Bardet salva il podio e l’onore dei Francesi per un solo secondo

:
22 Luglio 2017

Forse stravolto dalla tensione, più probabilmente arrivato a questa cronometro svuotato di energie, Romain Bardet è riuscito a salvare il podio per un secondo da una prova ruggente di Mikel Landa, e ha evitato per poche decine di metri di essere ripreso da Christopher Froome, che era partito due minuti prima di lui. Sono queste le note di cronaca salienti dell’attesissima prova contro il tempo di Marsiglia: 22,5 Km, con partenza e arrivo nell’Orange Vélodrome, che ha riservato un’accoglienza assai poco sportiva agli avversari del proprio beniamino.

Il percorso era molto bello, con lo strappo al 9.5% di Notre-Dame de la Garde probabilmente disegnato per aiutare lo stesso Bardet a perdere meno tempo possibile. Come in tutto questo Tour, gli uomini del Team Sky si sono disimpegnati anche nella parte in salita in maniera straordinariamente brillante. Prova ne è che Michal Kwiatkowski, che tra le altre cose è campione polacco della cronometro, nonostante le giornate sfibranti sulle Alpi a dettare il ritmo in testa al gruppo, è giunto a un solo secondo dalla vittoria, arrisa al connazionale Maciej Bodnar della Bora-Hansgrohe.

Bodnar nella undicesima tappa era andato in fuga già in partenza, e grazie proprio alle eccezionali doti di passista era stato ripreso a soli 300 metri dall’arrivo. Dopo la giornata di ieri, in cui Boasson-Hagen si è ripreso quando gli era stato tolto nella tappa persa in volata per sei millimetri, anche la cronometro si è conclusa con la giusta compensazione, non solo per il corridore ma anche perl la squadra, che in questo Tour ha perso prestissimo Sagan per una squalifica su cui molto ci sarebbe ancora da dire e l’uomo di classifica Maika per una caduta.

Kwiatkowski, Froome e Landa hanno sancito ancora una volta la superiorità del Team Sky, anche nelle prove contro il tempo. E se lo spagnolo, che nelle tappe di montagna ha dato spesso la sensazione di non dare tutto quello che aveva, si mangerà le mani per il podio perso per un secondo (attenzione però alla kermesse conclusiva di domani sui Campi Elisi, che potrebbe anche infiammarsi proprio in ragione di questo piccolissimo scarto), il keniano non è riuscito come forse sperava a far sua la tappa di oggi, e chiude così senza vittorie parziali un Tour corso gestendosi con grande accortezza e con qualche nervosismo, in cui gli avversari a volte hanno evocato il fair-play per mascherare la mancanza di gambe o di azzardo.

L’unico che non si tirato indietro è stato il nostro Fabio Aru, che ha corso una discreta cronometro, chiudendo a 1,16 da Bodnar, e finisce il Tour a 3,05 dal vincitore. Torneremo domani nelle pagelle sul bilancio del capitano del’Astana. Che però, val la pena di ricordarlo sin da subito, è stato il solo corridore non del Team Sky a portare la maglia gialla. E che en passant ha vinto la prima tappa di montagna, quella conclusa a Planche des Belles Filles. La vittoria ottenuta alla vigilia della partenza della Grande Boucle ai campionati italiani dimostra come il sardo fosse già in condizione a inizio Tour. Il calo di condizione della terza settimana è dunque nella logica delle cose, soprattutto per un corridore che per ragioni anagrafiche non ha ancora quel fondo che si acquista solo più tardi negli anni.

Detto della bellissima cronometro di Alberto Contador, che ha chiuso a soli 21 secondi dal vincitore, e di quella nell’anonimato di Nairo Quintana, resta da commentare la corsa di Rigoberto Uran, che all’ultima curva ha rischiato di cadere, e che ha chiuso con un distacco di 31 secondi. Chi si ricordava la sua vittoria a Barolo nella “cronometro dei vini” del Giro 2014, grazie a cui aveva guadagnato anche la maglia rosa, oggi forse si aspettava qualcosa di più. Ma il colombiano ha fatto comunque molto meglio che nel prologo, dove ha perso quasi tutto il distacco che ha a fine Tour da Froome: 51 secondi contro i 54 che ha stasera in classifica. Considerando anche i 25 secondi di oggi, ne ricaviamo che Uran senza le due prove contro il tempo sarebbe in testa alla generale. Si tratta certamente di un ragionamento ozioso che lascia il tempo che trova. E che però racconta bene quella che è stata la corsa dei primi due.

TAG: Chris Froome, Fabio Aru, Rigoberto Uran, Romain Bardet
CAT: ciclismo

Nessun commento

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

CARICAMENTO...