapevolezza finanziaria, e i risultati del sondaggio 2025 sulla violenza economica del Think Tank Empower Your Life.

Dalla ricerca emerge che la violenza economica, forma di abuso ancora poco indagata, conosciuta e sottovalutata in Italia è riconosciuta a livello internazionale come componente della più ampia violenza di genere: quasi un quarto degli intervistati (22,5%) dichiara di ignorarne il significato, mentre una minoranza (2,8%) non la considera una forma di violenza. Tuttavia, la maggioranza (62,4%) ritiene che dovrebbe essere riconosciuta come reato, segnalando una crescente sensibilità verso il tema. 

La violenza economica è una pratica meno visibile rispetto a quella fisica o psicologica, ma altrettanto dannosa, poichè mina profondamente la libertà, l’autonomia e il benessere delle vittime, colpendo in particolare le donne. La violenza economica viene contestualizzata come mezzo di controllo coercitivo all’interno delle relazioni intime, con l’obiettivo di mantenere una posizione di dominio sulla vittima. 

Il 12,2% delle persone coinvolte nel sondaggio afferma di aver vissuto direttamente situazioni di violenza economica, con una distribuzione omogenea tra le diverse aree geografiche del Paese. Le vittime sono in netta prevalenza donne (85,5%), spesso con figli e con un livello di istruzione inferiore alla media. Questi risultati mostrano come la violenza economica sia un fenomeno diffuso ma ancora sommerso, complicato da una scarsa consapevolezza collettiva e, talvolta, dalla difficoltà delle stesse vittime a riconoscerlo. 

Il 62,4% crede che debba essere riconosciuta come reato, il 22,5% nel ignora il significato, il 2,4% non la considera una forma di violenza.

L’analisi territoriale evidenzia significative differenze socioeconomiche tra le diverse aree del Paese. Nel Centro Italia, il livello di indipendenza economica scende al 75,7%, risultando inferiore rispetto al Sud (81,1%) e al Nord. Al contempo, il Sud mostra il livello più elevato di stress finanziario (63,4%), seguito dal Centro (56,1%) e dal Nord (52%). 

Il livello di istruzione si conferma un importante fattore protettivo rispetto al rischio di violenza economica. I dati mostrano una diminuzione progressiva della probabilità di subire questo tipo di abuso con l’aumentare del titolo di studio: il 25% tra chi possiede la sola licenza media, il 12,1% tra i diplomati e il 10,9% tra i laureati. Parallelamente, cresce l’indipendenza economica, che raggiunge l’84,4% tra i laureati, accompagnata da una maggiore capacità di gestione autonoma del denaro (dal 90% al 96,4%). 

Le vittime sono in prevalenza donne (85,5%), spesso coniugate o conviventi e con figli a carico, e presentano più frequentemente un basso livello di istruzione e una maggiore dipendenza economica dal partner (14,5% rispetto al 6,6% del resto del campione). 

Questi risultati mostrano che l’istruzione è una risorsa chiave non solo per l’accesso al lavoro e al reddito, ma anche come fattore di empowerment personale e familiare. Tuttavia, va rilevato che lo stress finanziario rimane elevato in tutte le fasce educative.  Il 52,1% dichiara di vivere in costante stress finanziario, il 39,9% dichiara che le spese per la salute sono una significativa forma di stress, il 15,2% non può permettersi una polizia assicurativa privata. Il 67,6% degli intervistati considera l’introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici una misura fondamentale di prevenzione. 

Il convegno ha dato spazio a interventi di rappresentanti delle istituzioni e del mondo economico, tra cui Filomena D’Antini (Ministero del Lavoro), Barbara Sessa (Mastercard Francia), Fabrizio Ruggiero (Edenred Italia) e Gianluca Di Cicco (Deloitte).
La giornata si è chiusa con l’intervento di Chiara Saraceno, che ha richiamato l’urgenza di un “patto sociale” fondato su giustizia economica, parità di genere e sostenibilità.

«L’educazione finanziaria è uno strumento potentissimo per costruire indipendenza e affrontare la vita con più serenità.”, ha sottolineato Claudia Segre, «e rappresenta oggi uno strumento di prevenzione e di empowerment indispensabile per costruire una società più equa e resiliente».

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