TEMA: L’inverno. E altre cose inutili

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10 Dicembre 2015

A me sostanzialmente l’inverno non piace. Perché ci sono la tosse, i termometri, le pasticche, gli antibiotici, le polverine da sciogliere nell’acqua, il riscaldamento da accendere e poi il riscaldamento da spangere. La sveglia, la nebbia, la pioggia sul bagnato, la scuola con la maestra e la maestra con la scuola, i regali di Natale che in fondo sono tutti uguali, i panni ad asciugare ed miei capelli che non si asciugano mai. Le coperte da rimboccare, i bottoni da ricucire, il latte da scaldare ed il ghiaccio sul parabrezza della macchina di babbo da lavare. Le sciarpe nei cappelli e tra queste quelle messe con vezzo e quelle indossate con ribrezzo. Per non parlare del fluire delle giornate.

Devi sempre organizzare qualcosa, perché le giornate sono nere già verso le 17 e non sanno come passare e allora cinema, bar, centri commerciali, passeggiate in città, oppure, per i più arditi, passeggiate sul mare. Incursioni nelle pasticcerie e tuffi nelle cioccolatierie, panini da gourmet o gourmet di panini, visite agli amici e partite a scacchi a suon di noccioline. Sarà che io preferisco l’estate e quel suo vagabondare su una sdraio. Quindi io l’inverno proprio non lo sopporto. E ci tengo a precisare bene bene il concetto. A quanto pare anche mio babbo la pensa così, visto che mentre scrivo queste cose sotto i suoi occhi mi sorride complice sotto i baffi.

Perché di bello, in fondo, c’è solo il Natale e dopo il Natale c’è ancora tanto inverno. Credo che ci vorrebbe un Natale più baricentrico rispetto all’estate. Ma a chi si inoltra una richiesta del genere? Non esiste mica un URP delle stagioni! Scriverò al sindaco, ma anche lui non penso possa farci qualcosa. L’importante però è sollevare la questione. Fare sentire questa mia insofferenza. Male male scriverò anche in Parlamento. Non mi risponderanno mai, ma almeno la mia posizione starà lì, nero su bianco. Nessuno avrà proprio da dirmi niente se nel frattempo mi sarò procurata una mia estate artificiale fatta di spumeggianti pomeriggi senza tosse, senza pastiglie, senza sciroppi e senza cucchiai finto-zuccherosi da deglutire. L’ozio non sarà più una colpa, ma una necessità. La stagione peggiore dell’anno mi costringe a ciò.

TAG: inverno, meteo, stagioni
CAT: costumi sociali

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