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Beni comuni

La parresia di Foucault: dire tutta la verità, non solo quella di comodo!

di Biagio Riccio
3 Febbraio 2019

Michael Foucault ci ha insegnato come si compone e si struttura il potere.
Le sue lezioni filosofiche al College de France sono passate alla storia. Si racconta che erano affollatissime ed oltre a numerosi studenti vi partecipava la migliore cultura, per ascoltare uno degli intellettuali più acuti e profondi dell’occidente.
In America a Berkley nell’autunno del 1983, sei mesi prima di morire, tenne corsi universitari sulla parresia, parola greca che significa “dire la verità”,tutta la verità non solo quella di comodo.
Dire la verità è in primo luogo un dovere morale, civico che comporta anche lo scontro con il potere sino al sacrificio della vita, come è avvenuto nel caso di Socrate che non ha rinnegato la sua.
Scrive Foucault: “La parresia è una specie di attività verbale in cui il parlante ha uno specifico rapporto con la verità attraverso la franchezza, una certa relazione con la propria vita attraverso il pericolo, un certo tipo di relazione con se stesso e con gli altri attraverso la critica (autocritica o critica di altre persone) e uno specifico rapporto con la legge morale attraverso la libertà e il dovere. Più precisamente, la parresia è un’attività verbale in cui un parlante esprime la propria relazione personale con la verità e rischia la propria vita, perché riconosce che dire la verità è un dovere per aiutare altre persone (o se stesso) a vivere meglio.
Nella parresia il parlante fa uso della sua libertà e sceglie il parlar franco invece della persuasione,la verità invece della falsità o del silenzio, il rischio di morire invece della vita e della sicurezza, la critica invece dell’adulazione e il dovere morale invece del proprio tornaconto o dell’apatia morale”. Anche la grande stampa,che dovrebbe controllare il potere,dovrebbe essere imbevuta e pervasa dalla parresia.
I grandi giornali non dicono sempre la verità, ma solo quella di comodo.
Infatti non possono disturbare il potere, in modo particolare le lobbies, i centri gravitazionali occupati da grandi gruppi bancari.
“Il Corriere della Sera”,”il Sole 24 Ore”,la stessa “ Repubblica” difficilmente si mettono contro gli istituti di credito e raccontano le loro nefandezze.
Il senatore Paragone ha denunciato quello che accade nei circoli della grande stampa, troppo prona al potere, senza alcun pudore.
1-Perché, per esempio,non si parla degli sfratti subiti dalla povera gente,da malati di cancro e si dedicano intere pagine alla questione dell’immigrazione? Perché solo “Libero”di Feltri ha avuto il coraggio di denunciare la barbarie dello sfratto del malato di SLA e non anche i giornaloni di regime?
2-Perché non si evidenzia che le banche adottano metodi di inciviltà becera per esigere i loro crediti, intrisi di usura e capitalizzati anatocisticamente?
3-Perché non si racconta che le banche hanno massacrato i debitori con l’applicazione infame dell’art.560 cpc, scritto dagli scribi di Renzi e Boschi con la legge 119/2016?
4-Perché non si dice la verità sul mercato delle aste,ove vengono messi in vendita case e beni immobili a prezzi vili, pretium sceleris,ed il debitore rimane tale per tutta la vita, in quanto con il ricavato si coprono spesso solo le spese e gli emolumenti dei professionisti, custodi, commercialisti, avvocati, inseriti nei piani di riparto, in prededuzione, dunque con il diritto di venir soddisfatti prima?
5-Perché si discetta delle sofferenze bancarie di crediti deteriorati e non invece si impone anche la tutela delle sofferenze della povera gente sfrattata, senza pietà e senza alcuna guarentigia?
6- Perché le “penne del sistema”sostengono la trita e ritrita narrazione che bisogna velocizzare le espropriazioni immobiliari, “perché lo vuole l’Europa”e non si avvedono che la ricchezza è in poche mani e,come afferma Stieglitz, ha prodotto solo diseguaglianze e povertà? Si vuole un’altra Grecia?
7-Perché questi intellettuali di regime, strapagati,non leggono più Marx, Thomas Piketty, che denunciano la volgarità dei ricchi, satolli come la rana di Esopo, sino a scoppiare, come avviene con la sovrapproduzione del capitale? Talmente l’ingordigia dilaga che tutte le case che saranno espropriate non hanno più mercato e saranno vendute come le bidonville africane.
Parresia significa usare forme dirette, prive di ornamenti. Essere un parresiastes implica l’essere coraggiosi. Diceva Foucault:”Spesso la franchezza fa male e chi la subisce talvolta la nega per difendersi dal bruciore della verità. Essere chiari implica l’essere coraggiosi perché non tutti gli interlocutori sanno accettare la franchezza”.
Ma la stampa di regime non lo vuole sapere.

#LeggeBramini
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