«L’impegno per la legalità è la vera chiave del nostro futuro di cooperatori»
All’apertura del 39esimo congresso nazionale di Legacoop, il presidente nazionale Mauro Lusetti ha svolto la relazione di apertura toccando i punti centrali del dibattito economico e non sottraendosi ai temi dell’attualità più scottante, anche in seguito alle inchieste della magistratura romana. Dalla crisi economica che ancora morde, alle riforme in via di approvazione, alla necessità di ridare competitività alle imprese, ai temi della legalità. Lusetti ha cominciato dal racconto delle tappe fatte per arrivare al congresso di questi giorni.
«Con voi cooperatori nei mesi scorsi ho fatto un viaggio per l’Italia. Il percorso precongressuale è stata un’immersione nel Paese reale con tutti i suoi problemi, le sue ansie, le sue paure. Ma mi ha consentito, anche, di vedere sui volti di tutti voi la voglia di andare avanti. Di non mollare, di rimettersi in gioco per l’ennesima volta. Questo viaggio in Italia che ho avuto la fortuna di fare accanto a voi mi ha restituito una immagine e una consapevolezza diversa dei nostri limiti e delle nostre potenzialità. La consapevolezza che pur in un mare di difficoltà e senza nessun porto sicuro, il nostro orizzonte si può ampliare verso nuovi mercati e nuovi ceti sociali.
Non ho una visione del mondo pan-cooperativo, siamo una parte dell’economia italiana, molto importante, ma sempre una parte. Ed è giusto che sia così – ha spiegato il presidente – Sono sicuro, però, che quella parte la dobbiamo recitare fino in fondo perché i valori, gli ideali, le proposte, la concretezza di cui siamo portatori servono a noi e servono al Paese. In un’economia che arranca, che ha perso tutte le sue certezze, in una società frammentata e smarrita la nostra presenza, la nostra forza di coesione sociale il nostro legame con il territorio sono utili oggi più che mai”.
Avevamo valutato positivamente l’impostazione della legge di stabilità, ma il dibattito in corso e una serie di emendamenti presentati dallo stesso Governo ci stanno fortemente preoccupando per questa tendenza a considerare le imprese come bancomat a cui sottrarre ulteriori risorse indebolendone ancor di più la capacita operativa e di investimento. Resta comunque forte la vitalità cooperativa: anche negli anni della lunga crisi l’indice di natalità ha registrato valori costantemente superiori a quelli delle imprese private. Ogni anno nascono, nel nostro Paese, circa 7.800 nuove cooperative».
Sui temi della legalità, al centro del dibattito nel mondo cooperativo dopo l’inchiesta romana che vede coinvolta la cooperativa 29 giugno, Lusetti non ha lasciato lo spazio a dubbi.
«Noi siamo persone per bene, ma la nostra fiducia può essere tradita come ci ricorda la vicenda venuta alla ribalta nelle ultime settimane a Roma. Una vicenda che ci ha procurato rabbia e sconcerto, che ci ha ferito profondamente perché sappiamo di essere altro Se a distanza di tanti anni da tangentopoli siamo ancora qui a fare i conti con questi episodi vuol dire che nella società italiana non si è fatto abbastanza; vuol dire che noi non abbiamo fatto fino in fondo la nostra parte. A volte ci siamo omologati ai comportamenti di un mercato poco trasparente e non ci siamo distinti con una azione improntata ai nostri valori e al rispetto della legalità». Per ripartire, ha aggiunto «abbiamo già deliberato di restituire le quote di iscritti che provengono da corruzione». Oltre all’autoriforma, Lusetti ha chiesto riforme: «A cominciare dalla reintroduzione del falso in bilancio».
«Se non vogliamo rimanere intrappolati tra il danno di perdere un lavoro e la vergogna di perdere la reputazione questa battaglia contro tutte le illegalità la dobbiamo fare ovunque e con chiunque. Dobbiamo sapere che ognuno di noi ha una responsabilità verso gli altri soci e verso le altre cooperative, che chi viola il patto di fiducia al di là della rilevanza penale delle azioni è fuori dal nostro mondo. Dobbiamo avere la consapevolezza che se non eleviamo il livello di impegno su questo argomento il nostro movimento non ha futuro. Rimarranno singole imprese ma scomparirà la grande spinta ideale e la forza organizzata per costruire insieme una società in armonia con i bisogni delle persone».
Il presidente, infine, ha dedicato una parte del suo discorso ai temi della governance.
Lusetti ha citato Ivano Barberini, quando diceva “Eleggete i migliori tra di voi ma controllateli come se fossero i peggiori“: una frase che ricorda cosa occorre fare e che il tema sta in cooperativa, in capo ai soci. «Occorre pertanto aggiornare, attualizzare e applicare le regole di governance cooperativa tenendo conto di quanto emerso dai congressi regionali sul numero dei mandati, sui livelli retributivi e sulle anagrafi patrimoniali».
«Proponiamo che ogni cooperativa approvi una norma che definisca il numero dei mandati consecutivi che gli amministratori possono ricoprire, anche definendo quorum più elevati per la rielezione dopo un certo numero di mandati, ed introduca criteri per l’elezione negli organi sociali che diano valore anche all’appartenenza di genere e di generazione. Ogni cooperativa – ha proseguito – è invitata ad istituire un’Authority interna cui spetterà il compito di soprintendere alla formulazione delle candidature, anche svolgendo funzioni di anagrafe patrimoniale e/o retributiva dei candidati prima e dopo il mandato. L’Authority dovrà fornire annualmente un report ai soci, evidenziando eventuali situazioni problematiche».
La formazione dovrà agevolare il ricambio, mentre si chiede che ogni cooperativa «definisca – anche in relazione alla propria dimensione e allo scambio mutualistico in essere – un apposito regolamento che stabilisca il rapporto massimo che può intercorrere tra il livello retributivo più alto e il più basso. Eventuali deroghe a quanto stabilito da questa misura di equità dovranno essere motivate e rese note a tutti i soci della cooperativa».
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