Non riesco più a fregarti? Ricorro al TAR!

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17 Marzo 2015

Con l’arrivo del mercato libero dell’energia elettrica, il caso è del 2012, erano in tanti ad offrire energia elettrica a condizioni incomprensibili per la maggior parte degli utenti.

Veniva pattuito (accade anche oggi) un prezzo al kWh puramente indicativo solo per accalappiare il cliente.

Il prezzo concordato infatti “era riferito al solo costo dell’energia”, con esclusione quindi di tutte le  numerose voci che compongono la bolletta.

Ma c’era un’altra esclusione, molto importante, e cioè, l’ “adeguamento mensile al prezzo del petrolio secondo la formula riportata nel contratto”. Il prezzo contrattuale di fornitura era legato infatti all’andamento del prezzo del petrolio. Un autentica scommessa, simile a quella dei derivati che ha indebitato a vita i comuni italiani.

Erano in molti a firmare (lo fanno anche oggi) senza rendersi conto delle conseguenze.

Nel caso specifico, gli 8 cent/kWh pattuiti, erano basati su un prezzo del barile di due anni prima e, alla prima bolletta,il prezzo venne maggiorato del 46%, così come nei mesi e negli anni successivi, fino alla scorsa estate.

Ovvio che, con il crollo del prezzo del petrolio, la formula lavora invece a favore di chi compra, ma quanti lo sanno? Dovrebbe accorgersene chi compra e invece, colpo di scena, chi ha fregato fino a ieri non ci sta!

Formule di adeguamento simili sono state applicate anche ai contratti con la  PPAA, per miliardi di euro, e gli aggiudicatari, che fino a pochi mesi fa facevano barcate di soldi, adesso ci perdono e chiedono di rivedere i prezzi fissati nelle convenzioni per “straordinaria, imprevedibile e imprevista variazione del prezzo del petrolio, a partire dall’agosto 2014, e quindi per eccessiva onerosità sopravvenuta”

Gli enti appaltanti rifiutano perché pagavano di più quando il petrolio saliva e ora pagherebbero meno.

Ma il fornitore non demorde e, nonostante il contratto derivi da un bando comunitario, ricorre al TAR!

Che però, in questo caso, rigetta il ricorso così: “un ipotetico intervento ‘ex post’ sul criterio di determinazione/revisione del prezzo convenzionale pone seri problemi di compatibilità con i principi della ‘par condicio’ delle imprese, della trasparenza e della pubblicità presidiati dalla stessa gara comunitaria già svoltasi per la fornitura dell’energia elettrica alle PP.AA., avendo le diverse imprese partecipanti formulato le rispettive offerte proprio basandosi su clausole che oggi il fornitore pretende di modificare sulla base di una mera rinegoziazione privata con la parte pubblica”.

E’ illuminante su come si tenti sempre di scaricare qualsiasi rischio sull’anello più debole della catena, e cioè sull’utente finale. L’energia è un bene primario e indispensabile e la debolezza di chi compra è totale, perché non lo può sostituire.

Abolire il mercato tutelato, come ha deciso il Governo a partire dal 2018, avrà effetti devastanti, specialmente nei prossimi due anni.

www.edoardobeltrame.com

TAG: bollette, mercato libero, TAR
CAT: consumi

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