Le lacrime del Presidente
Se ti ritrovi sulle montagne col temporale, non è l’acqua il tuo problema, sono i fulmini.
Ed Alok SharmaAlok Sharma ha i piedi bagnati e dopo il fiasco della COP26, piange esausto ed esautorato di un prestigio che non si vede più…lui abituato ai numeri incassa quelli peggiori ed il malcontento dei suoi.
Ma nonostante in molti si lamentino della COP26, vorrei condividere con voi degli spunti a largo campo:
– Tutti i cambiamenti energetici sono difficili. E lenti.
Il passaggio dall’olio di balena all’olio minerale, dal cavallo all’auto a scoppio lo insegnano: chi controlla la tecnologia precedente, difficilmente molla il colpo.
Oggi ci troviamo davanti ad un’emergenza climatica evidente e dimostrata nei numeri dagli scienziati. Ma gli occidentali hanno al più il – passatemi il termine – “il culo al caldo”. Per questo motivo ai disastri ambientali, noi rispondiamo con valangate di miliardi per la ricostruzione. I morti sono martiri ed il loro numero è sempre inferiore a quelli che perdono la vita sulle strade.
Poco importa se quello che capita da noi, con infrastrutture moderne e tanti soldi per la ricostruzione, dall’altra parte del mondo uccide e devasta sia con l’acqua che con la siccità costringendo ad emigrare
Piange perché i paesi ruggenti, l’impero di “Cindia” per dirlo alla Federico Rampini, se ne fregano altamente delle paure occidentali perché sanno bene anche grazie al #covid che le nostre paure, le nostre remore, sono anche le nostre debolezze, le debolezze di un occidente troppo attaccato all’ambiente e all’uomo.
Non dobbiamo farci illusioni ed essere realisti: se lavorate nello splendido settore dell’elettrificazione come il sottoscritto, andate avanti a testa bassa, ogni contributo ad eliminare la combustione e ad efficientare trasporti, l’industria ed il settore civile, ogni impianto rinnovabile installato, ci allontana dalle fonti fossili e contribuisce ad un quadro generale, non solo locale.
La vera decarbonizzazione è quella che dovremmo fare nella politica, sostituire i fossili ed abbandonare i populismi, uscire dai provincialismi perchè la politica non è come la scienza, attaccata ai fatti e rispettosa della semplicità dei numeri, la politica sopratutto internazionale è una creatura onirica che si nutre di tensioni ed equilibri, di tira e molla, alla costante ricerca di tempo da perdere.
🦕Non confidate troppo sul fatto che sarà la politica internazionale a risolvere problemi scientifici, almeno non quella della mia generazione e forse nemmeno quella di giovani ventenni intraprendenti: saranno forse i ragazzi che nasceranno nei prossimi decenni a rinnovarla la politica internazionale, a fronte dei disastri economici e sociali con i quali li lasceremo: la decarbonizzazione più forte si gioca proprio li, nella rimozione dei fossili politici🦖
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