I Massive Attack vogliono concerti più sostenibili

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19 Marzo 2020

I Massive Attack, band inglese di Bristol, hanno sempre dimostrato una grande sensibilità per le questioni ambientali. Robert De Naja, l’effettivo leader della band, è stato molto attivo nella partecipazione alla discussione sull’emergenza climatica, resasi evidente con gli scioperi degli studenti e le manifestazioni degli attivisti nell’ultimo anno.
Il 28 novembre 2019 sul Guardian , Robert De Naja (conosciuto anche come 3D) ha parlato del problema di andare in tour con l’emergenza climatica in corso. “Questo dibattito (sul clima ndr.) è altrettanto vivo (e altrettanto confuso) all’interno dell’industria musicale. L’enfasi principale è spesso posta su questioni come la plastica monouso o il trasporto aereo della band. Per quanto importanti siano queste prove, sappiamo che fattori come il trasporto del pubblico e la dislocazione del luogo stesso rappresentano fino al 93% di tutte le emissioni di CO2 generate dai principali eventi musicali”. A scriverlo è lo stesso musicista: “Come band che ha suonato in tournée in tutto il mondo per diversi anni, abbiamo dovuto riflettere su questo. Le preoccupazioni per il nostro impatto sull’emissione carbonio e quelle del nostro più ampio settore non sono nuove per noi, ma è giunto il momento di pensarci. L’anno scorso, il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha chiesto “cambiamenti rapidi, di vasta portata e senza precedenti in tutti gli aspetti della società” e ha dichiarato che le emissioni di carbonio sono dannose”.

 

Il “clima”

De Naja al Rolling Stone ha dichiarato: “Il mondo in cui viviamo oggi è ancora più oscuro: il clima politico è soffocante, l’opera umana ha reso fuori controllo il cambiamento climatico, la società è sempre più confusa e complessa. Mezzanine (album del 1998 della band ndr.) era figlio di un periodo storico in cui l’Europa si era da poco riunificata dopo il muro di Berlino; oggi vedo che quelle divisioni si stanno ripresentando, seppur in forma diversa. Le disuguaglianze sono cresciute, i conflitti non sono mai finiti, mentre la crisi finanziaria ha alimentato il nazionalismo e la paranoia contro l’integrazione. Guardando la Storia era piuttosto prevedibile, come se ci fossero degli schemi che si ripetono regolarmente. Solo che oggi siamo otto miliardi di persone, quindi le cose sono ancora più complicate”.

 

Stop alle emissioni di carbonio

I Massive Attack hanno commissionato al Tyndall Center for Climate Change Research dell’Università di Manchester uno studio per quantificare e indagare l’impatto ambientale dei propri live. Perché? Per sviluppare un metodo con cui ottimizzare le risorse e dare soluzioni su come l’industria musicale possa ridurre l’impronta ambientale. Si tratta di raccomandazioni e linee guida per arrivare ad avere spettacoli dal vivo completamente Carbon Free entro il 2050.
Lo scopo degli scienziati coinvolti è quello di esaminare tutte le emissioni dei concerti previsti dalla band, focalizzandosi essenzialmente su 3 macroaree chiave da cui provengono le maggiori emissioni CO2: i viaggi/trasporti di produzione, gli spostamenti del pubblico e l’impronta ecologica sulle singole “venue” scelte. I risultati, condivisi successivamente con organizzatori di produzioni live, promotore e proprietari di festival e locali, serviranno per capire come ridurre le emissioni. “Ogni settore ha diversi gradi di impatto di carbonio da affrontare e abbiamo bisogno di parternariati come questo per cercare di ridurre le emissioni di carbonio su tutta la linea”, ha affermato il ricercatore del Tyndall Center Chris Jones, mentre la direttrice del centro Carly McLachlan ha dichiarato: “Ogni settore deve far parte della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”. Secondo il centro scientifico, i concerti dal vivo creano almeno 405mila tonnellate di emissioni di gas serra ogni anno solo per quanto concerne tour e produzioni di concerti. Di questa cifra, il 33 percento è legato al pubblico che viaggia dà e verso la location. “Una volta analizzati i dati, il Tyndall Center sarà in grado di valutare diverse variabili, fonti di elettricità più ecologiche, trasporti più efficienti e soluzioni a basse emissioni di carbonio”. “I Massive Attack non vogliono dire alle altre band cosa fare, vogliono essere un catalizzatore per aiutare l’industria a riunirsi e condividere ciò che funziona e si può fare in modo diverso da prima”.

 

 

Un concerto a Liverpool

La band inglese ha scelto di partire da subito con i provvedimenti per contenere le emissioni di carbonio, annunciando che nell’estate 2020 – se tutto andrà bene e usciremo dall’epidemia Covid-19 – ci sarà un grande spettacolo a Liverpool che diventerà per l’occasione una location “super low carbon”. La data esatta non è ancora stata stabilita. Questo concerto segnerà la prima parte della parternship con il Tyndall Center e sarà la prima volta che una band lavorerà a stretto contatto con un istituto di ricerca per dar vita ad un evento senza precedenti. La band è grata della risposta ricevuta all’interno del settore musicale, non vede l’ora di esplorare soluzioni sociali e scientifiche per il futuro.

 

I viaggi in treno

Il 30 dicembre 2019 Robert De Naja ha annunciato che la band si muoverà esclusivamente in treno, abbandonando i voli aerei. 3D ha rivelato in diretta a BBC4 che è molto combattuto per aver contribuito nel passato al cambiamento del clima. “Come musicisti – ha dichiarato l’artista -, abbiamo goduto di uno stile di vita ricco di carbonio. Ma come società siamo tutti esistiti a lungo in un’economia basata sui combustibili fossili e abbiamo avuto ben poca scelta in questo. La sfida adesso non è solamente fare un sacrificio personale, ma insistere affinché cambi il sistema. Il business come lo conoscevamo una volta è finito”.

TAG: 3D, clima, De Naja, Manchester, Massive Attack, Mezzanine, ricerca
CAT: clima, Inquinamento

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