Ariaferma, quando la pena si sconta con l’umanità

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18 Ottobre 2021

“Linda, o Linda, amato mio ben,
Ti tses là ‘n drinta, mi fora a cel seren!
Ti tses là ‘n drinta, ca t’mangi le bistecche,
Mi sôn si fora, ca batô le brocchette!”

Ferma è l’aria che si respira nel carcere, stagnante, asfissiante. Un’aria che presagisce la morte, di quelle vite che aspettano che il tempo passi semplicemente per abbrutire l’essere umano, ridotto a poco, a nulla. In un’attesa senza speranze si consuma il tempo di detenuti che aspettano di essere trasferiti in un carcere in cui per poterli tenere a bada, viene imposto alle quindici guardie di privarli di servizi essenziali quali la mensa. Il pasto verrà fornito servendosi di un catering che non soddisfarà il palato dei detenuti che inizieranno una rivolta.

Si profilerà in questo frangente il primo braccio di ferro tra Gaetano Gargiulo, interpretato da Servillo, e Carmine La Gioia, interpretato da Silvio Orlando, che si offre di cucinare per i suoi compagni. Gargiulo, contravvenendo agli ordini, gli concede lo spazio della cucina dove tra cibo e forniture varie, c’è un’intera fornitura di coltelli usati dal detenuto che fa di tutto per abolire le distanze tra la divisa del sorvegliante e la sua umanità macchiata dal reato commesso. I pasti cucinati da La Gioia rendono meno dura la detenzione, e i carcerati più disposti all’ascolto.

In quei volti segnati, dove il tormento agita le notti insonni, dove la perdita di libertà è foriera della perdita di lucidità mentale, dove la pazzia riduce feroci criminali alla stregua di bambini impauriti, nasce una solidarietà che diventa aiuto reciproco nell’alleviare le pene fisiche e morali di quelli più bisognosi. Una pena e una solidarietà che non potrà non contagiare Gargiulo, che sfidando i timori delle altre guardie, mostrerà comprensione per quell’umanità ridotta a macerie. Non denuncerà il comportamento di Fantaccini, il più giovane dei detenuti, quando, appreso che il vecchio che ha derubato è in coma, tenterà di suicidarsi, anzi gli affiancherà un compagno cui attribuisce il compito di sorvegliarlo di notte.

Al fermo di vite spezzate, fa da contraltare un movimento psicologico dei personaggi, che si materializza negli sguardi con cui Gargiulo sorveglia Lagioia, ascolta le sue storie, persino i suoi consigli e ne diventa complice. La scena della cena condivisa dai carcerati e delle guardie, quando bisogna far fronte ad un black out e si mangerà insieme fuori dalle proprie celle, l’atmosfera di convivialità, di ritrovata dimensione umana, di anime liberate dall’ossessione di peccati commessi che quel ferro e quel rumore di chiavi soffocante evoca in continuazione, è quella in cui si realizza quel dispiegarsi dell’umano che trova nella pietà e nella compassione un’arma più efficace della forza bruta.

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Ariaferma 

Regia: Leonardo Di Costanzo
Produzione: Tempesta (Carlo Cresto-Dina), Amka Films Productions (Michela Pini, Amel Soudani), Rai Cinema
Durata: 117’
Interpreti: Toni Servillo, Silvio Orlando, Fabrizio Ferracane, Salvatore Striano, Roberto De Francesco, Pietro Giuliano, Nicola Sechi, Leonardo Capuano, Antonio Buil, Giovanni Vastarella, Francesca Ventriglia

TAG: Abbraccio all'umanità, carcere
CAT: Cinema

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