
Roma
L’assessore Ghera dirige “Lavori fantasma sulla Roma nord. Farsa bipartisan”
Il 23 giugno l’assessore ai trasporti della Regione Lazio Fabrizio Ghera ha messo in scena l’apertura del cantiere per il raddoppio dei binari della ferrovia Roma Nord. Tra le stazioni di Montebello e Morlupo la circolazione è stata sospesa ma sui lavori è calato il sipario
Il 23 giugno presso la stazione di Castelnuovo di Porto, trasformata per l’occasione in sala d’avanspettacolo, l’assessore ai trasporti della Regione Lazio Fabrizio Ghera – “Ghera soldato di Roma” sul profilo Facebook – ha messo in scena l’apertura del cantiere per il raddoppio dei binari della ferrovia Roma Nord, da anni in procinto di partire e sempre rimandato, con tanto di operai costretti a simulare l’avvio dei lavori e foto di rito dei protagonisti, inclusa una folta rappresentanza di amministratori locali. Per effettuare i lavori la circolazione dei treni gestiti dall’azienda di trasporto regionale Cotral tra le stazioni di Montebello e Morlupo è stata interrotta e le corse sostitutive affidate a una ditta privata, le cui navette fanno su e giù per la Flaminia spesso semivuote. Perché, per intenderci, per arrivare a Roma da Viterbo bisognerebbe prendere un rovente treno vintage a Viterbo, cambiare a Catalano, poi a Morlupo prendere una navetta fino a Montebello e lì risalire su un altro “treno della speranza”, sperando, appunto, di non incappare in una delle migliaia di corse cancellate ogni anno: un supplizio per amanti del sadomaso estremo e penitenti che debbano espiare azioni orrende.
Ma torniamo al 23. Finita la rappresentazione gli attori sono tornati nei loro camerini. Le scenografie sono state smontate. Gli striscioni di Donati Spa, azienda di famiglia di Angie Donati, figlia di Milly Carlucci e presidente di ANCE giovani (“Chigi femminile? Farà bene a tutti” il titolo di una sua intervista a L’identità il 22 ottobre 2022), quelli di CMB, cooperativa emiliana di Legacoop, e di Astrafer sono stati arrotolati. E sui lavori annunciati è calato il sipario, perché per procedere bisogna prima completare gli espropri dei terreni su cui verrà posato il secondo binario. Espropri che all’epoca di Zingaretti, autore anche lui di una pièce ferroviaria di successo, “Fideiussioni lettoni” (qui la trama), erano stati, sì, già notificati ai proprietari, ma successivamente revocati, per il momento naturalmente.
Tuttavia, pur di tener fede agli impegni, Ghera e il suo pittoresco codazzo bipartisan di sindaci locali hanno recitato a soggetto su quel canovaccio un po’ sgangherato e pure trash, diciamolo, però mettendocela tutta e sfoderando il sorriso delle grandi occasioni per celebrare con la dovuta solennità una scelta davvero importante: sospendere la circolazione dei treni su una linea agibile e pagare soldi pubblici a un privato per fare un servizio inutile.
Come in tutte le farse come si deve anche in questa, però, c’è una morale. Il “soldato di Roma” (ma sembra più Pirgopolinice, il soldato fanfarone “vincitor di torri e di città” di Plauto) l’anno scorso ad Atreju arringava il popolo meloniano lamentandosi dei “pendolari di sinistra” che lo criticano senza motivo. Invece con alcuni sindaci “di sinistra” (si fa per dire) pare abbia, come si suol dire, un certo feeling. Insieme hanno messo su una compagnia amatoriale davvero affiatata, almeno quando calcano le scene. Un po’ come la nazionale di calcio parlamentari: tutti i giorni a darsi dei fasci, dei protettori di migranti ‘clandestini’, degli amici di chi occupa casa e vive a scrocco – in aula, sui social e nei talk show – ma sul campo, come per magia, ritrovano la solidarietà di classe e sorrisi, battute e pacche sulle spalle si sprecano. Nel frattempo milioni di lavoratori affrontano la loro odissea quotidiana per raggiungere il posto di lavoro. Loro, invece, han poco da sorridere.
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